È passata una settimana da quando ho scoperto che Sebastian, quel Sebastian, frequenta la nostra scuola. Jace mi è stato molto vicino, così come le mie migliori amiche a cui, come sempre, ho raccontato tutto. Sono tornata dagli allenamenti mezz'ora fa, non ne potevo più. Lo sguardo di Sebastian è stato, per tutto il tempo, su di me, rendendomi nervosa e spaventata. Spaventata sì, perché questo è l'effetto che ha su di me. Ora sono in camera mia a disegnare un paesaggio naturale, doveva essere il tramonto, ma si è trasformato nell'inferno. Già, l'inferno. È questo che sto disegnando. Il colore che predomina è il rosso. Ci sono delle anime. Anime travagliate. Anime che aspettano un giudizio universale che potrà forse portarle in paradiso, o forse no. Forse sono solo anime alla costante ricerca di un modo per tornare, un modo per poter fare ancora del male. Un modo per portare ancora e ancora e ancora sofferenza a questo mondo che ne è già pieno. I miei pensieri mi portano a Sebastian e... lasciamo perdere. Vorrei solamente, alcune volte, poter dimenticare. Poter andare avanti. Senza pensieri. Senza sofferenza. Ma so che è impossibile. Il tubetto di colore rosso mi cade, il liquido che è dentro ne fuoriesce, sparpagliandosi sul letto e cadendo sul pavimento. Fantastico, ora mi toccherà anche ripulire!
Così impari a pensare ad altro!
Oh coscienza, non ti ci mettere anche tu!
Sbuffando mi alzo e mi dirigo di sotto per recuperare qualcosa per pulire, già adesso posso sentire le urla di mia madre quando entrerà in camera mia e troverà questo casino! Recupero dal ripostiglio il mocho e faccio per tornare in camera mia quando, a metà scala, sento suonare il campanello. Velocemente faccio dietro front e mi avvio alla porta. La apro e non posso credere a quello che vedo, il mocho mi cade da mano.
"E tu che ci fai qui?", urlo sbalordita
"Sono tornata per te, Clary. Mi mancavi. Sono stata via anche troppo".
"Non puoi ripresentarti così nella mia vita, Non ora che ho imparato a fare a meno di te!" Le lacrime rigano già le mie guance.
"Clary, non ce la facevo più, sono stati tre anni più brutti della mia vita! Ho vissuto costantemente con il senso di colpa!"
"Tu, senso di colpa? Da quando sei capace di provare certi sentimenti, Camille?"
"Clary, per favore, perdonami! Ho sbagliato e me ne pento davvero!"
"Hai sbagliato, te ne penti? Beh, non sono miei problemi, per colpa tua ho rischiato di perdere le mie migliori amiche!"
"Mi dispiace, mi dispiace! Era gelosa del tuo rapporto con Isabel e Maya. Se tornassi indietro non lo rifarei, davvero. Eri la migliore amica Clary e mi manchi!"
Non riesco a credere che sia davanti a me, non voglio crederci. Ho conosciuto Camille in terza elementare , quando si è trasferita qui. Siamo subito andate d'accordo, si è subito creato un filo sottilissimo che ci univa, un filo che, però, lei ha spezzato tre anni fa. Tra lei, me, Isabelle e Maya era sempre andato tutto bene ma, un giorno, le mie amiche smisero di parlarmi e solo dopo scoprì che Camille gli aveva riferito che avevo parlato male di loro due, cosa non vera. Appena saputo ciò ho subito litigato con Camille e dopo due giorni è sparita. Ho scoperto due settimane dopo che si era trasferita e mi è dispiaciuto molto, ma da allora non ho più avuto problemi con le mie migliori amiche. Certo, in questi tre anni mi è mancata, ma ho imparato a fare a meno di lei. O almeno lo credevo. Ritrovarmela qui, davanti a me, mi ha fatto capire che, in realtà, non mi sono mai abituata alla sua assenza. La guardo negli occhi e, dentro di essi, rivedo tutti i nostri ricordi felici. Tutti i momenti passati insieme. A ridere, a scherzare, a fare scherzi. Semplicemente ad essere felici. Quei momenti mi mancano, ma non credo di poterla perdonare, o almeno non ancora.
"Non hai risposto alla mia domanda, cosa ci fai qui?"
"Tre settimane fa i miei hanno detto che ci saremmo trasferiti..."
Pov Camille
"Tre settimane fa i miei hanno detto che ci saremmo trasferiti di nuovo..."
FLASHBACK
Torno a casa da scuola, con le cuffie nelle orecchie. Appena entrata mi saltarono subito agli occhi gli scatoloni disposti per tutto il corridoio. Chiamo a gran voce i miei genitori.
"Mamma, papà, cosa succede?"
"Oh tesoro, sei già a casa?", mi saluta mia madre.
"Cosa sta succedendo?", domando guardandoli confusa.
"Ci trasferiamo di nuovo", esclama contenta mia madre.
"Dove?", domando a gran voce preoccupata. Non di nuovo, non un'altra volta. Negli ultimi 3 anni questa è la quinta volta che ci trasferiamo, non ho il tempo di fare nuove amicizie che di nuovo ci sono degli scatoloni pronti per essere spediti in un nuovo Stato. California. New Jersey. Germania. Inghilterra. Non immagino neanche quale sarà la nostra nuova meta e, soprattutto, non capisco perché proprio ora, quando, finalmente, mi stavo adattando alla vita londinese e, dopo che ho finalmente incontrato James, il mio ragazzo, l'unico che mi capisce, che mi conosce davvero da ormai tre anni.
"Torniamo a casa.", ed il mio cuore si blocca. A casa, cosa intendono per casa? Per me casa è New York. È lì che ho vissuto per più tempo, è quello l'unico posto in cui posso dire di essere stata felice, ma felice per davvero. Fino a quando non ho rovinato tutto. E poi per che cosa? Per gelosia? Già, per gelosia. Ripensando a quello che ho fatto vorrei soltanto sotterrarmi.
"A New York", aggiunge.
Non ci credo.
Finalmente ho un'altra occasione. Un occasione che non sprecherò. Posso sistemare tutto con lei! Le spiegherò tutto e spero solo che possa perdonarmi.
Clary, sto tornando.
FINE FLASHBACK
"...non puoi immaginare quanto ne sia stata felice. Sapere che avrei, finalmente, avuto la possibilità di sistemare le cose, o almeno di spiegarti il mio punto di vista, mi ha fatto sentire bene dopo tre anni. Clary, davvero, lascia che almeno ti spieghi cosa è successo, perché ho fatto ciò che ho fatto. Mi conosci Clary, più di tutti, e sai che non farei mai del male a qualcuno, almeno non senza una valida ragione. O, come tre anni fa, per la rabbia, per la gelosia, per la tristezza. Per favore Clary, lascia che ti spieghi cosa è realmente accaduto. Dopodiché potrei anche sbattermi la porta in faccia, dire di non volermi più vedere, ma per favore, fammi almeno spiegare.", la supplico.
Entrambe abbiamo il viso rigato dalle lacrime. Vedo che è combattuta, che vorrebbe ascoltarmi e sistemare tutto. D'altra parte, conosco bene Clary e so che è molto rancorosa, orgogliosa. Spero che non vinca questa parte di lei, lo spero davvero.
Pov Clary
Sono combattuta. Da una parte vorrei ascoltarla, dirle che la perdono, che in questi tre anni ho sentito la sua mancanza.
D'altra parte ripenso a ciò che fatto. A quanto abbia sofferto per colpa sua. Ma non per ciò che ha fatto con Isabelle e Maya, no. Per il fatto che si sia trasferita, senza dirmi niente. Era la migliore amica, una delle persone più importanti per me e anche per mio fratello, ma questo è un altro discorso. Vorrei perdonarla, voglio sul serio farlo. Ma se dovesse farne qualcun'altra? Se dovesse farmi soffrire un'altra volta? Non voglio. Non voglio più soffrire. Ma davvero voglio rischiare di perdere lei, solamente per non soffrire? Alla fine la mia parte orgogliosa cede e lascio libero il passaggio per entrare in casa. La vedo sorridere felice come quando da piccole faccevamo gli scherzi alle maestre o come quando in mensa portavano il pollo fritto. E mi è mancato anche questo. Mi è mancato anche il suo sorriso. Conosce la casa a memoria per cui si dirige direttamente in salotto. Io vado in cucina e prendo il succo al mirtillo che so essere il suo gusto preferito. Non ho bisogno di chiedere se lo vuole. Ci sediamo una difronte all'altra. Stimo zitte per un minuto poi lei inizia a parlare. Mi spiega che, una settimana prima che noi litigassimo, i suoi genitori le avevano comunicato del trasferimento. Lei si era opposta ma non c'era stato nulla da fare. Arrivata a scuola aveva visto me, Isabelle e Maya ridere e scherzare. Aveva capito che senza di lei noi saremo state felici lo stesso e, guidata dalla rabbia e dalla gelosia, ci aveva fatto litigare. Se ne era subito pentita ma ormai era troppo tardi. Parla per un'altra mezz'ora e io l'ascolto, ascolto tutto. Ascolto tutto ciò che le è successo in questi ultimi tre anni, dei suoi innumerevoli trasferimenti, della felicità che ha provato quando ha saputo che sarebbe tornata qui e che avrebbe finalmente potuto sistemare tutto. Mi parla anche di James, il suo ex ragazzo, il suo migliore amico e vedo che i suoi occhi si illuminano. Ridacchio quando mi racconta degli innumerevoli scherzi che hanno organizzato insieme e capisco che è tutto come prima, che l'ho già perdonata, nel momento esatto in cui ha suonato il campanello.
" Non puoi immaginare la faccia de prof di storia, Clayclay! Era da immortalare!"
Entrambe ridiamo ma di colpo smettiamo e so anche perché. Clayclay, il soprannome che mi aveva dato.
"Di qualcosa ti prego!", mi domanda spalancando i suoi occhi nocciola che ho sempre adorato.
"Vieni qui!", esclamo spalancando le braccia. In un attimo me la ritrovo attaccata al collo.
" Mi sei mancata, mi sei mancata tantissimo!", continua a ripetere abbracciandomi.
"Anche tu Camcam!", sussurro stringendola.
E mi sento felice perché finalmente ho ritrovato una parte di me che credevo aver perso per sempre.
STAI LEGGENDO
Città Dei Mondani || Clace (Prima versione)
FanficCompleta 13-06-2016/26-01-2019 Quando il nuovo anno inizia, Clary tutto si aspetta meno che andare a sbattere contro Jace Herondale, uno dei ragazzi più belli della scuola, né si aspetta che quello stesso ragazzo, amico del fratello, si interessi a...