Capitolo 62

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Le sue labbra si allontanano dalle mie, ma la sua mano resta poggiata sulla mia guancia. Mi sorride ed io faccio lo stesso.

«Mi sei mancata così tanto», mormora ancora sulle mie labbra.

Sorrido, completamente ed indiscutibilmente felice ed abbasso lo sguardo, mentre le mie guance vanno, ancora, a fuoco.

«Nessun "Jace, anche tu. La mia vita era così vuota senza di te"? No?», scherza.

Lo allontano con una spinta da me, che però lo fa spostare solo di qualche centimetro. «Stai zitto», replico divertita.

Le sue braccia si posano sui miei fianchi, mentre mi riavvicina a lui. Faccio incrociare di nuovo i nostri sguardi, crogiolandomi tra le sue braccia, che mi sono, davvero, mancate.

Alza un sopracciglio. «Vuoi negare?»

«Sai cosa non mi è mancato? Il tuo ego smisurato», lo guardo con sfida.

Ride, scuotendo la testa. «Negalo quanto vuoi, d'accordo. Tanto sappiamo entrambi qual'è la verità.»

Eh, sì, sapevamo davvero qual era.

Mi avvicino a lui e lo bacio di nuovo. Le sue mani mi accarezzano i fianchi ed io allaccio le mie dietro il suo collo, tirandogli i capelli. Questi gesti mi sanno così tanto di noi, mi fanno avere l'illusione che nulla sia accaduto, che tutti gli eventi di quest'ultimo mese non si siano mai verificati. E, Dio, vorrei davvero che nessuno di essi si fosse compiuto.

«He-He-Hem(N/Anon so quale sia la forma onomatopeica, se qualcuno sa qual'è, gliene sarei grata se mi delucidasse!)», qualcuno si schiarisce la gola dietro di noi e ci stacchiamo velocemente.

E chi potevano essere se non Izzy e Camille?

Ci guardano a bocca aperta e con gli occhi spalancati. Presto, però, quest'espressione lascia il posto ad una più eccitata. Avete presente quel gioco che si vede spesso nei cartoni, dove c'è un pupazzo, attaccato ad una molla, chiuso in una scatola, che quando apri inizia a fare su e giù velocemente? Ecco, iniziano a saltellare più o meno così.

(N/A Questo⬇️)

Per favore, ditemi dov'è il coperchio della scatola!

Jace sghignazza, osservandole.

«Oh mio Dio! Lo sapevo che sareste tornati insieme! Nulla può separare la clace!», esclama Izzy.

«Visto, Jace? Ed io che ti dicevo di dirle tutto! Bisogna sempre dare ascolto alla zia Camille», fa scioccare la lingua sul palato Camille, con tono da saputella che ci fa ridere tutti.

«Ho imparato la lezione, Somma Camille», la prende in giro e lei ricambia con un occhiolino.

Mi piace molto il rapporto che si è creato tra loro, sembrano vecchi amici, anche se, infondo, è così un po' tra tutti noi. Eppure, tra di loro è come se ci fosse qualcosa di più. È come se fosse nato un tacito accordo quando hanno consegnato i propri migliori amici all'altro.

Dio, che cliché!

Due migliori amiche e due migliori amici, tra i quali due fratelli, che si mettono insieme. Ah, come siamo banali.

Beh, non che la banalità mi dispiaccia, infondo.

«Senza il fondo!»

Oh, mi mancavi proprio tu, vocina...

«Noi raggiungiamo gli altri al tavolo, è arrivato il secondo, vi eravamo giusto venuti a chiamare», dice Izzy.

«Già, e adesso ritorniamo da dove siamo venute», continua Camille, prendendo Izzy per un braccio. «Fate con comodo, eh», ci fa un occhiolino, prima di congedarsi.

Città Dei Mondani || Clace (Prima versione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora