Capitolo 28

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Siamo in macchina da più di un quarto d'ora. Jace non vuole dirmi dove mi porterà.

«Dai, lo sai che detesto le sorprese!»

«Beh, questa ti piacerà. Siamo arrivati comunque.»

Ferma la macchina al lato della strada, non mi ero accorta che ci eravamo allontanati tanto dal centro.

Si gira verso di me sorridendomi. «Chiudi gli occhi»

Sbuffo ma faccio come dice.

«Aspetta un secondo.»

Lo sento scendere dalla macchina e, poco dopo, apre il mio sportello.

«Dammi le mani.»

Cerco di prendere le sue e poi scendo dalla macchina. Questa storia non finirà bene.

«Guai a te se mi lasci cadere», lo minaccio.

Sono sicura che stia alzando gli occhi al cielo. «Non ti farò cadere, promesso»

Sento del terreno roccioso sotto i mei piedi. Cavolo, dove vuole portarmi!

«Se vuoi ammazzarmi, sappi che John sa dove abiti!»

Lo sento ridere e un piccolo sorriso nasce anche sulle mie labbra.

«Non voglio ucciderti, anche se ne sarei tentato»

«Antipatico», borbotto.

Ci fermiamo. «Non muoverti e non sbirciare!»

«E chi si muove»

Lo sento alllontarsi.

«Non vorrai abbandonarmi qui?», urlo per farmi sentire.

Non ricevo risposta. Fantastico!

Dopo un minuto lo sento tornare.

Mi lascia un bacio sui capelli prima di allontanarsi di nuovo. «Un altro minuto, non sbirciare»

Fa avanti e indietro altre due volte, prima di abbracciarmi da dietro. «Adesso puoi aprirli», mi sussurra.

Apro gli occhi e davanti a me vedo la città. Siamo su una piccola collina di cui non conoscevo l'esistenza.

Le luci di New York arrivano fino a qui, rendendo il tutto più romantico.

Mi guardo intorno e noto una coperta con dei cuscini e delle coperte affianco a noi. Era per questo che faceva avanti e indietro.

«Io..»

«Sorpresa?»

«Questo posto è stupendo. No-non ho mai visto niente di più bello»,sussurro incantata.

«Io sì», dice con lo stesso tono.

Volto il capo verso di lui ma lui distoglie lo sguardo da me per puntarlo sul panorama.

«Vengo qui quando ho bisogno di pensare e di stare davvero solo. L'ho scoperto un anno fa, una sera litigai con mio padre e presi la moto. Guidai per tanto fino a quando non mi ritrovai su questa strada. Lasciai la moto e mi addentrai nel boschetto trovando questo posto. Da allora vengo spesso qui. Mi aiuta a pensare. È qui che ho realizzato quanto mi piacessi. Non riuscivo a dormire, in testa avevo solo te. Così decisi di uscire per fare un giro. Non so nemmeno come, ma la macchina mi portò qui. Clary, tu mi piaci veramente, veramente tanto. Non è una semplice cotta, ciò che provo per te non l'ho mai provato per nessuna. Tu..sei come il sole per me. Non posso farne a meno. Io..quello che sto cercando di dirti è che...», prende un respiro mettendo una mano in tasca ed estraendo dalla giacca una scatolina.

Città Dei Mondani || Clace (Prima versione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora