Capitolo 32

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«Avanti, Clary, alzati! Dobbiamo andare a scuola, oggi abbiamo anche il test di storia»

«Forza, Jace. Abbiamo l'interrogazione di economia oggi, non puoi mancare»


Né Jace, né Clary avevano la forza di alzarsi, dopotutto si erano lasciati neanche dodici ore prima.

Camille era disperata, non voleva vedere la sua amica stare male, non se lo meritava.

Alec, che la sera precedente aveva portato Jace a casa sua, era nella stessa situazione. Non aveva mai visto il suo amico stare così male, neanche quando, anni prima, la mamma lo aveva lasciato per andarsene con un imprenditore più giovane di lei, tra l'altro.

Clary e Jace, d'altra parte, avevano tutto fuorché voglia di alzarsi. Entrambi stavano male al pensiero di aver perso la persona che, finalmente, credevano gli avrebbe resi felici. I loro amici, la sera prima, erano rimasti di sasso di fronte la scena che gli si era presentata. Avevano chiesto spiegazioni a Jace dopo che le due ragazze avevano lasciato il locale, ma non avevano ricevuto risposta. Jace da allora si era chiuso, infatti, in uno stato di mutismo. Aveva solo voglia di piangere, di piangere e di piangere, come non aveva mai fatto prima. Come non si addiceva all'immagine che aveva creato di lui. Alec, intuendo la situazione, lo aveva subito portato via. In tutto ciò, Queen era rimasto in silenzio. Quando Jace aveva cercato di discolparsi, lui aveva notato che stava dicendo la verità. Aveva sempre avuto il dono di capire quando una persona mentiva, come testimoniavano tutte le sue vittorie ai tornei di poker, in cui riusciva a smascherare i bluff degli avversari, ma sapeva bene che Clary era testarda - fin troppo - e che per farle cambiare idea ci volevano delle prove. Doveva solo capire dove trovarle.

Clary, la stessa ragazza sempre attiva, amante del cibo, che quella mattina aveva rischiato di dare di stomaco alla vista del vassoio pieno di delizie che Camille le aveva portato a letto, come ultimo tentativo di smuoverla. La mora, infatti, aveva provato di tutto per farla alzare: dalle minacce, alle parole dolci, dal toglierle le coperte, al buttargli in viso dell'acqua, ottenendo in cambio solo dei grugniti. Ma, quando vide che Clary stava rifiutando persino il cibo, esplose.

«Adesso basta! Ha baciato un'altra, okay? Lo hai lasciato? Perfetto! Si vede che non era il ragazzo adatto a te, che era destino andasse così. Non puoi deprimerti per il primo stronzo che incontri, anzi devi far vedere che non ti importa niente. Adesso o ti alzi, o giuro che vado a prendere un secchio di acqua gelata e te lo butto addosso, quanto è vero che gli One Direction torneranno insieme!»

E lo aveva fatto veramente. Quando aveva visto Clary voltare semplicemente la testa dall'altro lato, aveva perso definitivamente la pazienza e, neanche un minuto dopo, Clary era saltata giù dal letto, completamente fradicia.

«Ma sei scema?», le aveva urlato contro.

«No, sono Camille!», aveva risposto la mora con un sorriso.

Entrambe le ragazze erano scoppiate a ridere.

E così, dopo un abbraccio, un "si sistemerà tutto" e più di un'ora di preparativi, le due ragazze si erano ritrovate davanti al cancello della scuola.

Alec, invece, era passato subito alle maniere forti: capendo che il suo amico non aveva la minima intenzione di alzarsi, aveva chiamato i rinforzi, ovvero il padre di Jace che, arrivato di corsa in pigiama, dopo qualche urlo, un paio di cucinate e tanta, tanta, tanta acqua, era riuscito a farlo smuovere da quel letto.

Città Dei Mondani || Clace (Prima versione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora