Live while we're young

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La piacevole mattinata trascorsa con Liam mi aveva lasciato un dolce ricordo.

Quel ragazzo mi aveva colpita, i suoi modi gentili a cui non ero abituata, il tono pacato della sua voce che mi tranquillizzava, l’espressione dolce che i tratti del suo viso assumevano quando un sorriso si accendeva sul suo volto, il profumo di avventura che emanava.

Decisi che per rendere perfetto quel momento uno schizzo di coca ci rientrava benissimo.

Scavai nel cassetto della biancheria dove nascondevo le scorte di droga e solo dopo aver cacciato tutti gli indumenti senza trovare traccia di quel che cercavo, mi resi conto di aver finito tutto. Stavo iniziando a farne un uso sempre più frequente senza rendermene conto.

Stavo esagerando forse? Dovevo piantarla lì prima che la situazione degenerasse?

Nhaa, tutto sotto controllo. Potevo smettevo quando volevo, ora però non era quel momento.

Avevo finito tutto sabato scorso prima di uscire con Beth, la mia migliore amica.

Fu proprio lei ad introdurmi a questo magico mondo privo di  tristezza e dolore. Potevo considerare Beth come una sorella. Lei si drogava da molto più tempo, credo avesse quattordici anni quando iniziò. Rimasi scioccata quando per la prima volta la vidi accendersi una canna in casa sua, eppure lei aveva un atteggiamento così sciolto e rilassato.

 Io mi creavo problemi senza nemmeno toccare un po’ di quella roba mentre lei che ne faceva uso era tranquillissima. Che buffo!

Mi tenni lontano da quel mondo di cui non volevo conoscerne i segreti, ma tutto crollò dopo la morte di mio padre.

Ero affranta, non riuscivo a riprendermi in alcun modo, sembrava che il mondo si fosse fermato in quel giorno e che niente da lì in poi potesse funzionare o avere senso.

Beth era lì accanto a me, non mi avrebbe mai lasciata, figurarsi in un momento così atroce.

Un giorno mi venne a trovare urlando a squarciagola che aveva la soluzione, che potevo riprendermi.

Mi preparò quel che sembrava apparentemente una sigaretta offrendomela dopo aver dato un tiro.

Dopo quella tutto cambiò, non so se in meglio o in peggio, ciò che ricordo e di cui ne ho la certezza, era che iniziai a farmi una ragione di quanto era accaduto a mio padre, lo accettai pian piano ritornando a sorridere come un tempo. Di un sorriso diverso però, non più innocente e spensierato, ma che celava qualcosa di oscuro ed invisibile.

Mi sentivo cambiata, improvvisamente cresciuta. Mi vedevo diversa dagli altri ragazzi, con una marcia in più, riconoscevo in me le stesse caratteristiche di superiorità e maturità che rivedevo prima in Beth. Non che una canna ti facesse effettivamente crescere, ma mi sentivo così.

Iniziai anch’io con il tempo a fumare marijuana. Avevo quindici anni.

La mia fu una scelta, non fui costretta né niente.

Ogni giorno la gente fa scelte di cui è convinta o meno, che hanno ripercussioni sul futuro o si dissolvono nel presente non lasciando traccia. La mia fu una come tante, avevo scelto di drogarmi. A chi importava?

Dovevo procurarmi altre dosi, fare un ricco assortimento. Approfittai dell’assenza di mio fratello, fuori per lavoro, per prendere dei soldi dal suo portafoglio. Chiamai Beth.

“Pronto?” esclamò una voce addormentata.

“Sono Clara.”

“Mhhh..”

Over the dose of your loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora