Viva la vida

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"Che cosa vuoi ancora?" mi disse una voce attraverso la porta.

"Beth aprimi, sono Clara" le risposi capendo che si riferiva a qualcun altro.

"Ah ciao Clara, ti avevo scambiata per Niall. Prego" mi disse facendomi cenno di entrare.

Una volta dentro mi accomodai sul divano mentre lei si fiondò in cucina per prendere qualcosa da bere.

"Che è successo stavolta?" le domandai appena tornò con un vassoio sul quale erano poggiate due tazze di tè.

"Niente, le solite cose. Si ostina a volermi tenere lontana da Zayn e quel suo gruppetto di drogati" disse sorseggiando un po' della sua bevanda.

"Direi che Zayn sta antipatico a troppe persone" dissi ripensando alla discussione avuta con Liam.

"Che intendi?" mi domandò incuriosita dalla mia affermazione.

"Anche a Liam non va molto a genio Zayn, ma è una lunga storia. In realtà sono venuta qui per invitarti al barbecue di domani che sta organizzando mia madre."

"Ma non la odiavi? Com'è che adesso vi mettete pure ad organizzare barbecue insieme?"

"Questo era prima che ci chiarissimo. Le ho raccontato di Liam e adesso vuole organizzare questo barbecue per conoscerlo e stare un po' con la famiglia e gli amici. E' stata lei a chiedermi di invitare te e se vuoi anche Niall. Puoi approfittare di questo momento per riappacificarti con lui. E' tanto un bravo ragazzo e ho come l'impressione che non lo tratti come merita" proposi continuando a sorseggiare la bevanda.

"Direi che è un'ottima idea e forse hai ragione su Niall. In fondo si preoccupa solo di me e del mio bene" sentenziò sorridendomi serenamente.

"Ok, allora posso dire al buttafuori di aggiungervi nella lista vip" sdrammatizzai per cercar di farle dimenticare il litigio con Niall.

"Ci sarà addirittura un buttafuori?" disse provando a trattenere le risate.

"Sicuro! I barbecue organizzati dalla famiglia Prime sono eventi unici ed irripetibili" dissi terminando la frase con una fragorosa risata da entrambe le parti. Era da tanto tempo che non sentivo Beth ridere così e questo non fece altro che aumentare lo stato di felicità in cui già mi trovavo. Dopo aver passato un intero pomeriggio a parlare delle nostre rispettive relazioni, ci salutammo e mi diressi verso casa.

Poco prima di arrivare nel cortile della mia abitazione, mi sentii chiamare da una voce roca ma profonda. La riconobbi subito, una voce così non si dimentica facilmente. Non era quella di Liam come avrei voluto. Mi voltai lentamente avendo già un'idea di chi trovarmi di fronte. Non mi sbagliai, era lui. Era Harry. Presa com'ero da come si stavano mettendo le cose nella mia vita, mi dimenticai dell'argomento "Harry".

"Clara, hai un secondo? Ti devo parlare" disse con tono leggermente preoccupato.

Quelle parole si fecero spazio dentro di me lasciando che una stretta allo stomaco prese il posto di tutta quella felicità guadagnata difficilmente.

"Veramente stavo andando a cas..." dissi non riuscendo a finire il discorso poiché interrotta dal ragazzo.

"Ci vorranno solo dieci minuti" rispose facendomi segno di continuare a camminare.

Arrivammo ad una panchina non molto lontana da casa mia in modo da poterla facilmente raggiungere se le cose non si fossero messe bene.

"Non so nemmeno dove cominciare" disse cercando di prendere un respiro profondo.

"In questi giorni non ho fatto altro che pensare a te e a quel bacio. Sono stato proprio uno stronzo ad approfittare della tua ingenuità. Mi dispiace aver fatto una cosa tanto riprovevole proprio a Liam e soprattutto a te. Mi sono sentito così male che non ho avuto nemmeno il coraggio di raccontare l'accaduto a Liam. Mi sono comportato da vigliacco egoista." Quelle parole gli uscirono tutte d'un fiato visto il fiatone che ebbe non appena le pronunciò, come se avesse appena corso una maratona e a giudicare dalla sua espressione, l'avrebbe preferita a questo discorso.

"Harry, dai, non esagerare ..." Cercando di comprenderlo, dopotutto anche io ero stata una vigliacca perché, come a lui, anche a me era mancato il coraggio di parlare a Liam del bacio.

"Esagerare? Clara, tu sei troppo ingenua. Come fai a dirmi che sto esagerando dopo quello che ti ho fatto. Non solo ti ho offesa in quanto a ragazza del mio migliore amico, ma anche come donna, senza chiederti nemmeno il permesso." Pronunciò quelle parole con tono seriamente dispiaciuto.

"Harry per me questa è acqua passata e sono sicura che dietro quest'aria da duro, si nasconde un ragazzo sensibile che ha bisogno di affetto. Io adesso amo Liam e già ho superato quel bacio, ma desidererei tanto che tu riallacciassi i rapporti con lui senza ch'io sia d'intralcio alla vostra amicizia" gli risposi realizzando solo in quel momento che avevo detto per la prima volta di amare Liam.

"Non sai quanto speravo in queste parole, mi sono sentito da schifo tutto questo tempo e non potevo andare avanti così. Quindi tra voi è una cosa seria? Hai detto che lo ami..."

"Si, ed infatti sono sorpresa anche io. In realtà è la prima volta che lo dico ad alta voce, anche se provo questo sentimento da tempo" gli dissi tranquilla.

"Vuoi dire che non glielo hai mai detto?" disse restando alquanto sorpreso.

"No, aspetto il momento adatto, e poi, ad essere sinceri, vorrei che sia lui a dirmelo per primo" gli risposi con il sorriso stampato sulle labbra. Improvvisamente quella brutta sensazione che prima mi aveva assalita, ritornò di nuovo ad essere felicità. Adesso tutti i pezzi della mia vita si stavano ricomponendo e non avrei permesso a niente e a nessuno di distruggerli come se niente fosse.

Intravidi chiaramente contentezza nei suoi occhi e nel suo sorriso. Contentezza per aver chiarito con me, per essersi messo l'anima in pace e per aver riacquistato il coraggio di riavvicinarsi a Liam senza pensieri a turbargli l'anima.

Ci salutammo come due cari amici. Mi alzai e mi diressi verso casa. Camminando lentamente notai che Harry rimase ancora a lungo seduto sulla panchina, mi voltai e lo vidi con lo sguardo fisso per terra, oltre la punta dei suoi stivali, assorto in qualche suo pensiero. Lo fissai per qualche minuto non avendo il coraggio di riavvicinarmi e rincuorarlo qualsiasi cosa lo impensierisse, né di andarmene fingendo di essere impassibile. Volevo rivolgergli un gesto o dirgli qualcosa per risollevarlo, ma niente. Avevo esaurito le parole o forse non ne avevo da dire a lui, perché non mi spiegavo quell'improvvisa tristezza.

"Mi piace pensare che qualcuno, da qualche parte è fatto apposta per te e ti sta aspettando pazientemente per accoglierti nel modo che meriti" gli urlai con tono caldo e con un sorriso stampato sul viso. Desideravo rianimarlo e, pensando che quella tristezza non fosse altro che il frutto dell'acerba solitudine che incombeva come un'ombra buia su di lui, gli dissi quel che speravo per lui, o meglio quel che credevo fermamente.

Fu sorpreso dal sentirmi credendo che me ne fossi già andata. Alzò di poco la testa ricambiando le mie parole con un accenno di sorriso, poi si alzò e ancora pensieroso se ne andò.

Over the dose of your loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora