Alive

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Mi svegliai l'indomani ben riposata, la presenza rassicurante di Liam aveva risvegliato una beatitudine in me capace di ridonare pace al mio corpo stanco e provato dagli ultimi travagli.

Di quella notte ricordo che dormii accoccolata a lui, il contatto con il suo corpo mi donava sicurezza e serenità, la mia mente improvvisamente quieta, senza preoccupazioni e colpe.

Come avrei voluto sentirmi sempre così.

Lui, però, non c'era, il letto era vuoto, non avvertivo il suo calore, ma al suo posto trovai un bigliettino che recitava:

-Buongiorno piccola, spero non averti svegliata andandomene, ho fatto il più piano possibile.
Te l'ho mai detto che sembri così dolce e tenera quando dormi? Sottolineo quando dormi. Volevo informarti che oggi pomeriggio partirò per New York per due settimane per i preliminari di alcune gare motociclistiche. Mi dispiace non averti avvertita prima, credo sarai piuttosto sorpresa, ma visti gli ultimi eventi non ho avuto modo di dirtelo. Perdonami.
Ti penserò mentre sarò via, ah non scoraggiarti! Fammi gli auguri.-

Porca puttana, avrei dovuto aspettare due infinite settimane per rivederlo? Merda, avrei potuto saperlo prima per prepararmi almeno psicologicamente.

In quel frangente ripensai alle parole della sera precedente, quando mi aveva detto che le ore trascorse separati non passavano mai.

Non potevo essere più d'accordo, era una sorta di tortura, mi ero così abituata a lui che il solo pensiero della sua assenza mi angosciava.

Eppure la morte di Beth mi aveva così scioccata da privarmi di lui, quasi da dimenticarmi di essere così fortunata ad avere una persona così speciale ed unica accanto. Che stupida, ancora, ancora una volta.

Nei giorni successivi il tempo trascorse senza lasciare traccia, ordinariamente.

Senza Liam, senza Beth, la vita era così tremendamente piatta: noia, depressione, tristezza, nessun interesse a tenermi occupata, la merda più totale.

I sensi di colpa che mi ottenebravano il cervello, dolore, dolore, dolore che non riuscivo a superare.

Il pensiero di Beth, di quello che si era fatta, era vivo come non mai, mi inseguiva nei meandri della mia mente anche di notte, non lasciandomi dormire.

Quella era la parte peggiore di ogni giornata, quando ti senti più sola che mai, indifesa contro le tue paure, le tue afflizioni, le tue colpe. Hanno la meglio su di te, ti inghiottono.

Avevo bisogno di riprendermi, avevo bisogno di qualcosa che rendesse le mie giornate frenetiche, che mi scuotesse, qualcosa per ricordare a me stessa di essere viva.

Ero depressa, così fottutamente giù da farmi pena. Rinchiusa nella mia stanza da non sapevo più quanto tempo, il mio letto era diventato la mia fossa, scavata con le mie mani.

Non avevo voglia di vedere essere umano che non fosse Liam o Beth, ma sfortunatamente non potevo averli, in quel momento e per il resto della mia vita.

La vita che proliferava fuori da quelle mura non faceva che deprimermi. La musica che solitamente amavo ascoltare in questi momenti era inutile, non appagava il vuoto che sentivo dentro, ed ugualmente era per gli stupidi programmi televisivi spappola cervella.

Volevo qualcosa che assomigliasse ad un colpo di vitalità, ad un pizzico di entusiasmo, ad una dose di energia.

Un giorno, uno qualsiasi, uno di quelli che non contano una beata minchia, presa dalla più assoluta disperazione iniziai a scartavetrare nei miei cassetti, nella spazzatura, negli armadi, negli zaini, nelle borse, nelle tasche, alla ricerca di qualcosa per smorzare quella fiacchezza.

Over the dose of your loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora