Something great

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Era notte fonda ed ero appena tornata a casa dopo aver assistito Beth. Cercai di fare il più piano possibile volendo evitare di svegliare mio fratello e sorbirmi una volta di troppo le assillanti domande di mia madre, seguite quasi certamente da urla assordanti da entrambe le parti. Il  più delle volte si finiva così.

Mi sdraiai sul letto sentendo la stanchezza pesare gravemente su di me. Controllai il cellulare e notai con gioia un messaggio di Liam. Quella sera eravamo usciti insieme, avevamo parlato al telefono e ancora non era stanco di parlarmi. Mi sa che era lui a non averne abbastanza di me, in realtà!

-Hey, Clara. Ti va di uscire anche domani sera? Liam xx-

Ero davvero felice di risentirlo ancora una volta e soprattutto sapere che volesse rivedermi. Le forze per quella giornata mi avevano abbandonata, ma se ne avessi avuto anche solo un briciolo non avrei esitato ad esibirmi in uno dei miei indimenticabilmente goffi balletti. Non mi capitava spesso, forse mai in verità, di provare una felicità così pura e semplice, ma nel contempo completa da uscirmene in tali manifestazioni, o almeno nel pensarle. Liam mi faceva questo effetto. Iniziavo a scoprire lati di me stessa sconosciuti  e questo non mi rincuorava troppo, in verità. Quel che ero e di cui ero sicura, pienamente certa che fossi, mi spaventava, figurarsi quel che non conoscevo di me!

Pensai che fosse troppo tardi per massaggiarlo, lo avrei potuto svegliare. Gli avrei risposto il giorno dopo.

Spensi il cellulare e caddi nel sonno più profondo che avessi mai avuto. Un sonno ristoratore privo di sogni o pensieri. Tutto ciò che avrei potuto sognare non sarebbe potuto essere classificato propriamente come sogno, ma come ricordo o proiezione di quanto avevo già vissuto, vissuto quella sera. Quella serata era stata come vivere un sogno ad occhi aperti, con la differenza che era reale e non mi avrebbe abbandonata il giorno dopo lasciandomi amareggiata, no mi avrebbe accompagnata ancora per molto!

Il giorno dopo non avrei più voluto abbandonare le soffici lenzuola del letto. C’era un’attrazione troppo forte da poter spezzare, una sorta di forza di gravità tutta mia che condividevo con il letto, e che solo un essere estraneo a ciò e insensibile come mia madre, avrebbe potuto rompere con la sua petulanza.  Così mi decisi, ovvero lei si decise a torturarmi per farmi uscire.

Dopo le solite e assolutamente inutili ultime ore scolastiche per quell’anno, uscii dall’edificio con delle compagne di classe. Stavo parlando con loro quando vidi distrattamente una moto. In un qualsiasi altro momento e in un'altra vita soprattutto non ci avrei fatto caso, sarebbe stata una visione come tutte le altre. Una banale moto. Ma, dato che io ero Clara Prime e proprio una moto aveva cambiato radicalmente il corso delle mie insulse giornate, non potei non soffermarmi su quella vista e così, seppure stesse ad una distanza notevole, la riconobbi. Era la sua moto! Fui assalita da un colpo al cuore, ma di lui nessuna traccia.

Forse era solo un’altra moto dello stesso modello, una coincidenza.

Abbandonai l’illusione che fosse lui e proseguii per la mia strada. Imboccai lo stesso viottolo dove quegli inservienti mi avevano seguita pochi giorni prima.  Appena voltai l’angolo Maggie e Luz mi fecero notare una scritta rossa a terra.

Seguendo l’indicazione che rappresentava, alla fine del vicolo ci trovammo sulla strada principale.

Un’altra freccia ci indicò di svoltare a destra in un vialetto. Incuriosite proseguimmo senza sapere cosa aspettarci.

Quell’intera stradina era tappezzata delle foto ingigantite che avevamo scattato durante la nostra cena.

Allora quella era davvero la moto di Liam e tutto questo era una sorpresa per me.

Over the dose of your loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora