Heart attack

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Liam’s pov:

Mi incantai osservandola mentre dormiva.  Era una cura per l’anima, una visione ancora più bella del mare stesso.

A distogliermi da tanta perfezione fu il trillo di un messaggio. Mi accorsi che non era il mio cellulare, realizzando che era il suo. Un certo Zayn Malik le aveva scritto. Lo riposi nuovamente nella borsa e mi ridistesi al fianco della ragazza. Zayn, Zayn, Zayn… quel nome riecheggiava nella mia mente. Chi era quel tizio ?

Non riuscendo a trattenermi dalla curiosità lessi il messaggio.

-Hey Clara, mi manchi. Non ci sentiamo da molto e spero che tu non ti sia dimenticata di tutto il piacere che ti ho procurato ;) Sai dove trovarmi. Ti aspetto con impazienza. Zayn xx-

 

Deluso. E’ così che mi sentii subito dopo aver letto quel messaggio. Mi pentii subito di averlo fatto, avendo preferito rimanere ignaro di tutto, forse per evitare di guardare in faccia la realtà. D’altronde non eravamo ancora una coppia, non avevo alcun diritto di invadere la sua privacy. Certo però poteva dirmi che si stava sentendo anche con un altro.  Nonostante non fossi un ragazzo geloso, con lei quel sentimento iniziava ad affiorare. 

Clara’s pov

Mi svegliai di colpo, allungando una mano alla ricerca del calore di Liam. Non trovai che il vuoto. Andai in agitazione, cosa lo aveva fatto allontanare? Forse un mio comportamento, una parola fuori posto? Eppure mi sembrava fosse tutto fantastico. Scrutai più attentamente sulla spiaggia, sperando vivamente di incontrare il suo sguardo da qualche parte, che il suo sorriso mi calmasse, ma nulla. Non c’era. A distogliermi dai miei pensieri fu una voce chiamarmi in lontananza. Vidi lo scroscio del mare, delle onde innalzarsi su di una figura intenta a non perdere l’equilibrio su un surf e… il suo sorriso. La sua voce. Mi rasserenai immediatamente e lo raggiunsi.

“Dai vieni, prova anche tu” mi disse porgendomi la mano.

“No, grazie. Non ne sono capace” risposi intimidita. 

“Dai, c’è sempre una prima volta. Ti insegno io, ti fidi di me?” mi domandò.

Quella domanda mi riportò alla mente il nostro primo incontro, quando accettai il suo aiuto fuori scuola. La mia stupidità mi aveva quasi fatto espellere, ma fu solo grazie a quel caos che lo incontrai e niente era stato più come prima, eccetto il fatto che mi fidavo di lui come allora, anzi ancora di più.

“Allora?” mi richiese riportandomi con i piedi per terra.

“Di te mi fido. Sono io il problema, io e la mia goffaggine!” Lui ricambiò le mie parole con una fragorosa risata che percepii come un guanto di sfida.                                                  

“Adesso ti prendi anche gioco di me? Va bene, ma te ne pentirai, Payno!”                    

“Non aspetto altro. Vieni qui che ti mostro come si fa” mi disse porgendomi  la mano.  Salii sulla tavola da surf, ma subito scivolai cadendo in acqua.                                                                                 

“Cazzo!” esclamai.

“Ed io dovrei aver paura di te? Ceeerto” disse ridendo.

Riprovai a salire, ma caddi di nuovo. Una volta in acqua chiesi aiuto a Liam allungandogli la mia mano.

“Taci e aiutami, almeno” dissi.

Quando lui afferrò la mia mano lo tirai verso di me, facendolo tuffare in acqua.

“Come ci si sente adesso?” gli domandai ironicamente.

“Piuttosto bagnato, direi” disse, rispondendomi a tono.

Salimmo insieme sul surf e dopo innumerevoli tentativi e dispetti l’un l’altra riuscii a mantenere l’equilibrio.

Il tempo passò rapidamente tra numerose cadute, risate e tuffi e così giunse il tramonto.

Quel luogo assunse tutt’altro aspetto, illuminato dal colore carminio del sole che andava scomparendo tra i flutti del mare. Restammo ad osservare quello spettacolo mozzafiato sulla tavola, in mezzo al mare, sdraiati l’una sull’altro.

“Non ho mai visto niente di più bello” affermai estasiata dinanzi a quello spettacolo.

“Neanche io” disse dolcemente guardandomi.

“Ma se non stai nemmeno guardando” sottolineai.

“Infatti non mi riferivo al tramonto” rispose compiaciuto.

Rimasi in silenzio pensando che avesse preso quella frase da un film smielato, così gli risposi sdrammatizzando.

“Fratello, ma hai i saldi? Perché sei troppo scontato!” dissi con una faccia schifata.

“Tu sei l’anti-romanticismo invece. Con te le mie tecniche di seduzione non funzionano.”

“Mi avevi sedotta fino a quando non hai aperto la bocca. Non sono come le altre.”

“Questo è poco ma sicuro, ma è ciò che ti rende speciale.”

“Stai ricominciando? Non ti conviene, Payno” ripetei con tono di sfida.

“No, ci rinuncio. Sei un caso perso” disse con disappunto.

“Vedo che incominci a conoscermi” ribattei.

Il silenzio seguì le nostre parole e rimanemmo a contemplare il paesaggio per un po’.

Il calore del sole si affievoliva sempre di più mentre nascosto tra le nuvole, i suoi raggi creavano un contorno rosso-arancione intorno alle loro figure ridondanti.

“Che piani hai per il futuro?” mi domandò improvvisamente.

Esitai dal rispondere. Non mi ero mai posta quella domanda, sebbene fosse ora, così da rimanere spiazzata.

“Il punto è se vuoi sapere se farai parte del mio futuro o... ?” dissi sdrammatizzando.

“No, intendo davvero” proruppe non lasciandomi continuare.

“In realtà non mi sono mai posta il problema. Vivo la vita al momento, non badando al domani, ma godendomi il presente” risposi “ Sperando nel meglio, ma aspettandomi il peggio” continuai.

“E poi sarei io quello scontato?! E tu che citi gli Alphaville? La conosco quella canzone, tesoro” mi disse spocchiosamente.

“Mi sbalordisci sempre di più, Payno” risposi.

“La finisci di chiamarmi Payno? Ho un nome, cazzo. Dovresti saperlo ormai” disse fingendosi irritato.

"Conosci anche le parolacce, Payno. Che ragazzaccio che sei, P A Y N O” dissi scandendone ogni sillaba e ridendo di gusto dinanzi al suo sguardo infastidito.

Per la prima volta, non sapendo cosa rispondere, si vendicò buttandomi giù dal surf. Seguirono schizzi a destra e a manca. Così mentre il sole ricompariva da dietro le nuvole e andava nascondendosi ancora una volta, un’ultima volta per quella giornata, nei flutti del mare, noi eravamo lì a farci i dispetti come due bambini, a ridere e scherzare come se non ci fosse un domani, come se non esistessero spazio e tempo, ma un’unica dimensione, creata dai nostri corpi festosi immersi nell’acqua, che ci circondava facendoci perdere e dimenticare del mondo esterno, come se non esistesse, come se esistessimo solo noi due. Riconoscevamo solo questo in quel momento e ci bastava.

Over the dose of your loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora