Quelle parole mi fecero uscire dal mio letargo nel più dolce dei modi. Erano poesia per il cuore, dolce melodia per l’anima. Mi scossero i sensi.
Inconsciamente erano ciò che desideravo per riprendermi dagli ultimi tortuosi avvenimenti, ma il mio egoismo aveva prevalso facendomi dimenticare tutto l’amore che potevo ricevere e costringendomi a rinchiudermi in un guscio impenetrabile.
Che stupida. Non mi sarei mai lasciata andare ai miei veri sentimenti, non mi sarei mai fidata ciecamente di me stessa, non sarei mai stata in grado di ricambiare quanto Liam aveva fatto fino ad allora per me. Forse con il tempo avrei imparato, ma quel tempo era ancora lontano anni luce.
Gradualmente quel suono terminò, lasciando spazio libero per riflettere, per apprezzare, per scaldare il mio cuore, per innamorarmi ancora di più.
Mi affacciai incuriosita al balcone, ma non vidi nulla.La luce fioca di un lampione illuminava il vuoto presente nel piccolo giardino sottostante.
Iniziai a dubitare di me stessa, della mia sanità mentale. Avevo davvero immaginato tutto? Lo avevo desiderato così tanto da renderlo reale?
Mentre vagavo nei miei pensieri poco chiari, vidi spuntare improvvisamente una figura contornata dalla luce del lampione, rannicchiata in precario equilibrio su un robusto ramo dell’albero di magnolie di mia madre che affiancava la mia camera.
Feci un passo indietro spaventata, poi intravidi la chitarra che avevo udito poco fa e mi rassicurai, era Liam.
La sua voce l’avrei riconosciuta tra mille urlanti. Appoggiò la chitarra su un ramo e mi tese la mano facendo cenno di avvicinarmi.
“Liam, non vorrai mica …” dissi impacciata e non sicura delle sue intenzioni.
Afferrò di colpo la mia mano, sebbene fosse distante e non tesa verso la sua, mi avvicinò bruscamente al suo corpo acquattato sul ramo, mi cinse i fianchi e baciò delicatamente le mie labbra gelate.
“Scusa se mi presento così senza preavviso. Non avevo alcuna intenzione di spaventarti, ma mi mancavi terribilmente, non avrei aspettato un minuto di più senza assaporare ancora una volta le tue labbra” disse poi dolcemente puntando i suoi occhi sulle mie labbra violacee.
“Hai scelto un modo un po’ bizzarro, direi. Le cose semplici tu non le consideri proprio vero?” gli chiesi con tono scontroso, lasciando ugualmente trasparire il mio stato d’animo festoso.
Non poteva scegliere momento migliore, modo migliore per incontrarmi.
Mi sentivo così schifosamente giù che mi sarei fatta di nuovo per il penetrante dolore che provavo, mandando all’aria tutti quei sacrifici, ma era bastato percepire appena la sua presenza che tutto era cambiato.
Ancora una volta mi aveva salvata, soccorsa nel momento di più disperato bisogno.
Credo che Liam fosse il mio angelo custode.
Scese dall’albero destreggiandosi abilmente tra i rami, poggiò la chitarra sul pavimento e rivolse nuovamente lo sguardo verso di me, con espressione assorta, preparando le parole da dirmi.
“Mi sono abituato così tanto alla tua presenza che i giorni e le ore che non trascorriamo insieme sembrano non finire mai, scorrere più lentamente per aumentare il tempo che ci separa. Mi hai fatto preoccupare. Ho preso in considerazione le ipotesi più assurde e insensate per spiegare il tuo comportamento, quando la soluzione era così semplice! Dovevo capire da subito che qualcosa di terribile era accaduto. La notizia mi ha atterrito, non riesco ancora a rendermene conto e non posso minimamente immaginare come tu ti sia sentita, quanto ancora tu soffra. Mi sono chiesto e richiesto: perché non hai contato sul mio appoggio? Ti sei sentita forse imbarazzata o cosa?
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Over the dose of your love
FanfictionLui era reale, mi procurava gioia eppure non era una pasticca che potevo ingoiare o una polvere da inalare. No, un corpo caldo, un’anima, un cuore che pulsava. Tra le tante che avevo assunto, Liam era la droga fatta apposta per me, la mia droga pre...