Quando il tuo cognome è scritto su uno dei campanelli di una villa nel Viale dei Parioli, tutti credono che la tua vita sia perfetta. Lo dovrebbe essere ancora di più se la tua famiglia felice appare sulla Nazione, in quanto proprietaria "dell'azienda dell'anno" e le luci della tua cabina armadio si accendono con un doppio battito di mani. In fondo cosa si può desiderare di più? Forse semplicemente qualcosa che neanche i soldi riescono a comprare, qualcosa che vada oltre questa perfezione apparente, ormai difficile da sostenere.
-Signorina Fiamma, sono le 6:30, i suoi genitori dormono ancora...- Filomena, una delle domestiche, entra nella mia stanza, dopo aver bussato un paio di volte, per avvertirmi del suo arrivo. -Grazie mille. Scendo tra poco.- Mi apre le tende, lasciando che luce colpisca i miei occhi ancora soltanto semiaperti, ed io non posso fare altro che alzarmi dal letto, dirigendomi verso il bagno. Passo una mano sul lavandino di marmo, per poi sciacquarmi il viso con l'acqua fredda. Lavo i denti velocemente e mi spazzolo i capelli, raccogliendoli in una coda alta. Dopo essermi messa anche il profumo, recupero dall'armadio la divisa della scuola e la indosso. L'idea di non potersi vestire come si vuole è una delle cose più odiose di questo mondo. E' un modo per omologare tutti gli studenti, per annullare le personalità di ciascuno.
Scendo velocemente le scale, stando attenta a non svegliare i miei genitori che dormono ancora, e incontro mia sorella in soggiorno, già pronta per la scuola.
-Ehi, Bianca! Dormito bene?- Le chiedo, ma lei non distoglie lo sguardo dal cellulare. Non cambia neanche espressione e ciò significa che non mi ha neanche sentita. Rimango qualche attimo ad ascoltarle e appena sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, noto che ha gli AirPods ed è proprio questo il motivo per cui non mi ha considerata. Alzo gli occhi al cielo e vado verso la sala da pranzo, dove il tavolo è già apparecchiato.
-Desidera la solita centrifuga di sedano e broccoli?- Guardo Filomena disgustata e scuoto la testa velocemente. -Non faccio colazione stamattina... E poi quell'affare lo bevo solo quando c'è mamma.- Recupero un cornetto alla marmellata ed esco di casa, senza neanche disturbarmi a salutare Bianca, la quale non si è ancora mossa da quel divano.
Scendo in giardino e trovo Alessandro, l'autista, ad aspettarmi. -Vado a piedi, grazie lo stesso.- Gli sorrido, ma lui scuote la testa contrariato.
-Fiamma, lo sai... Tuo padre non vuole che tu esca a piedi la mattina.- Alzo gli occhi al cielo e salgo in macchina. Alessandro ha qualche anno più di me e mi piace moltissimo trascorrere anche solo un quarto d'ora al giorno con lui, soprattutto la mattina, dato che è l'unico che mi dedica del tempo, ascoltandomi. Con lui parlo delle interrogazioni, delle mie cotte, ma soprattutto di calcio. E' un po' come se fosse un amico, un confidente.
In ogni caso, odio l'idea di arrivare di fronte a scuola con una macchina scura: neanche fossi il Presidente della Repubblica, ma in questo posto funziona così. Mio padre lavora nell'azienda di mio nonno, il quale è il proprietario di un'azienda farmaceutica, mentre mia mamma è uno dei soci di uno dei più famosi studi legali di Roma. Il massimo che uno possa desiderare, giusto? Certo, se solo questo non fosse un semplice castello di carte... Basta una folata di vento e crolla tutto. Ed io sono sicura che a breve non una folata di vento, ma una vera e propria tempesta, farà cadere ogni mia singola certezza.
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La Stazione dei Ricordi ~ Ultimo
FanfictionLui cerca una stella e lei cerca qualcuno per cui valga la pena brillare. Lei, Fiamma Rinaldi, conosciuta anche come "Stella" del quartiere Parioli di Roma. Lui, Niccolò Moriconi, di San Basilio. Ha un mondo dentro di sé, ma lo nasconde dietro un pa...