Sono passati cinque giorni dalla serata di beneficenza e da quella sera non ho più visto Niccolò. Del resto è difficile incontrarsi in una città come Roma, soprattutto se non si frequentano gli stessi ambienti. Non faccio altro che chiedermi cosa sarebbe potuto accadere se mia sorella non ci avesse interrotti, ma ormai anche farsi domande è del tutto inutile.
Tengo saldamente in mano il mio quaderno di fisica mentre cammino nel corridoio, dirigendomi verso l'uscita. Il mio telefono vibra nella tasca della giacca della divisa e devo fermarmi vicino alla parete, per evitare di essere portata via dalla massa di studenti impazienti di uscire da questa scuola, come degli animali in gabbia.
Da Alessandro
Ciao Fiamma! C'è stato un incidente su viale Liegi... Farò qualche minuto di ritardo per questo motivo. Mi raccomando aspettami davanti scuolaProprio oggi doveva fare ritardo? Domani ho il compito di fisica e devo studiare tutto il capitolo sui circuiti. Inoltre ho anche una fame da lupi, dato che stamattina ho fatto un'ora e mezzo di allenamento in piscina ed ero troppo in ritardo per fermarmi al bar della scuola a fare colazione per bene.
Saluto con la mano Mattia, il quale, senza Virginia a fargli la guardia, sembra essere diventato un'altra persona. Ricambia con un cenno con la mano, per poi tornare a parlare con il suo gruppo di amici.Scendo le scalette ed esco dal cancello della scuola, ritrovandomi in mezzo al parcheggio. Osservo i ragazzi salire sulle proprie macchine oppure sui motorini. Addirittura c'è chi ha i genitori, che sono venuti a riprenderli, e non posso non pensare a quanto sarebbe stato bello un giorno vedere il volto di mia madre all'uscita.
Mentre mi guardo intorno, non posso non notare un ragazzo vestito di nero, appoggiato al muro dell'edificio presente dall'altra parte della strada. Alza lo sguardo, come se avesse percepito i miei occhi puntati su di lui. Ha sempre quei dannati occhiali da sole, i quali gli nascondono quegli occhi stupendi. Non rifletto neanche per un secondo su cosa fare ed attraverso la strada, finendo a pochi metri da lui.
-Come hai fatto a trovarmi?- Dico, avvicinandomi a lui a passo svelto.
-Il nome della scuola sulla divisa...- Ha sempre quel sorrisetto beffardo sulle labbra e quella sigaretta tra le mani. Questa cosa mi irrita: nota benissimo l'effetto che ha su di me. Aspetta, quale effetto ha su di me?
-Tu veramente ti sei ricordato il nome della mia scuola?- Alzo le sopracciglia piuttosto confusa, provando invano a vedere oltre i suoi occhiali da sole.
-Ci si ricordano solo le cose a cui siamo interessati.- Che faccia da schiaffi! Questo non deve avere proprio niente di meglio da fare che venire in questo quartiere snob alla ricerca di una che ha visto due volte soltanto. Ma tipo un lavoro non ce l'ha? Ah già, fa il cameriere...
-Giusto... Cosa ci fai qua di preciso?- Gli chiedo, cercando di riprendermi da tutti quei miei pensieri. Se solo fossi stata una persona normale, avrei potuto chiedergli di fare due passi con me fino a casa, e invece non posso, dato che sto aspettando l'autista, il quale per giunta è un conoscente di Niccolò.
-Passavo di qui...- Scrolla le spalle e continua a fissarmi, senza spostare neanche minimamente lo sguardo. Se qualcuno ci guardasse da lontano, si metterebbe a ridere... Io indosso la divisa della mia scuola bianca, rossa e blu con il cappotto rosso abbinato, mentre lui ha sempre quella felpa con il cappuccio tirato su, nonostante sia fine ottobre. Siamo due opposti, in tutti i sensi. Forse le uniche cose che ci accomunano sono le sigarette e la voglia di dimostrare qualcosa, anche se devo ancora capire cosa. Ha la faccia di uno che ha bisogno di un riscatto, uno che vuole cambiare le cose, uno con il passato in fiamme. Ma alla fine al giorno d'oggi, chi è che non ha un passato in fiamme?
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La Stazione dei Ricordi ~ Ultimo
FanfictionLui cerca una stella e lei cerca qualcuno per cui valga la pena brillare. Lei, Fiamma Rinaldi, conosciuta anche come "Stella" del quartiere Parioli di Roma. Lui, Niccolò Moriconi, di San Basilio. Ha un mondo dentro di sé, ma lo nasconde dietro un pa...