Capitolo 9- Vieni a cercarmi

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-Non sarebbe poi così male...- Un ragazzo abbastanza alto con i capelli scuri si avvicina a noi, dando una pacca sulla spalla a Niccolò. Mi sorride e io ricambio, per poi osservare Niccolò fissare l'amico in modo insistente.

-Posso assicurarti che non è poi così divertente.- Affermo, aggiustandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro. E' logico che da fuori tutto appaia perfetto, soprattutto se si tratta di una delle feste esclusive dei Parioli, ma non sempre è così, anzi. Gira di tutto e c'è sempre il rischio che qualcuno, troppo ubriaco, si faccia male.

-Nic non porta quasi mai ragazze qui, quindi puoi ritenerti fortunata.- Mi fa l'occhiolino, ricevendo una gomitata nel costato dall'amico. Mi mordo il labbro inferiore, essendo leggermente in difficoltà.

-Non ascoltarlo.. Lui comunque è Adriano.- Niccolò inizia le presentazioni ed io porgo la mia mano al ragazzo, il quale la stringe. -Io sono Fiamma!- Gli dico il mio nome, prima che Niccolò lo faccia per me.

-Ah, tu sei quella per cui Nic si fa avanti e indietro dai Parioli tutti i giorni all'ora di pranzo!- Ecco questo è il momento in cui credo di essere diventata paonazza. Di solito ho sempre molto autocontrollo, ma con tutto quello che riguarda Niccolò sembra non essere così.

-Stai zitto, coglione!- Adriano alza le mani in segno di resa, ma Niccolò non sembra averla presa molto bene.

-Ehi, calmo! Me ne vado!- Il moro si allontana, lasciandoci di nuovo da soli. -Bravo, vai!- Niccolò si passa una mano tra i capelli, diventando poi serio e silenzioso.

-Quindi tu sei venuto ogni giorno davanti alla mia scuola?- Rompo il silenzio, dandogli una piccola spinta sul petto.

-Non venivo lì per te.- Dice subito, come per mettere in chiaro le cose. Si siede sul muretto di cemento ed io mi siedo accanto a lui.

-Conosci molte persone nel mio quartiere?- Sa bene che la mia è una domanda retorica e per questo sposta lo sguardo su di me, scuotendo la testa.

-Tecnicamente conosco solo te.- Ridacchia, rimanendo fermo nella stessa posizione.

-Dunque sei venuto davanti a scuola per fare conoscenza?- Alzo il sopracciglio sinistro e mi avvicino leggermente a lui.

-Volevo vedere i tuoi occhi- Sento di nuovo il suo profumo di dopobarba mischiato al tabacco, a causa della sigaretta che ha, anzi abbiamo, fumato poco fa.

-E dimmi... Come erano i miei occhi?- Sussurro, immaginando già come sarebbe sentire le sue labbra sulle mie. E' già la terza volta che ci troviamo in questa situazione.

-Blu come il cielo che avevo davanti.- Afferma con scioltezza, come se avesse già in mente quella frase. Queste parole suonano così bene messe in fila...

-Hai ripreso la frase da una poesia?- Gli chiedo ed è proprio qui che credo di aver sbagliato. Infatti si allontana, rimettendosi a sedere per bene al mio fianco.

-In effetti no.- L'aria è pesante e la tensione si taglia con il coltello. Odio quando si creano queste situazioni imbarazzanti, soprattutto con i ragazzi, dato che io non sono per niente brava a fronteggiarli. Mi passo una mano sulla fronte e provo a trovare una soluzione e un modo per uscire da questo casino. Non riesco a capire cosa io abbia detto di sbagliato, ma non ho il coraggio di chiedergli quale sia il problema.

-Sentite, noi andiamo a prenderci una birra, voi volete qualcosa?- Alzo lo sguardo da terra, dato che Adriano si è di nuovo avvicinato a noi. -Che facce da funerale... Ho interrotto qualcosa?- Io scuoto la testa e mi alzo in piedi. -No, tranquillo. Va tutto bene.- Gli sorrido, sperando che il mio sguardo non faccia trasparire il mio attuale stato d'animo.

-Per la mia incolumità, vi lascio da soli.- Il ragazzo si allontana di nuovo, raggiungendo un gruppo di ragazzi, fermi dall'altra parte del parcheggio.

-Io devo andare via.- Prendo la borsa della piscina da terra e guardo l'orologio sullo schermo del cellulare. Per fortuna non ci sono messaggi da mia madre, bensì soltanto uno da parte di Virginia, la quale mi avvisa che il suo arrivo a Fiumicino è previsto domani mattina alle 11:30 circa. Con un altro messaggio mi chiede di poterla raggiungere a casa sua per poterla aiutare con i preparativi della festa.

-Fiamma, aspetta. È ancora presto.- Finalmente sono riuscita a farlo parlare di nuovo. Si alza dal muretto ed inizia a camminare al mio fianco.

-Scusami, Niccolò. E' meglio che io vada, fidati.- Affermo, continuando a camminare a passo svelto, fin quando non finisco per ritrovarmi con la schiena appoggiata al muro di un palazzo.

-Cosa stai facendo?- Gli chiedo e le parole mi muoiono quasi in gola, a causa del fatto che mi ritrovo tra il suo corpo e una parete. Sono in trappola, ma è la più bella trappola in cui io sia finita in vita mia.

-Voglio capire cosa vuoi.-

-Io non voglio niente. Come la mettiamo?- Sento il suo respiro caldo sul mio collo e sussulto, quando appoggia le sue labbra sulla mia pelle, iniziando a lasciare una scia di baci umidi su di essa. Chiudo gli occhi e deglutisco, mentre il mio battito accelera e le mie gambe minacciano di cedere. Sale fino all'orecchio, lasciando un ultimo bacio dietro ad esso, per poi allontanarsi leggermente. -Questa sarebbe la reazione di una che non vuole niente?- Fa un sorriso strafottente e io capisco di non avere molte possibilità di negare ciò che ho provato.

-Smetti di sorridermi in questo modo!- Lo fulmino con lo sguardo, senza però ottenere nessun risultato.

-Altrimenti che fai?-

-Altrimenti perdo...- Guardo per un istante dietro di lui e vedo che il mio autobus sta arrivando alla fermata. Accidenti a questi mezzi pubblici del cavolo! -Perdo l'autobus!- Grido nel panico, allontanandolo da me, per poi iniziare a correre verso la fermata, per cercare di arrivare prima che l'autista decida di partire. -Scusami!- Urlo, quasi arrivata a destinazione, voltandomi indietro verso di lui. Era rimasto fermo per qualche istante, non capendo il motivo per cui avessi iniziato a correre in quel modo, ma poi aveva iniziato a seguirmi. Infatti non era poi così lontano da me e di conseguenza riusciva ancora a sentirmi.

-Come faccio a contattarti?- Mi chiede, con un tono abbastanza alto da farsi sentire.

-Vieni a cercarmi.- Gli lancio un'ultima occhiata per poi salire sull'autobus e andare a sedermi su un sedile vicino al finestrino, in modo da poterlo seguire con lo sguardo, fin quando non scompare dalla mia visuale.

Nota Autrice
Ma prima o poi si baceranno o no? Adesso ci mancava solo l'autobus... Niccolò riuscirà ad aprirsi con Fiamma riguardo alla sua passione per la musica? Commentate!!

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