-Non sarebbe poi così male...- Un ragazzo abbastanza alto con i capelli scuri si avvicina a noi, dando una pacca sulla spalla a Niccolò. Mi sorride e io ricambio, per poi osservare Niccolò fissare l'amico in modo insistente.
-Posso assicurarti che non è poi così divertente.- Affermo, aggiustandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro. E' logico che da fuori tutto appaia perfetto, soprattutto se si tratta di una delle feste esclusive dei Parioli, ma non sempre è così, anzi. Gira di tutto e c'è sempre il rischio che qualcuno, troppo ubriaco, si faccia male.
-Nic non porta quasi mai ragazze qui, quindi puoi ritenerti fortunata.- Mi fa l'occhiolino, ricevendo una gomitata nel costato dall'amico. Mi mordo il labbro inferiore, essendo leggermente in difficoltà.
-Non ascoltarlo.. Lui comunque è Adriano.- Niccolò inizia le presentazioni ed io porgo la mia mano al ragazzo, il quale la stringe. -Io sono Fiamma!- Gli dico il mio nome, prima che Niccolò lo faccia per me.
-Ah, tu sei quella per cui Nic si fa avanti e indietro dai Parioli tutti i giorni all'ora di pranzo!- Ecco questo è il momento in cui credo di essere diventata paonazza. Di solito ho sempre molto autocontrollo, ma con tutto quello che riguarda Niccolò sembra non essere così.
-Stai zitto, coglione!- Adriano alza le mani in segno di resa, ma Niccolò non sembra averla presa molto bene.
-Ehi, calmo! Me ne vado!- Il moro si allontana, lasciandoci di nuovo da soli. -Bravo, vai!- Niccolò si passa una mano tra i capelli, diventando poi serio e silenzioso.
-Quindi tu sei venuto ogni giorno davanti alla mia scuola?- Rompo il silenzio, dandogli una piccola spinta sul petto.
-Non venivo lì per te.- Dice subito, come per mettere in chiaro le cose. Si siede sul muretto di cemento ed io mi siedo accanto a lui.
-Conosci molte persone nel mio quartiere?- Sa bene che la mia è una domanda retorica e per questo sposta lo sguardo su di me, scuotendo la testa.
-Tecnicamente conosco solo te.- Ridacchia, rimanendo fermo nella stessa posizione.
-Dunque sei venuto davanti a scuola per fare conoscenza?- Alzo il sopracciglio sinistro e mi avvicino leggermente a lui.
-Volevo vedere i tuoi occhi- Sento di nuovo il suo profumo di dopobarba mischiato al tabacco, a causa della sigaretta che ha, anzi abbiamo, fumato poco fa.
-E dimmi... Come erano i miei occhi?- Sussurro, immaginando già come sarebbe sentire le sue labbra sulle mie. E' già la terza volta che ci troviamo in questa situazione.
-Blu come il cielo che avevo davanti.- Afferma con scioltezza, come se avesse già in mente quella frase. Queste parole suonano così bene messe in fila...
-Hai ripreso la frase da una poesia?- Gli chiedo ed è proprio qui che credo di aver sbagliato. Infatti si allontana, rimettendosi a sedere per bene al mio fianco.
-In effetti no.- L'aria è pesante e la tensione si taglia con il coltello. Odio quando si creano queste situazioni imbarazzanti, soprattutto con i ragazzi, dato che io non sono per niente brava a fronteggiarli. Mi passo una mano sulla fronte e provo a trovare una soluzione e un modo per uscire da questo casino. Non riesco a capire cosa io abbia detto di sbagliato, ma non ho il coraggio di chiedergli quale sia il problema.
-Sentite, noi andiamo a prenderci una birra, voi volete qualcosa?- Alzo lo sguardo da terra, dato che Adriano si è di nuovo avvicinato a noi. -Che facce da funerale... Ho interrotto qualcosa?- Io scuoto la testa e mi alzo in piedi. -No, tranquillo. Va tutto bene.- Gli sorrido, sperando che il mio sguardo non faccia trasparire il mio attuale stato d'animo.
-Per la mia incolumità, vi lascio da soli.- Il ragazzo si allontana di nuovo, raggiungendo un gruppo di ragazzi, fermi dall'altra parte del parcheggio.
-Io devo andare via.- Prendo la borsa della piscina da terra e guardo l'orologio sullo schermo del cellulare. Per fortuna non ci sono messaggi da mia madre, bensì soltanto uno da parte di Virginia, la quale mi avvisa che il suo arrivo a Fiumicino è previsto domani mattina alle 11:30 circa. Con un altro messaggio mi chiede di poterla raggiungere a casa sua per poterla aiutare con i preparativi della festa.
-Fiamma, aspetta. È ancora presto.- Finalmente sono riuscita a farlo parlare di nuovo. Si alza dal muretto ed inizia a camminare al mio fianco.
-Scusami, Niccolò. E' meglio che io vada, fidati.- Affermo, continuando a camminare a passo svelto, fin quando non finisco per ritrovarmi con la schiena appoggiata al muro di un palazzo.
-Cosa stai facendo?- Gli chiedo e le parole mi muoiono quasi in gola, a causa del fatto che mi ritrovo tra il suo corpo e una parete. Sono in trappola, ma è la più bella trappola in cui io sia finita in vita mia.
-Voglio capire cosa vuoi.-
-Io non voglio niente. Come la mettiamo?- Sento il suo respiro caldo sul mio collo e sussulto, quando appoggia le sue labbra sulla mia pelle, iniziando a lasciare una scia di baci umidi su di essa. Chiudo gli occhi e deglutisco, mentre il mio battito accelera e le mie gambe minacciano di cedere. Sale fino all'orecchio, lasciando un ultimo bacio dietro ad esso, per poi allontanarsi leggermente. -Questa sarebbe la reazione di una che non vuole niente?- Fa un sorriso strafottente e io capisco di non avere molte possibilità di negare ciò che ho provato.
-Smetti di sorridermi in questo modo!- Lo fulmino con lo sguardo, senza però ottenere nessun risultato.
-Altrimenti che fai?-
-Altrimenti perdo...- Guardo per un istante dietro di lui e vedo che il mio autobus sta arrivando alla fermata. Accidenti a questi mezzi pubblici del cavolo! -Perdo l'autobus!- Grido nel panico, allontanandolo da me, per poi iniziare a correre verso la fermata, per cercare di arrivare prima che l'autista decida di partire. -Scusami!- Urlo, quasi arrivata a destinazione, voltandomi indietro verso di lui. Era rimasto fermo per qualche istante, non capendo il motivo per cui avessi iniziato a correre in quel modo, ma poi aveva iniziato a seguirmi. Infatti non era poi così lontano da me e di conseguenza riusciva ancora a sentirmi.
-Come faccio a contattarti?- Mi chiede, con un tono abbastanza alto da farsi sentire.
-Vieni a cercarmi.- Gli lancio un'ultima occhiata per poi salire sull'autobus e andare a sedermi su un sedile vicino al finestrino, in modo da poterlo seguire con lo sguardo, fin quando non scompare dalla mia visuale.
Nota Autrice
Ma prima o poi si baceranno o no? Adesso ci mancava solo l'autobus... Niccolò riuscirà ad aprirsi con Fiamma riguardo alla sua passione per la musica? Commentate!!
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La Stazione dei Ricordi ~ Ultimo
FanficLui cerca una stella e lei cerca qualcuno per cui valga la pena brillare. Lei, Fiamma Rinaldi, conosciuta anche come "Stella" del quartiere Parioli di Roma. Lui, Niccolò Moriconi, di San Basilio. Ha un mondo dentro di sé, ma lo nasconde dietro un pa...