Capitolo 41- Prendere o lasciare

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Niccolò

Sono a casa mia, sdraiato sul divano con una bottiglia di birra nella mano sinistra ed una sigaretta in quella destra. Non faccio altro che starnutire da sabato e credo di aver ingerito un numero indefinito di pasticche. A dire la verità mescolare l'alcol ed il tabacco con le medicine non è proprio una scelta molto intelligente, ma i primi due sono la cura per il mio umore, mente le pasticche per la mia influenza. Mi fa male la gola, la testa, l'orecchio destro e anche i muscoli. Uno straccio insomma... Riflettendoci bene, sento anche un po' di fastidio alla bocca dello stomaco, probabilmente a causa di tutte le medicine che sto prendendo. È possibile che io mi debba ammalare proprio nella settimana prima di Natale, quando il mio dottore è già partito per la montagna? Che poi, non è neanche più di moda andare in montagna per Natale! Vanno tutti ai Caraibi...

-E quindi non l'hai baciata?- Alessandro è venuto a farmi visita, o meglio è venuto a parlare di Fiamma. Mi ha chiesto di raccontargli come si sia svolto il nostro incontro l'altra sera, ma tutto ciò che ho ottenuto da quella conversazione è stata questa dannata influenza.

-Se n'è annata prima che potessi farlo!- Dico, sbucando da sotto le coperte, per poter aspirare un altro po' di fumo dalla sigaretta ormai consumata, per poi appoggiare il mozzicone nel posacenere, lasciato sul pavimento.

-A Niccolò! Sei 'n cojone!- Non so se si riferisca al fatto che mi trovo sotto tre coperte di lana oppure al fatto che non l'abbia baciata.

-Dovevo costringerla?- Chiedo, allungandomi leggermente in avanti per mettere la bottiglia di birra sul tavolino, tenendo tra le dita un lembo della prima coperta, in modo da non prendere troppo freddo.

-Sei com'è fatta Fiamma! Lei aspettava che tu pijassi l'iniziativa!-Certo, come se stare sotto una pioggia torrenziale soltanto per avere il suo perdono, non fosse una presa di posizione. Soprattutto per un ipocondriaco.

-Quindi lei me dice di annarmene ed io avrei dovuto baciarla?- Scuoto la testa e mi giro d'altra parte, quando sento un forte dolore al collo. Ce mancava 'r collo!

-E' proprio vero che nun capisci le donne, Nic! Nun se sa proprio come tu avessi fatto a conquistare una come lei!- Me lo chiedo anche io alcune volte... Lui si mette seduto su una poltrona e ad appoggia i gomiti sulle ginocchia, stando piegato in avanti. Ora voglio vedere a stare in quella posizione come mi chiede una pasticca per il mal di schiena!

-Con una canzone davanti a circa quinnici persone, delle quali quattro eravate tu, Adriano, Tiziano e Leo.- Rispondo, ricordando quella sera in cui riuscii ad aprire il suo cuore del tutto. Forse la chiave del perdono è proprio la musica.

-Ecco cosa ce vole! Scrivi 'na canzone!- C'ero appena arrivato da solo...

-E' quello che ho fatto, genio! Non ha funzionato, però!- Alzo gli occhi al cielo, quando un colpo di tosse interrompe il mio discorso. Forse mi servirebbe un'altra coperta...

-Sì, ma non 'na canzonetta ner mezzo della strada! Dobbiamo farle rivivere la scena di quella sera, in modo che possa ricordarsi come si è innamorata di te!- Esclama, allargando le braccia e nella mia testa compaiono alcune immagini di quella sera. Feci addirittura a botte con Alessandro, perchè ero convinto che fosse innamorato di Fiamma.

-E chi la dovrebbe portare a San Basilio, scusa?- Il piano mi sembra folle e soprattutto inutile, dato che lei non sembra più intenzionata ad avere qualcosa a che fare con me: ho avuto la mia occasione e l'ho sprecata. Se prima trascorrevo le mie notti insonni a pensare ai miei errori passati, adesso rimango sveglio per pensare a lei.

-Io, no? Sò 'r su' autista!- Sorride compiaciuto, come se il suo discorso non facesse una piega. A me convince proprio poco in realtà...

-Con quale scusa? "Annamo a fa 'n aperitivo 'n periferia?"- Scuoto la testa, accendendomi un'altra sigaretta, per poi distendere meglio le gambe.

La Stazione dei Ricordi ~ UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora