Capitolo 71- Soffre almeno quanto te

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Il suono ripetitivo della campanella perfora i miei timpani, interrompendo la lezione di storia dell'arte su Van Gogh e sulla sua Notte Stellata. Pittore celeberrimo quanto tormentato interiormente, un po' come me al momento. Rivedo i moti del mio animo inquieto nelle sue pennellate e questo mi ha permesso di non pensare a tutti i miei casini almeno per un'ora, concentrandomi su quelli di un altro. Pensare a come la sua vita si sia conclusa con un suicidio, non mi mette di buon umore, ma rimango speranzosa di non finire come lui. Infilo il libro di arte ed il quaderno nello zaino, così come il piccolo portapenne di Prada, giusto per non ostentare la ricchezza anche a scuola... Sospiro, dopo aver indossato il mio cappotto, diretta verso il corridoio, dove mi imbatto nel gruppetto di pariolini più famoso della scuola. Il mio tentativo di cambiare direzione risulta vano, nel momento in cui Luca si allontana dai suoi amici, avendomi intercettata.

-Ehi, Fiamma! Fermati un attimo!- Mi blocca il polso, ma riesco a liberarmi dalla sua presa con la scusa di infilare i guanti rossi di pelle in tinta con il cappotto. Cerca il mio sguardo, nonostante io stia cercando di evitare di guardarlo negli occhi. Sento le mie meningi pulsare, tanto che anche solo le chiacchiere della gente intorno mi infastidiscono.

-Luca, scusami, ma il mio autista mi aspetta.- Non sembra essere deciso a spostarsi e soprattutto a lasciarmi raggiungere l'atrio, che al momento per me rappresenta la luce in fondo al tunnel, una sorta di salvezza. Voglio solo arrivare a casa e distendermi sul mio letto, al buio e soprattutto in silenzio. Mi passo una mano sugli occhi, immaginando quanto il mio aspetto sia orribile in questi giorni a causa delle occhiaie, che neanche il fondotinta di Chanel riesce a nascondere, e soprattutto dei miei occhi, dai quali penso si evinca quanto il mio cuore sia spezzato.

-Volevo capire se il mio invito per la tua festa si sia smarrito nella cassetta della posta o se stai ancora decidendo la location.- Accarezza il mio volto ed io non ho neanche la forza di sottrarmi al suo tocco, dato che il contatto umano è proprio ciò di cui avrei davvero bisogno. Nel suo sguardo noto un certo stupore, legato al fatto che io non abbia deciso di allontanarlo, come al solito, ma sia rimasta ferma a bearmi del calore della sua pelle a contatto con la mia.

-Nessuna delle due.- Se fossi stata in me, gli avrei risposto a tono, invece sembro un cagnolino, un po' come tutte le altre studentesse di questa scuola, quando lui rivolge loro la parola. La mia però è una situazione diversa: non avrei avuto il coraggio di reagire, chiunque fosse stato il mio interlocutore.

-E' un modo gentile per dirmi che non mi hai invitato?- Si morde il labbro inferiore, alzando il sopracciglio, ed io non posso far altro che ricordare tutte le volte in cui anche Niccolò faceva la stessa cosa. E' normale che qualsiasi cosa mi ricordi lui? Come riuscirò a dimenticarlo, se tutto è collegato a lui, ad un suo discorso, ad un suo modo di fare, ad un suo modo di essere...?

-Niente festa quest'anno, Luca. Adesso devo andare, scusa.- Inizio a camminare verso l'atrio, liberandomi dalla sua mano, con la quale continuava ad accarezzarmi il volto. Spero con tutta me stessa che abbia ottenuto ciò che voleva e che per oggi decida di lasciarmi in pace, ma purtroppo ciò non accade, dato che sento la sua presenza accanto a me un secondo dopo che credevo di essere riuscita a sfuggire alle sue grinfie.

-La Stella dei Parioli che non festeggia il compleanno? Non è mai successo da quando ti conosco, quindi da quando eravamo in fasce.- Il freddo di febbraio colpisce la mia pelle nel momento in cui usciamo dalle porte di vetro, ritrovandomi a dover scendere la scalinata di fianco a lui, il quale non sembra arrendersi.

-Non sai dei miei arresti domiciliari?- Gli chiedo, sperando di non dover raccontare tutto ancora una volta. In questa scuola le notizie volano, ma in situazioni come queste a tutti piace sentirsi raccontare la storia dalla diretta interessata, giusto per cercare di cogliere un particolare ancora sconosciuto, o anche solo per avere un motivo per deridermi. Non è da tutti essere messa in punizione per quattro mesi a quasi diciannove anni di età con la sola colpa di essersi innamorata di un ragazzo troppo povero.

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