Sono passati esattamente tre giorni, cinque ore e ventiquattro minuti dal mio bacio con Niccolò e altrettanti giorni, ore e minuti da quando ho parlato con lui l'ultima volta. Già, ho contato anche i minuti: è quello che fai quando non riesci a pensare ad altro. Tengo il cellulare sempre sulla scrivania, aspettando una sua chiamata anche mentre studio, cosa che non ho mai fatto. Poi ogni tanto mi ricordo che non ha il mio numero ed è quindi inutile attendere qualcosa che non arriverà mai. Martedì all'ora di pranzo ho aspettato davanti alla scuola, fingendo di essere interessatissima ad una conversazione con una mia compagna di classe, soltanto per cercare di localizzarlo nel parcheggio, ma non c'era. Dopo una decina di minuti sono stata costretta a salire in macchina con Alessandro, provando a non fargli capire che stessi cercando qualcuno, che però non c'era. Cosa voleva dire con quella frase? Come potrei aiutarlo a dipingere i suoi quadri, se mi sta lontano? Forse ha capito che non sono in grado, o magari che non siamo in grado di far funzionare qualcosa.
Adesso sono qui ancora un'altra volta, sperando di trovarlo appoggiato alla parete dell'edificio rosa pesca davanti alla scuola, con i suoi occhiali da sole e una sigaretta tra le mani. Eppure anche oggi non c'è e questa strada mi sembra più vuota del solito. Dicono che sia difficile sentirsi soli in mezzo alla folla e invece è proprio in mezzo a centinaia di persone che capisci quanto ti manchi l'unica che non hai vicino.
Scendo le scale ed esco dal cancello, sentendo cadere qualche goccia di pioggia sui miei capelli castani, ma non ho voglia di aprire l'ombrello. Alzo gli occhi verso il cielo e vedo che è plumbeo e pieno di nuvoloni pronti a scatenare l'inferno. "Blu come il cielo che avevo davanti"... Mi tornano in mente le sue parole, che probabilmente compongono un verso di una delle sue canzoni. Oggi il cielo però non è blu, esattamente come i miei occhi, i quali stanno perdendo di giorno in giorno la ragione per brillare.
Salgo in macchina e noto che Alessandro è al telefono. Appena sente il rumore dello sportello, si volta verso i sedili posteriori e mi sorride leggermente. -Ciao, Fiamma!- Sussurra, nel tentativo di non farsi sentire dal suo interlocutore. -Devo andare. Ci sentiamo dopo.- Dice velocemente, per poi chiudere la chiamata. Appoggia il telefono sul sedile al suo fianco e accende l'auto.
-Era la tua ragazza?- Gli chiedo dopo qualche istante, provando a pensare a qualcos'altro. Tengo il gomito sul bracciolo e socchiudo un po' gli occhi.
-No, era un mio amico.- Risponde, senza staccare lo sguardo dalla strada.
-Era Niccolò?- Cerco di captare qualche informazione dalla sua espressione e deduco che la risposta sia affermativa, nonostante lui non lo voglia ammettere. -Era per pura curiosità, tranquillo. Solo che tra i tuoi amici conosco solo lui, quindi mi è venuto in mente.- Certo, è anche l'unico tra i suoi amici che ti sei limonata, cara Fiamma... Questa è la voce della mia coscienza. Nonostante io non mi penta di niente, mi sono chiesta più volte se questa sia stata una buona scelta per entrambi.
-Com'è andata a scuola?- Ha cambiato argomento, senza rispondere alla mia domanda, il che mi conferma che ho delle doti da indovina, almeno per quanto riguarda Niccolò.
Arriva una notifica sul suo telefono e il testo del messaggio compare sul computer di bordo dell'auto. E' un indirizzo e il mittente è "Nic". Bingo. Alessandro si ferma ad un semaforo ed io mi affretto ad abbassare lo sguardo sul mio cellulare, fingendo di non aver visto niente. Apro le note e mi segno quell'indirizzo, nonostante io non abbia ancora idea di come poterlo utilizzare. L'auto riparte e Alessandro tossisce, cercando di attirare la mia attenzione.
-Fiamma, io lavoro per tuo padre, ma se hai bisogno di un amico con cui parlare, io ci sono.- Dice, entrando dentro al cancello di casa, per poi attraversare tutto il vialetto. Ferma l'auto e si volta verso di me. La pioggia cade sul tetto della macchina ininterrottamente e l'acqua sui finestrini non permette di vedere nitidamente l'esterno.
-Ho bisogno di chiederti una cosa, Alessandro.- Lui annuisce ed io cerco il coraggio per continuare a parlare. -Hai consigliato a Niccolò di starmi lontano per evitare una delusione, mentre a me hai detto che dovevo stargli alla larga, per evitare di essere trascinata nei suoi casini. C'è un altro motivo che ti ha spinto a preoccuparti così tanto per me?- Ho bisogno di capire cosa c'è sotto a tutta questa storia; voglio sapere perchè Niccolò sia sparito così, senza dire niente, e anche il motivo per cui il mio autista sia così duro nei confronti del suo amico.
-Fiamma, ho provato sulla mia pelle che non vanno a finire bene le relazioni tra uno come noi e una come te.- Lo blocco e mi slaccio la cintura di sicurezza, dato che la macchina ormai è ferma del tutto.
-Perchè parli al plurale? Hai avuto una storia con una ragazza dei Parioli?-
-No, ma è quello che avrei voluto. Non è vero che le differenze economiche non pesano sulle relazioni... Sono un po' più grande di te e queste cose le capisco bene. Di solito il problema non viene percepito dal ricco, bensì dall'altro, il quale cerca sempre di sentirsi all'altezza, ma non ci riesce mai.- Le parole gli muoiono in gola e a me si stringe il cuore. Non scherziamo, io non sento niente per lui, ma cerco sempre di aiutare le persone.
-Cosa stai cercando di dirmi, Alessandro?- Appoggio le dita sulle tempie, massaggiandomele, sentendo che l'emicrania sta per arrivare a farmi visita.
-Sto cercando di dirti che è meglio se ti togli Niccolò dalla testa e provi ad andare avanti con la tua vita.-
-Te sei riuscito ad andare avanti oppure la tua ragazza dei Parioli continua a farti soffrire?-
-Meglio lasciar perdere.- Si passa una mano tra i capelli e sospira.
-Ale, sono io la ragazza di cui parli?- Sento bussare al mio finestrino e vedo mia madre in piedi accanto alla macchina con un ombrello in mano. -Ale, rispondimi.- Scuote la testa e non riesco a capire se stia rispondendo alla mia domanda oppure stia cercando di dirmi che non ha intenzione di darmi una risposta.
-Fiamma, il pranzo è già in tavola. Ti aspetto dentro. Copriti, perchè sta piovendo.- Grazie mamma, non mi ero accorta che stesse diluviando... Rientra in casa ed io non posso far altro che uscire dalla macchina, recuperando l'ombrello nello zaino. Guardo per un'ultima volta Alessandro, ma lui non proferisce parola: è meglio lasciar perdere. Questo silenzio è imbarazzante, dunque mi decido a scendere. Prendo il telefono dalla tasca e digito il numero di una delle compagnie di taxi di Roma.
-Ho bisogno di un taxi per questa sera alle 22. Dovreste avere il mio indirizzo nel database. Sono Fiamma. Fiamma Rinaldi.- Mi volto verso la Bugatti, parcheggiata ad una decina di metri di distanza e posso scorgere Alessandro con la testa ancora appoggiata al sedile. Devo scoprire cosa ci sia a questo indirizzo e perchè Niccolò e Alessandro siano collegati ad esso.
Nota Autrice
Ho scritto questo capitolo in circa un'ora... Spero che sia all'altezza... Secondo voi Alessandro è innamorato di Fiamma? E poi perchè Niccolò è sparito così? Molte domande senza risposta... Nel prossimo capitolo verranno svelate molte verità! Aspetto i vostri commenti!
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La Stazione dei Ricordi ~ Ultimo
FanficLui cerca una stella e lei cerca qualcuno per cui valga la pena brillare. Lei, Fiamma Rinaldi, conosciuta anche come "Stella" del quartiere Parioli di Roma. Lui, Niccolò Moriconi, di San Basilio. Ha un mondo dentro di sé, ma lo nasconde dietro un pa...