Capitolo 65- Una carbonara a tre stelle Michelin

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-Allora, com'è stato?- Gli chiedo, tenendo stretta la sua mano, mentre camminiamo per le strade di Roma. Ho dato ad Alessandro la serata libera, dato che doveva aiutare Adriano a preparare la festa a sorpresa a casa di Niccolò. Il ristorante che ho preparato dista pochi minuti dall'eliporto, dunque ho pensato che potesse essere carino anche andarci a piedi. So quanto lui soffra prendere i taxi o peggio ancora la macchina con l'autista, di conseguenza ho voluto evitare di metterlo in imbarazzo ancora una volta.

-Mi sono quasi dimenticato di aver paura di volare.- Sorride, incrociando il mio sguardo e rubandomi un bacio veloce, prima di attraversare le strisce al semaforo. Guardo le nostre mani, che combaciano come pezzi di un puzzle e non posso non riportare indietro la mente alla prima volta in cui mi ha presa per mano. Non è un gesto facile dal mio punto di vista: è comunque un modo di concedersi al proprio partner. È difficile tenere per mano una persona per cui si provano sentimenti negativi, perché questo gesto rappresenta un legame.

-La sorpresa non è finita: adesso ti porto a cena in un posto che conosco bene. Mio nonno mi portava lì ogni domenica a pranzo, ovviamente quando non giocava la Roma.- Indico il ristorante all'angolo, tentando di non ripensare a tutte le domeniche trascorse qui con i miei familiari e specialmente con il mio membro della famiglia preferito, che però mi ha lasciata troppo presto.

-Fiamma, mi sembrava abbastanza il giro in elicottero. Potremmo ordinare una pizza a casa mia, che ne dici? Magari chiamiamo anche Alessandro e Adriano...- Appoggio un dito sulle sue labbra, per zittirlo, dato che non posso rischiare che tutta la sorpresa venga rovinata. Mi fermo davanti all'entrata del ristorante e gli faccio cenno di seguirmi all'interno. -Sei sicura sia il posto adatto per festeggiare il mio compleanno?- Chiede, alzando entrambe le sopracciglia. Forse ho esagerato nella scelta del ristorante, ma volevo farlo vivere nel mio mondo per una serata.

-Certo, ho prenotato una sala solo per noi.- Affermo, avviandomi verso la porta, anche se lui mi blocca il polso. Un cameriere apre la porta ed io mi volto di scatto verso il mio ragazzo, implorandolo con gli occhi di non fare stupidaggini.

-Ho il vestito adatto?- Sussurra nel mio orecchio ed io tiro un sospiro di sollievo: fortunatamente non è ancora scappato. Capisco che non sia facile frequentare posti del genere per un ragazzo semplice come lui, ma io sono questa.

-Nic, a me importa solo di te.- Gli lascio un bacio sulle labbra e mi rivolgo al cameriere, che ci sta tenendo la porta a vetri aperta. Mi guardo intorno e mi sembra di tornare indietro nel tempo a poco più di un mese fa, quando mio nonno mi portò qui per l'ultima volta. Credevo che ci non avrei più messo piede: senza Niccolò non sarei mai tornata qui.

-Buonasera signorina Rinaldi, la accompagno subito al tavolo.- Il maître mi saluta, facendo cenno ad una cameriera di scortarci nella sala che ho prenotato per noi. Non sapendo che fiori gli piacessero, ho fatto portare delle composizioni miste con varietà floreali diverse sui toni del rosso e dell'arancione, essendo un grande tifoso della Roma. In più ho fatto stampare alcune delle nostre foto, che sono state poi appese a dei palloncini, fissati a terra con dei orsetti.

-Addirittura ti chiamano per cognome... La cosa è più seria di quanto credessi.- La cameriera ed il maître ci fanno accomodare sulle sedie ed io mi sarei aspettata un commento diverso da Niccolò. Sembra quasi che sia più preoccupato di capire quanto io sia importante o conosciuta, rispetto che a godersi la mia sorpresa.

-Ti piace il nostro tavolo?- Gli chiedo, cercando il suo sguardo, che però non riesco a trovare. Socchiudo leggermente gli occhi, tentando di mantenere la calma. Come faccio qualcosa nel mio stile, sbaglio. Probabilmente il problema tra di noi e proprio questo: non accetta quello che sono quando non sono con lui. Non accetta la Fiamma che frequenta ristoranti costosi, quella che vive nella villa con piscina riscaldata ed idromassaggio, quella che il sabato pomeriggio non sta con lui al parcheggio, ma si prepara per una serata di beneficienza. Ed a me duole dirlo, ma forse questo è un problema.

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