Capitolo 32- Una chiamata nel momento sbagliato

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-Benvenuta per la seconda volta nella mia umile dimora!- Inserisce la chiave nella serratura e la gira, facendomi cenno di entrare per prima in casa.

-Sei un gentiluomo!- Mi ha fatta passare per prima e questo non è molto scontato al giorno d'oggi. Un po' di galanteria non guasta...

-Era solo per guardarti il culo!- Ah ecco, adesso mi torna... Ho appena varcato la porta, quando fa aderire i nostri corpi, prendendomi per i fianchi.

-Smetti, scemo!- Mi libero dalla sua presa e mi avvio verso la cucina, ma lui non sembra volersi dare per vinto.

-Non negare che anche tu hai guardato il mio!- Si posiziona davanti a me, iniziando a disegnare dei cerchietti immaginari sulla mia schiena, scendendo verso il basso.

-Io non faccio queste cose...- I nostri bacini si scontrano e questo mi fa sussultare. Forse non è stata una grande idea quella di venire a casa sua...

-Dicono tutte così!- Soffia sul mio collo, lasciandomi senza fiato per qualche istante, prima di allontanarsi.

-Dove vai?- Gli chiedo, sentendo all'improvviso la sua mancanza. Adoro l'idea di stargli vicina in quel senso, nonostante io faccia fatica ad ammetterlo.

-A prendere questo... E' l'articolo, di cui ti parlavo l'altra mattina.- Apre un cassetto e ne tira fuori una pagina di giornale ripiegata in quattro. Me la porge e vedo al centro della pagina la mia foto sul palco. Non sono venuta poi neanche così male in effetti...

-La Stella dei Parioli accende la notte a Villa Borghese, con una collana di diamanti che la fa brillare ancora di più. Fiamma scalda i cuori di tutti con un sorriso meraviglioso! C'erano occhi solo per lei e per la nobile causa che sosteneva.- Leggo le prime righe dell'articolo, per poi appoggiarlo sul tavolo. -E pensare, Nic, che io avevo occhi solo per te quella sera.- Mi sposto verso di lui e gli accarezzo il volto, incrociando le braccia dietro il suo collo.

-Anche se ero vestito come un pinguino?- Ridacchia, riferendosi alla sua divisa da cameriere. Era bello anche con il papillon un po' storto...

-Sinceramente non ebbi il tempo di concentrarmi sui tuoi vestiti... Cercavo solo di incrociare il tuo sguardo in ogni momento. Ti ricordi quando mia sorella ci interruppe? Se tu ne avessi avuto la possibilità, mi avresti baciata?- In quel momento odiai mia sorella in modo profondo, ma l'evoluzione della nostra relazione è stata bella comunque.

-Credo che ti avrei baciata, già quando ti vidi per strada qui a San Basilio. Ho capito subito che non tu fossi come le altre parioline... Mi sembravi indifesa, chiusa in te stessa, con un passato in fiamme, però forse non più del mio. Ho iniziato a cercare qualsiasi pretesto per vederti: eri diventata la mia sfida. A dire la verità lo sei ancora, perchè con te mi metto alla prova ogni giorno; in più non avrei mai creduto di poter far innamorare una come te! Ma dimmi: tu, invece, mi avresti baciato quella sera?- Sinceramente non so come lui sia riuscito a formulare un discorso di senso compiuto, tenendo i nostri volti a pochi centimetri di distanza.

-Mi facevi paura in realtà. Non perchè tu fossi pericoloso, ci mancherebbe! Ma per il semplice fatto che mi venivano i brividi ogni volta che ti avevo vicino.- Appoggia le labbra sul mio collo, togliendo dall'asola i primi bottoni della mia camicia bianca.

-Ti vengono ancora, mi pare.- Toglie l'elastico dai miei capelli, facendo cadere le leggere onde castane sulle mie spalle.

-Credo che sia la millesima volta che mi tocchi, eppure mi fai sempre lo stesso identico effetto.- Gli accarezzo i capelli, mentre lui tiene il volto nascosto tra il mio mento e il collo della mia camicia.

-Anche a me fai lo stesso effetto, se può interessarti.-Mi prende la mano destra, portandola fino al suo petto, permettendomi di sentire il suo battito accelerato.

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