Capitolo 11- Non mi presenti la tua amica?

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Lo osservo seduto al bancone intento a girare nervosamente il suo caffè. I suoi capelli sono scompigliati ed indossa un paio di occhiali da sole diversi da quelli di sabato pomeriggio, probabilmente anche per nascondere lo sguardo assonnato. Si copre la bocca con la mano destra per soffocare uno sbadiglio, segno del fatto che si è svegliato da poco. Devo ancora capire come abbia fatto a trovarmi, ma l'enigma principale adesso sta nel decidere come agire. Spero soltanto che a lui non venga in mente di venire a dirmi qualcosa, semplicemente perchè mi ritroverei in una situazione assurda ed imbarazzante con Virginia. Lei non capirebbe e andrebbe subito a raccontare tutto in giro. Non che io mi vergogni di Niccolò, ma nella nostra società se sgarri, sei finita.

-Ehi, Fiamma! Hai deciso cosa prendi stamattina?- La mia amica appoggia una mano sul mio avambraccio destro, cercando di catturare la mia attenzione. Alzo lo sguardo e vedo che Matteo si trova in piedi accanto al nostro tavolo, con un blocchetto in mano per le ordinazioni. Mi giro ancora una volta verso il bancone ed incontro i suoi occhi, anzi le lenti dei suoi occhiali da sole. Le sue labbra si piegano in un sorriso e devo dire che se solo fossi stata da sola, mi sarei già alzata per andare a baciarglielo quel dannato sorriso.

-Fiamma! Ti riprendi? Adesso te la scelgo io la colazione... Smetti di fissare tutte quelle paste: ingrasso solo a guardarti.- La voce gracchiante di Virginia mi impone di tornare in me, soprattutto per non destare sospetti di un qualunque genere: nessuno deve capire che io e quel ragazzo al bancone ci conosciamo. Mi schiarisco la voce e prendo il menù delle bevande tra le mani, provando a sembrare impegnata nella scelta.

-Per me un cappuccino e un cornetto alla cioccolata, per favore. Scusa, ma stamattina sono parecchio stanca. Non ho dormito bene stanotte...- Sorrido al barista, il quale appunta tutto su un foglietto.

-Nessun problema. Arrivo subito con il vostro ordine.- Virginia prende sempre il suo solito centrifugato di mango, carote e arance, in quanto sostiene che le serva per abbronzarsi meglio. Ancora devo capire l'utilità di tutto questo in autunno, però una cosa che ho imparato da quando la conosco è di non fare domande riguardo alle sue "diete".

-Ti è servito tutto questo tempo per scegliere un semplice cornetto al cioccolato?- Ridacchia, per poi prendere il suo telefono dalla borsa e iniziare a scrivere un messaggio al suo ragazzo. Io colgo l'occasione per alzare gli occhi al cielo, in quanto è troppo concentrata per vedermi, finendo poi per posare il mio sguardo su Niccolò ancora una volta. Mi mordo il labbro inferiore, quando noto che stava ancora guardando nella mia direzione, e un istante dopo capisco che questo sia stato un errore irreparabile, il quale ha determinato l'inizio della fine. Spalanco gli occhi quando lo vedo alzarsi dallo sgabello e dirigersi verso il nostro tavolo, aggiustandosi il giacchetto di jeans. Scuoto leggermente la testa per fargli capire che non mi sembra proprio il caso, ma devo ammettere di non essere mai stata una grande campionessa nel gioco dei mimi, e lo dimostra il fatto che lui adesso si stia sedendo sulla sedia accanto alla mia.

-Ehi, che fai?- Virginia fa cadere il cellulare sul tavolino, provocando un rumore che attira anche l'attenzione di due ragazzi seduti dietro a noi. Mi passo una mano sul volto, vedendo la mia distruzione molto vicina. Qualsiasi cosa io decida di fare adesso, finirò per ferire qualcuno. Devo solo capire chi sacrificare. Se solo Virginia venisse a sapere che lo conosco, andrebbe subito a raccontare tutto a mia madre, provocando lo scoppio della terza Guerra Mondiale. Meglio far soffrire un ragazzo che conosco da due settimane oppure la mia famiglia? Cosa cazzo sto dicendo?

-Fiamma, non mi presenti la tua amica?- Non capisco come faccia a non rendersi conto del fatto che mi sta incasinando sempre di più. Gli chiedo aiuto con lo sguardo, ma è come se lui non vedesse il problema ed ha ragione in fondo, dato che non ci sarebbe niente di male a frequentare un ragazzo normalissimo, se solo io non avessi il cognome che ho e non vivessi in questo quartiere snob.

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