Capitolo 28- Ne vale la pena?

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-Cosa ci fai qua?- Chiedo stupita, dato che non esce mai di casa con la pioggia... Deve avere una ragione molto importante per presentarsi qui adesso.

-Virginia, è successo qualcosa?- Continuo, aprendo la lattina che ho in mano e portandomela alla bocca, per bere un sorso di CocaCola. Sento la lingua frizzare a causa del gas presente nella bibita e rifletto su quanto mi sia mancata questa sensazione. La CocaCola è senza dubbio la mia bibita preferita, ma purtroppo, essendo zuccherata e gassata, mi viene vietata nei mesi prima delle gare.

-Volevo parlarti.- Virginia tiene lo sguardo basso, visibilmente in imbarazzo, cosa alquanto strana per una come lei. A quanto pare la discussione che abbiamo avuto prima fuori dallo spogliatoio, l'ha toccata particolarmente.

-Certo... Andiamo di là?- Piego la testa verso destra, indicando poi il soggiorno anche con la mano.

-Io intendevo con Alessandro.- Non credo di aver capito bene... Quindi sono diventata un piccolo Cupido? Ero sicura che tra di loro sarebbe potuto nascere qualcosa... Ma soprattutto che quel bacio non avesse lasciato Virginia indifferente.

-Ah! Scusate... Non avevo capito.- Alzo le mani, chiedendo perdono. Non pensavo che i miei consigli avessero un effetto così rapido! Sto forse cantando vittoria troppo presto?

-Hai ancora bisogno di me per stasera, Fiamma?- Alessandro si volta verso di me ed io scuoto la testa, sorseggiando un altro po' di CocaCola.

-No, Ale, tranquillo... Andate pure.- Non mi permetterei mai di impedire loro di coronare il loro amore, ci mancherebbe altro. Per una volta che la mia amica è scesa dal piedistallo...

-No no, io vado. Lei resta. Buona serata ad entrambe!- Si avvicina alla bacheca, posta vicino alla porta e vi appende le chiavi dell'auto, che ha appena parcheggiato in garage. Mio padre è parecchio fissato con le auto, nonostante le guidi raramente, a causa del fatto che si fa sempre accompagnare dall'autista. Diciamo che acquista le auto di lusso, non tanto per guidarle, ma per vantarsi di possedere un parco auto di tutto rispetto.

-Alessandro, devo parlare con te.- Virginia lo prende per un braccio, ma lui si libera velocemente dalla presa. Io spalanco gli occhi, vedendo l'espressione ferita della ragazza al mio fianco: non sembra neanche lei.

-Virginia, devi capire che non puoi imporre la tua supremazia su ogni abitante della Terra.- Grida Alessandro, guardandola fissa nei suoi occhi lucidi. Alieni, dove avete nascosto la vera Virginia?

-Sai bene che dobbiamo chiarire.- Ribatte lei, mentre la sua voce si incrina.

-E' già tutto molto chiaro. Ci vediamo domani mattina, Fiamma.- Si volta verso di me, per poi aprire la porta.

-Ciao, Ale!- Alzo la mano libera, osservandolo scomparire fuori dalla villa, mentre la porta si chiude dietro di lui.

-Non lo fermi?- Grida Virginia in preda ad una crisi isterica. Devo ammettere che avevo immaginato diversamente la loro conversazione, ma la vita ci sorprende sempre...

-Perchè dovrei?- Io, a differenza sua, non riesco ad obbligare le persone a fare qualcosa, utilizzando come scusa il fatto che lavorano per mio padre.

-E' il tuo autista, cazzo!- Ribatte, scuotendomi, dopo avermi preso per le braccia, rischiando quasi di far straboccare la lattina che ho in mano.

-Vedi Virginia, è questo il tuo problema. Credi di poter comandare tutti! E' il mio autista, ma io non posso imporgli di ascoltarti se non ne ha voglia.- Scrollo le spalle, provando a farla ragionare anche se con scarsi risultati.

-E invece potresti, dato che sono la tua migliore amica ed ho bisogno di un favore.- Divento la sua migliore amica solo quando ha bisogno di me per andare a fare shopping, per accompagnarla a fare l'aperitivo, se il suo ragazzo è a giocare a calcio, ma soprattutto quando non scrive i compiti sul diario.

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