Capitolo 47- Non lasciarmi!

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-Nonno, perchè non me lo hai detto?- Busso alla porta e la apro, entrando in una stanza che non sembra di un ospedale, bensì quasi di un albergo. In terra c'è il parquet e la parete di fronte all'entrata è tutta a vetri, permettendo di ammirare il giardino della clinica illuminato da alcuni lampioni disposti in fila. Ci sono due poltrone per i familiari e una televisione appesa sulla parente opposta al letto. Non importa sottolineare il fatto che mio nonno sia un paziente di un certo spessore qui dentro, essendo la sua azienda una dei principali fornitori di medicine della clinica.

-Perchè non avrei mai voluto vedere i tuoi occhi guardarmi in questo modo.- Risponde, mentre io continuo a guardarmi intorno, per poi avvicinarmi a lui e sedermi ai piedi del suo letto. Ha il volto pallido, cosa piuttosto normale dopo tutto quello che è successo.

-Ti avrei accompagnato ai controlli, ti sarei stata vicina...- Provo a prendergli la mano, ma lui la prende e se la porta alla bocca, baciandola, scatenando nella mia testa un vortice di ricordi. Da piccola mi diceva che ero la sua principessa ed ogni volta che veniva a trovarmi, ci salutavamo con un inchino e mi baciava la mano.

-Fiamma, non c'è molto da controllare purtroppo. La situazione è già piuttosto chiara.- Queste sue parole mi riportano nel mondo reale, dove io non sono più una principessa e lui sta rischiando di morire. Non ero autorizzata a piangere al piano di sotto per un motivo stupido, ma non posso farlo neanche qui, perchè lo farei stare ancora peggio. Non vorrei mai vedere la mia faccia in questo momento, in quanto mi farebbe soffrire ancora di più. Riesco più o meno a fingere, trattenendo le lacrime, ma dubito che i miei occhi non stiano mostrando almeno una parte del dolore che sto provando.

-Devi provare a resistere fin quando troviamo un donatore.- Sussurro, accarezzandogli una guancia, mentre la mia voce inizia ad incrinarsi. Tossisce ed io sussulto, temendo che possa accadere qualcosa da un momento all'altro. Per quale motivo mia nonna non arriva?

-Sai, l'unica persona che sa della mia malattia è tuo padre. Se ne ha mai parlato con nessuno è solo perchè io l'ho obbligato a non farlo. Quando mi ha accompagnato all'ultima visita, chiese al dottore quanto avremmo dovuto pagare per avere un cuore nuovo per me. In quel momento mi sono reso conto che non sono riuscito ad insegnargli niente in questa vita, se non a dirigere un'azienda... Ricordati una cosa, Fiamma: non tutto si può comprare con i soldi. Sono mesi che aspetto un cuore per il trapianto, che mi chiamano qui in clinica per fare degli accertamenti... Adesso credo sia arrivato il momento, di mettersi l'anima in pace.- Mi sento in colpa per non essere stata all'altezza di stargli accanto in questi ultimi mesi, per non aver atteso con lui una chiamata da parte del dottore, aspettando un cuore compatibile. Non riesco a capire il motivo per cui non abbia voluto condividere questo segreto con me, ma soprattutto non riesco a darmi pace riguardo al fatto che abbia deciso di arrendersi. Proprio lui che mi ha sempre insegnato a lottare, a non mollare mai... Perchè adesso preferisce smettere di combattere?

-Nonno, non puoi dire una cosa del genere! Potrebbero trovarti un nuovo cuore da un momento all'altro!- Con queste parole sto provando a convincere anche me stessa, oltre che lui, in quanto so bene quanto siano lunghe le liste dei trapianti e quanto siano basse le possibilità di trovare un nuovo cuore in così poco tempo. Servirebbe un miracolo, ma io non credo nei miracoli.

-Fiamma, la mia vita mi ha già dato tutto quello che potessi desiderare.- Sorride leggermente, facendo una piccola smorfia di dolore, a causa dell'ago al quale è attaccata la flebo. Non so che medicina gli stiano dando, dato che il medico ha detto che ha avuto soltanto un piccolo svenimento. Gli infermieri sapranno meglio di me cosa fare comunque, quindi mi fido.

-Non dirmi così, ti prego. Abbiamo ancora tante cose da fare insieme... Devi insegnarmi a suonare il pianoforte.- Una lacrima scende lungo il mio volto: maledetta, non sono riuscita a trattenerla! Sa benissimo che quella del pianoforte sia una scusa, dato che non ho mai voluto imparare davvero a suonare, ma mangia la foglia e mi accarezza il volto.

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