Capitolo 59- Parioli vs San Basilio

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Dopo aver mangiato giusto un po' di branzino, accompagnato da qualche patata al forno, sono tornata in camera mia, sperando nel profondo di trovare Niccolò seduto sul letto ad aspettarmi. Era uno di quei desideri, che ognuno di noi esprime, pur sapendo che essi siano irrealizzabili. Ovviamente la mia stanza era vuota, nessun biglietto, nessun messaggio sul cellulare: era rimasto male ed aveva cercato di farmelo capire. Nel pomeriggio non ho però avuto neanche il tempo per pensare alla sua arrabbiatura, data la quantità esagerata di compiti che ho dovuto fare.

Alzo la testa dal libro di latino e sospiro, notando che sono quasi le 18:30. Le domestiche al piano di sopra hanno pulito tutto il pomeriggio, facendo un fracasso tale da rendermi difficile la concentrazione. Sento bussare alla porta della stanza e sobbalzo sulla sedia, mentre la mia mente inizia a farsi uno dei suoi soliti film, immaginando che dietro quella porta ci sia Niccolò, pronto a chiarire quel piccolo diverbio che c'è stato tra noi e trascorrere la serata insieme. Tutto il mio sogno ad occhi aperti svanisce, nel momento in cui la porta si apre ed i miei genitori entrano dentro la mia stanza con passo deciso. Sono stupita del fatto che siano venuti loro da me e non abbiano chiesto a qualcuno di farmi chiamare, per svolgere una patetica riunione familiare nello studio di papà.

-Fiamma, complimenti per il tuo risultato! Tuo nonno sarebbe sicuramente stato fiero di te.- Esordisce mio padre, facendo subito riferimento al nonno, il quale è da sempre stato il mio, direi, unico sostenitore. Adesso che non c'è più mi sento persa, soprattutto perché non ho nessuno con cui confrontarmi prima di prendere le decisioni importanti; l'eventuale trasferimento a Milano è una di quelle.

-Sei veramente sicura di voler partite, cara?- Mia madre cammina verso di me, fino ad appoggiare una mano sullo schienale della sedia, su cui sono seduta, e l'altra sul mio volto per accarezzarlo. Sono veramente strani stasera e questo non mi convince molto: deve esserci sotto qualcosa.

-A dire la verità, mamma, non ne sono più così sicura. Mi sono informata e l'università è molto valida anche qua... Sto riflettendo riguardo ai pro ed ai contro, esattamente come mi hai sempre detto tu.- Non avrebbe senso farsi vedere decisa né riguardo l'idea di partire né a quella di restare, in quanto non ho idea di ciò che voglio realmente fare. Mi è impossibile citare il motivo che mi spinge a rimanere, quindi devo fingermi ancora indecisa. Anzi, dire la verità, lo sono per davvero.

-Lo facevi solo perché tuo nonno ti aveva riempito la testa di stupidaggini!- Le parole di mia madre mi colpiscono dritta al cuore, facendomi quasi venir voglia di partire senza ascoltare l'opinione di nessuno. Ciò che però ho imparato in questi diciotto anni, è che non vale la pena sfidare mia madre o fare le cose con l'unico obiettivo di farle uno spregio: perderei.

-Silvia, per favore: mio padre è morto da neanche un mese.- Mio padre interviene ed io lo ringrazio mentalmente, in quanto mi è parso veramente scortese da parte sua parlare male di una persona morta da poco meno di un mese. Non ha mai provato una grande simpatia per suo suocero, probabilmente perché era il suo opposto ed anche perché mi ha sempre sostenuta, anche nel caso ciò significasse andare contro la sua opinione. 

-Fatto sta che Fiamma adesso ha cambiato idea e non vuole più partire... Saranno coincidenze...- Il suono di una notifica del mio cellulare interrompe il suo discorso senza un senso, facendomi distogliere l'attenzione dalla sua figura.

Da Numero Sconosciuto:
Ciao, sono Adriano. Ale mi ha dato il tuo numero. Dato che mi volevi parlare, sono davanti a casa tua. Non mi piace lasciare le cose a metà.

-Chi ti manda i messaggi a quest'ora?- Chiede mio padre con fare inquisitore, aggrottando le sopracciglia. Mi alzo in piedi alla ricerca del mio cappotto, decisa a scendere in giardino.

La Stazione dei Ricordi ~ UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora