~•Capitolo XXXVII•~

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Farhana non riusciva a credere alle sue orecchie. Aveva appena ritrovato sua figlia e stava già quasi per perderla e tutto per colpa del Principe che, ancora una volta, aveva rovinato tutto. Aveva rovinato lei. Aveva rovinato la vita del suo amato. E infine la vita di sua figlia. Non una, ma ben due volte. Questo le fu da sprono nel dire le parole che uscirono dalla sua bocca mentre era ancora a terra.

<<Siete un essere spregevole, un uomo spietato. Come avete potuto? Come?>> Non riusciva a crederci.

Il Principe trattenne la sua rabbia nei confronti della regina. In fondo sapeva che aveva ragione.

<<Venite con me. Vi porto da lei.>> Le disse freddo e senza emozioni. Ma era solo la sua voce a sembrare così, perché dentro si sentiva sempre più male.

<<Erik, vi giuro che se mia figlia muore->>

<<Non morirà. Se lo farà, la strapperò dalle braccia della morte e la riporterò indietro con la forza.>> Disse lui, stavolta perdendo la sua solita compostezza. Tremava, e Farhana se ne accorse dalla sua voce.

<<Perché? Perché fareste ciò?>> Gli chiese.

Il Principe la guardò per alcuni attimi, non riconoscendo quasi più quella donna dallo sguardo spento e quasi avendo dimenticato del tutto i sentimenti che aveva avuto per lei.

<<Perché la amo.>> Rispose con un filo di voce, quasi come un sussurro. Fu così delicato, ma nello stesso tempo forte. La regina seppe a quel punto che il Principe era sincero. Lui amava sul serio la sua piccola.

<<Allora che aspettate? Portatemi da lei...>> Lo spronò. <<Ma avrei bisogno di aiuto per stare in piedi. Non sono più sicura di poter mantenere l'equilibrio...>> E a ciò il Principe si abbassò di nuovo per aiutarla a metterla in piedi. Era così magra e leggera che aveva paura di spezzarla ed era molto trascurata e sporca a causa di tutta quella scarsa igiene. Judith l'avrebbe pagata ancora più cara.

<<Appoggiatevi a me. Vi guido io.>> Le disse invogliandola a mettergli un braccio attorno al suo collo per potersi sostenere. La regina, seppur tremante, non esitò a farlo. Era così difficile per lei poter camminare libera. Un passo per volta e per lei era come una tortura. Ma piano ce la fece a salire quei gradini ed infine a trovarsi fuori da quella prigione, fuori da quell'ala nord, dove era stata rinchiusa per ben diciannove anni. Era un'eternità, ma al momento le sembravano come pochi giorni. <<Vi porto in una stanza. Vi preparo un bagno caldo dove vi potrete pulire a dovere.>> Le disse ritornando ad essere freddo.

<<Grazie...>> Gli rispose senza pensarci due volte. Aveva così bisogno di pulizia. Ancora si meravigliava di come fosse ancora viva e non morta a causa di qualche infezione.

Così il Principe la accompagnò in una stanza e le preparò lui stesso un bagno caldo. Non sapeva neanche lui perché lo stesse facendo, ma sentiva come un obbligo nei confronti della donna. La lasciò poi al sicuro e corse subito da Ann, che sicuramente era ancora con Ice. Quando aprì la porta di forza, trovò la donna intenta a tenere forte la mano della giovane. Neanche lo aveva sentito entrare. Il Principe si schiarì la voce.

<<Ann?>> La chiamò, al che la donna si girò. Non l'aveva ancora perdonato, lo si vedeva dagli occhi, ma sembrava aver ben curato le ferite aperte sulla fronte di Ice. <<Siete riuscita a salvarla?>> Le chiese non sapendo cos'altro dirle. Stranamente era a corto di parole.

<<Ringraziate che le ferite non fossero troppo profonde, altrimenti sarebbe stata la fine. Ma temo che il problema sia internamente. Avrà probabilmente traumi interni che hanno bisogno di essere tenuti a bada. Ciò vuol dire riposo assoluto, altrimenti rischierà di non risvegliarsi.>> Gli spiegò in maniera cruda per fargli capire la gravità di ciò che aveva fatto. Il Principe fece un respiro profondo sentendo ancora una volta quel forte dolore al petto.

Ice and Stone - Ghiaccio e Pietra ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora