~•Capitolo XLII•~

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Gli alberi si infittivano e il bosco diventava simile a una foresta, e più si infittivano più Ice non era in grado di vedere. Era molto buio e doveva prestare la massima attenzione a dove metteva i piedi. E sorse anche un problema: lei stava avanzando, vero, ma non aveva la minima idea di dove si stesse dirigendo. Era quella la direzione giusta? Stava andando dritta verso le ombre, o si stava allontanando senza volerlo? Non vi era nessuna indicazione e la quantità eccessiva di alberi mista all'oscurità rendeva difficile l'orientamento. Ma Ice pensò di proseguire dove la natura si infittiva, perché era la parte più difficile da superare. Probabilmente era lì che risiedevano le ombre. E mentre avanzava, non poteva far altro che accorgersi di quanto silenzio regnasse attorno a lei. Essendo natura dovevano abitarci animali di ogni genere, ma quel posto sembrava essere la tomba degli animali. Non vi era alcuno, né volante, né strisciante. Risuonavano solo i suoi passi incerti e d'istinto cercava di fare meno rumore possibile per non attirare attenzione. E mentre avanzava si accorse di brandelli di stoffa impigliati nei cespugli, spade spezzate a metà e cosa più terribile, ossa umane. Quante persone avevano tentato di attraversare le ombre invano? Quanti ci avevano provato? Era stata curiosità? Non si fece prendere dal panico perché era preparata. Sapeva cosa vi avesse potuto trovare e a cosa stesse andando incontro. Ignorò, perciò, ciò che la circondava, e convinta avanzò sapendo di andare nella giusta direzione. E una leggera brezza improvvisamente la accarezzò. Era strano. Fino a quel momento, a parte la frescura del posto, non vi era stato alcun vento. Perché, allora, aveva i brividi? E ancora quella leggera brezza la sfiorò sembrando che la stesse circondando. Cosa stava succedendo? E facendo gli ultimi passi si ritrovò al centro di uno spazio vuoto, dove gli alberi erano posizionati in tondo tutto attorno ad esso. Era come essere nell'occhio di un ciclone. Perché in quel posto non vi era la natura? Era come un punto di incontro, come se quello fosse il posto dove aspettare qualcuno. E la realtà le si fece presente davanti a sé. Era arrivata. Quella brezza che sentiva era un avvertimento che era vicina ed ora era lì, al punto di incontro con le ombre. E non ci mise molto per incontrarle. Improvvisamente vide delle macchie nere girarle attorno, come per volerla circondare. Ice si guardò intorno spaventata. Era arrivato il momento. Il vento si fece sempre più forte, scompigliandole tutti i capelli. Più passavano i secondi, più le ombre giravano velocemente, facendole perdere l'equilibrio e l'orientamento, infatti Ice cadde sull'erba gelida. Dapprima erano macchie distinte, ma girando tutte così velocemente erano diventate come un'unica enorme macchia oscura con lei al centro d'essa.

E poi sentì una voce. Una voce maestosa composta da decine di voci messe assieme parlare.

<<...avete la vostra ultima possibilità di ritornare da dove siete venuta...>> Tuonò la voce che proveniva dalle ombre. <<...cosa decidete?...>>

Ice non poteva credere alle proprie orecchie. Quella voce la disturbava parecchio, era quasi impossibile distinguere le parole. Ma doveva rispondere senza aver paura. Piano alzò la testa nonostante il forte vento creato dal vortice di ombre.

<<Non posso andarmene! Ho bisogno di entrare nel Regno!>> Urlò per farsi sentire. Le ombre aumentarono la velocità del loro girare creando ancora più vento.

<<...nessuno entra nel nostro Regno... nessuno rimane in vita... avete avuto la vostra possibilità... l'avete rifiutata... ora ne pagate le conseguenze...>> Dissero le voci insieme provocando sempre più vento.

<<Vi prego! Ascoltatemi!>> Riuscì a dire Ice, prima che il forte vento le facesse perdere il contatto con l'erba e la facesse volar via fino a sbattere contro un albero con forza. Lanciò un grido di dolore. Le ombre le si avvicinarono di nuovo iniziando nuovamente ad aumentare la forza del vento.

<<...nessuno ci comanda se non il Principe delle tenebre... nessuno minaccia il suo Regno...>> Dissero e di nuovo la fecero balzare da terra facendola atterrare dall'altro lato del posto così violentemente da farle mancare l'aria. Era sicura di essersi fratturata qualcosa, ma non poteva arrendersi. Non aveva armi se non la lingua.

Ice and Stone - Ghiaccio e Pietra ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora