Capitolo 13 ✅

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Sono appena le 19:10 e sono sdraiata sul divano che guardo la televisione.
Il campanello suona e mi alzo svogliatamente, aprendo la porta.
«Che ci fai qui?» lo guardo male, cercando di chiudere la porta.
La blocca con il piede ed entra.
«Scusa per i 10 minuti di ritardo» sorride, sedendosi sul divano.
«Tu mi prendi per il culo» dico esasperata, posando la mano sul viso.
«Già, volevo provarci l'ultima volta ma ho preferito scoparti non così duramente perc-» lo blocco perché sta dicendo un mucchio di stronzate.
«Ma che cazzo stai dicendo?» chiedo, guardandolo male.
«Vatti a preparare, ho chiamato e ho prenotato verso le 20:30 al mio ristorante preferito e non a un semplice pub da puttane e puttanieri» sorride sfacciato.
«Tu hai dei seri problemi, non verrò con te, coglione!» gli grido contro.
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Siamo in macchina che ci dirigiamo verso il ristorante scelto da Matt.
Volete sapere come è andata a finire?
Bhe mi ha preso di peso e mi ha trascinata fuori in top, pantaloncini e le mie famosissime ciabatte con l'unicorno.
Io ovviamente mi sono ribellata e mi ha minacciata dicendo che mi avrebbe portata al ristorante vestita così, quindi mi sono andata a preparare.

«Ti conviene non fare la stronza con me» dice, guidando.
«Sei un coglione» dico tranquillamente, accendendo una sigaretta e portando il braccio fuori.
«Non sapevo che fumassi» sorride sornione.
«Senti, bello di mamma, tu non sai nulla di me»
Lui si gira verso di me e mi guarda con un cipiglio.
«Invece ti conosco» dice lui autonomo.
«Colore preferito?» cerco di mascherare un sorriso, guardandolo male.
«Blu» continua a guardare la strada.
«Come fai a saperlo?» lo guardo, sbarrando gli occhi.
«Sei un libro aperto per me» scoppia a ridere.

Arriviamo al ristorante e Matt si ferma a salutare un'amica, almeno penso.
«Chi è questo splendore, Matt?» chiede la ragazza sorridendomi.
«Corinne, piacere» sorrido, porgendo la mia mano, che afferra prontamente.
«Samantha. Sono la sorella di questo stupidone» sorride.
Guardo male Matt perché non mi aveva detto di avere una sorella.
Ma pensandoci bene neanche io ho presentato mio fratello a Matt.
Sorrido anche io e Matt avvolge il suo braccio intorno ai miei fianchi.
«Finalmente ti sei messo la testa a posto e ti sei fidanzato, eh fratellone» sorride felice.
«Ma no-» cerco di dire ma Matt mi blocca.
«Si, Sam, siamo fidanzati e domani volevo presentarla ai nostri genitori»

ASPETTA.
COSA?

Lo guardo interrogativa e lui mima un 'dopo'.
«Ragazzi, vi lascio alla vostra cena allora. SONO FELICISSIMA» ci abbraccia saltellando come una bimba felice, poi ad un tratto si blocca e si tiene la testa.
«Sam tutto bene?» chiede preoccupato Matt.
«S-si solo un semplice giramento di testa» sorride, e ci saluta con la mano, raggiungendo una sua amica più in là.
Sorrido e ci allontaniamo, andando verso il nostro tavolo.

«Adesso mi spieghi perché cazzo hai detto a tua sorella che siamo fidanzati, ti sembra norm-» mi blocca di nuovo, e prende parola.
«È malata» dice solamente.
Lo guardo sorpresa, sbarrando gli occhi.
«Cos-» mi blocca per la terza volta.
«Ha la laucemia. Passa la maggior parte del tempo a casa con la flebo. Non so perché mia mamma l'abbia fatta uscire» sbotta arrabbiato, e sembra parecchio agitato.

«Ehi, calma, starà bene» sorrido per cercare di calmarlo.
Lui ricambia il sorriso e prende parola.
«Scusa se ho detto che sei la mia ragazza ma volevo vederla felice» sorride tristemente.

«Non ti preoccupare, hai fatto bene» sorrido e lui ricambia.
«Ah dimenticavo. Il bambino non è mio. Quella zoccola è andata a letto con un altro» dice ridendo.
A lui mi unisco anche io.
Sono sollevata.
«Domani vorrei farti conoscere i miei, se per te non è un problema» abbassa lo sguardo sul suo piatto e io annuisco.
«Si, va bene» sorrido.
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Siamo davanti casa mia.
«È stata una serata fantastica» dico sorridendo e aprendo la porta.
«Già...» mi giro verso di lui e noto che mi sta guardando intensamente.
«Perché mi fissi?» chiedo dolcemente.
D'un tratto mi spinge dentro casa con forza, chiudendo la porta.
Mi blocca i polsi all'altezza della mia testa e comincia a baciarmi con foga.
La foresta amazzonica si scatena nel mio stomaco.
Mi libera i polsi e mi prende in braccio, facendo aderire le mie gambe ai suoi fianchi.
Mi tiene saldamente per il sedere mentre io inserisco le dita tra i suoi capelli.
Si dirige verso la mia camera e apre la porta.
Mi appoggia sul letto e lui si mette sopra di me.

Comincia a togliermi la maglietta. Mi bacia il collo, scendendo fino ad arrivare al seno.
Gli tolgo la maglietta, svegliando gli ultimi ormoni.
Ci togliamo i pantaloni e poi lui mi toglie la biancheria.

Entra in me con due dita, facendomi contorcere dal piacere.
«Oddio Matt» gemo quando sto per venire.

Toglie le dita e con esse anche i suoi boxer.

Entra in me una seconda volta, ma non più con le dita.

Veniamo entrambi, gridando dal piacere.
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La sveglia comincia a suonare. Cerco di alzarmi ma ho un peso sulla pancia.
Apro un occhio e noto che Matt ha la testa appoggiata sulla mia pancia.
«Matt...alzati» lo smuovo un po', ma nulla.
«Matt...» lo richiamo ma non si decide ad alzarsi.
Decido di prendere l'acqua che tengo sempre sul comodino e gleila butto, una buona parte, addosso.
Lui salta, letteralmente, dal letto e mi guarda in cagnesco.
«Ma sei impazzita?» si alza da terra e si dirige al piano di sotto.

Gli corro incontro e lo abbraccio da dietro.
«Daiii, non ti svegliavi!»
Lui si mette a ridere e mi bacia con passione.
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Ci siamo preparati e adesso mi sta accompagnando a lavoro.
«Ci vediamo alle 20:00 ti passo a prendere a casa cosi ti presento ai miei» mi sorride e si avvicina per darmi un bacio.
«Ok, non fare danno» lui alza gli occhi al cielo e, una volta scesa dalla macchina, se ne va.

Entro in ufficio e comincio a lavorare.
«Corinne, è arrivato il signor Collins» arriva Marie ad avvisarmi che il mio nuovo cliente è arrivato.
«Fallo entrare» scrivo le ultime cose e dedico tutta la mia attenzione al ragazzo che si è presentato davanti la porta del mio ufficio.
«Buongiorno signor Collins» sorrido al ragazzo, a dire la verità, molto carino.
Nulla in confronto a Matt, ma va bene.
Mi alzo e gli porgo la mano, che stringe prontamente.
«Buongiorno signorina Evans, che piacere conoscerla» sorrido ringraziandolo.
«Il piacere è tutto mio, signor Collins» sorrido.
«Ci possiamo dare del tu?» chiede e io annuisco sorridendo.
«Perfetto puoi chiamarmi Jorge. Tu ti chiami Corinne, giusto?» chiede e io annuisco.
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Ho finito di lavorare e Jorge mi ha invitata a pranzo.

Stiamo chiacchierando del più e del meno e intanto consumiamo il nostro cibo.
«E dimmi, Corinne, sei fidanzata?» sorride.
«Ehm...no» sorrido di rimando.
«Come è possibile che una ragazza così bella non abbia un ragazzo?» questa volta è serio.
Io sorrido e sposto lo sguardo dietro di lui.

Non ci posso credere!
Mi perseguita?

Noto che ancora non mi ha vista, quindi cerco di salvare il salvabile.
«Io...vado in bagno» balbetto mentre Jorge è in uno stato di confusione.

Entro in uno dei bagni liberi e rimango lì.
Non so nemmeno io il motivo per cui sto facendo così.
Sento la porta aprirsi e, successivamente, il rubinetto.
«Sai, è inutile che ti nascondi per non farti vedere da me»
Cazzo.
A quel punto esco dal bagno e mi avvicino a lui.
«Non so di cosa tu stia parlando» faccio finta di niente e mi lavo anche io le mani.
«Smettila di fare la finta tonta. Secondo te sono così imbecile?» chiede, cominciando a perdere la pazienza.
«Non ho detto quello. E poi, sai di essere nel bagno delle donne?» cerco di cambiare discorso.
«Ci vediamo alle 20:00» mi guarda male ed esce dal bagno.











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