Capitolo 38 ✅

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Sono le 8:30 di mattina e mi preparo per andare a lavoro.
Vesto anche Nathan per accompagnarlo all'asilo.
«Mamma, oggi viene papà a prendermi? Voglio fare vedere a tutti che anche io ho un papà!» esclama saltellando.
«Ehm...non so tesoro, sarà una sorpresa» dico un po' incerta.
Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso il suo asilo, che non è molto lontano da casa nostra.
Arriviamo e scende, salutandomi con un bacio sulla guancia.
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Sono appena arrivata a lavoro e decido di chiamare Matt.

"Ehi, piccola" risponde dopo pochi squilli.
Alzo gli occhi al cielo, sorridendo appena.
"Ciao Matt. Stamattina Nathan mi ha chiesto se puoi andarlo a prendere tu all'asilo" dico finendo di scrivere alcune pratiche.
"Si, certo. Sei a lavoro?" chiede, curioso.
"Si, finisco all'una e mezza. Di solito lo va a prendere la baby sitter" spiego e lui conferma nuovamente di volerlo andare a prendere lui.
"Ok dai, ci vediamo più tardi, piccola" mi saluta e ricambio il saluto.

«Corinne, c'è il signor Gonzalez che vuole parlare con te» entra Marie dentro il mio studio, comunicandomi ciò.
«Ma l'appuntamento è segnato per domani alle 11:30» dico controllando l'agenda.
«Dice che è urgente» dice Marie, alzando le spalle.
«Fallo entrare» sbuffo, continuando a controllare dei documenti.

«Buongiorno signorina Evans» mi sorride il signor Gonzalez.
«A lei. Mi scusi ma l'appuntamento era per domani alle 11:30, deve rispettare l'orario» dico, cercando di essere meno scortese possibile.
«Lo so, mi scusi» si alza dalla sedia, sedendosi sulla scrivania.
«Signor Gonzalez, che cosa fa? Non mi faccia perdere tempo» dico un po' intimorita.
«Sa, tutti parlano della sua storia d'amore andata male. Ma veramente con Moore? È il peggior criminale di tutta New York. Traffica pure droga. Con me non avrà questi problemi» mi sorride, facendomi l'occhiolino.
«Le ricordo che è qui perché ha usato violenza contro un uomo disarmato, non direi che con lei non avrò questi problemi e poi, caro signor Gonzalez, ho un figlio a cui pensare e sto con il signor Moore» mento in parte, visto che è la verità il fatto che ho un figlio a cui pensare ma è una menzogna il fatto che sto con Matt.
Non voglio avere nulla a che fare con lui.
Ha precedenti per violenza e tentato omicidio e poi ci ho provato ad andare avanti e a cercare di farmi una vita con un'altro uomo e non ci riesco.

«Mi sta rifiutando?» fa la faccia da finto offeso, avvicinandosi.
Premo il bottone rosso che si trova sotto la scrivania, per chiamare Marie, e in meno di 1 minuto bussa alla porta.
Il signor Gonzalez si stacca dalla scrivania, andandosi a sedere.
«Marie, accompagna il signor Gonzalez da James, saprà risolvere il tutto con più facilità» Marie annuisce ed escono dalla stanza tutti e due.
Prima di uscire, il signor Gonzalez, mi lancia un'occhiataccia.

Finalmente il mio turno finisce e posso andare a casa.
Mentre esco dall'ufficio, Marie mi si affianca.
«Su Gossip.York è uscito un articolo sul ritorno di Moore a New York» mi dice prendendo la rivista.
Leggo velocemente l'articolo e annuisco.
«Si, lo so. Ha conosciuto suo figlio» le spiego brevemente e lei spalanca gli occhi.
«Davvero? Ma è una cosa fantastica» mi sorride.
Ricambio e ci salutiamo.

Arrivo a casa e comincio a preparare il pranzo per me, Nathan e Matt, perché da quanto ho capito deve parlarmi e mi sembra brutto cacciarlo.
Non faccio nemmeno caso che il campanello suona ripetutamente così mi precipito ad aprire.

«Ciao mamma!» esclama Nath, dandomi un bacino sulla guancia.
«Ehi tesoro» esclamo sorridendo.
In lontananza vedo Matt che controlla il suo Mercedes nero.

«È PERFETTA, TRANQUILLO» gli urlo.
Lui si gira e mi sorride.
«Dici? L'ho tenuta solo perché so che tu ne sei innamorata» mi dice, avvicinandosi piano piano.
«Che onore» gli faccio l'occhiolino e mi sposto per farlo entrare.
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«Poi io gli ho detto 'senti, io sono più forte di te' e lui sai cosa mi ha detto? Che non è vero, quindi gli ho dato un pugno» racconta Nathan.
Scuoto la testa, guardandolo male.
Matt invece scoppia a ridere.
«Nathan, non devi picchiare i tuoi compagni. Non si fa» lo rimprovero, guardando male Matt, che alza le mani in segno di resa.
«Scusa mamma, non lo faccio più» dice, abbassando lo sguardo.
Gli sorrido e mi giro verso Matt che mi fissa da quando abbiamo cominciato a mangiare.
«Papà, tu e mamma state insieme vero?» chiede sorridendo verso Matt.
Lui mi guarda in cerca di aiuto e io annuisco.
«Si, piccolo» appena sente ciò, Nathan sorride e saltella per tutta casa.
Anche se non è del tutto vero, quando lui è felice non posso fare altro che esserlo anche io.

Nathan va a giocare e rimaniamo soli io e Matt.
«Possiamo renderlo felice. Che ne dici?» chiede sorridendo.
«Non è il momento, Matt» scuoto la testa e lui annuisce.
«Comunque volevo chiederti una cosa» dice, aiutandomi a sparecchiare.
«Dimmi» annuisco, lavando le stoviglie.
«In questo momento non posso lavorare perché sono sotto controllo della polizia. Vivo in un albergo, potrei venire a stare qua?» mi chiede, spazzando a terra.
È sempre stato fissato per le pulizie, anche se vedendolo non lo diresti mai.
«S-si, va bene» dico, con leggera sorpresa.
Lui mi sorride e si avvicina.

«Io ti amo, e l'ho sempre fatto. Ricordatelo» mi sorride e io rimango senza fiato.
Si stacca e continua con le sue pulizie di primavera.
















Di nuovo conviventi!
Che ne pensate? ❤️❤️

Until the end ~ Fino alla fine Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora