Capitolo 34 ✅

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Qualche mese dopo...

Il telefono suona, costringendomi ad aprire gli occhi.
"Pronto?" dico con voce assonnata.
"Ei principessa, ti ho svegliata?" chiede Brad.
"No, tranquillo" alzo gli occhi al cielo.

Io e Brad stiamo uscendo da qualche settimana e già ha preso tutta questa confidenza.
Abbiamo cominciato ad uscire insieme dopo la cena di lavoro che abbiamo avuto, insieme ad altri colleghi.

*inizio flashback*

«Signorina Evans, è stata molto brava nel processo di oggi. I miei più sentiti complimenti» sorride Brad.
«Grazie mille» ricambio il sorriso.
«Sei molto in gamba» mi dice il signor Rossi, un altro mio collega.
Siamo ad una cena di lavoro e non riesco a rimanere concentrata sul discorso perché penso a Nathan che è a casa con la babysitter.
«Sembri molto distratta, signorina Evans, qualcosa non va?» mi sorride comprensivo Brad.
«Chiamami Corinne. E comunque va tutto bene, tranquillo» lui annuisce sorridendo.
«Comunque Corinne ho visto, guardando le sue cartelle, che è entrata in maternità lo scorso anno» dice Brad sorridendo in modo strano.
Annuisco e lui cambia direzione dello sguardo, che prima era posato su di me.
«È maschietto o femminuccia? » chiede la signorina White sorridendo.
«Maschietto, si chiama Nathan» sorrido e la signorina ricambia.
«Ha poco più di un anno, vero?» chiede, con lo sguardo posato sul suo piatto, Brad.
Ma che fa, mi stolkera le cartelle?
«Già...ha un anno e mezzo» dico leggermente infastidita.
Non sopporto quando le persone diventano pressanti sui miei argomenti personali.
«Il padre? Lavora con te?» chiede il signor Rossi.
«No, ora se volete scusarmi...» sbotto, alzandomi e andando in bagno.

Esco dal bagno e raggiungo di nuovo il tavolo dove eravamo seduti tutti.
«Scusa se posso essere risultato invadente, Corinne» mi dice il signor Rossi.
Annuisco sorridendo.
«Corinne, ti accompagno a casa?» dice Brad e io annuisco.

*Fine flashback*

"Ti va di uscire più tardi?" mi chiede.

"Nathan è solo, la babysitter non può venire ora" gli spiego, prendendo i vestiti puliti per Nathan.

Lo sento sbuffare e comincio ad agitarmi.
"Nessuno ti ha detto di frequentarti con una ragazza che ha già un figlio. O accetti questa cosa o arrivederci"

"Ok, tesoro, ma calmati" ridacchia e non posso fare altro che alzare gli occhi al cielo.

"Oggi pomeriggio?" chiede, speranzoso.

"Devo andare a lavoro, ho il turno di pomeriggio" gli spiego, cominciando a perdere la pazienza.

"Ah vero. Allora stasera vengo a casa tua" dice e mi stacca.
×
×
×
Mi sono preparata per andare a lavoro e aspetto Jacquelyn che mi fa il favore di stare con Nathan.
Non so cosa farei senza di lei.
Il campanello suona così vado ad aprire.
«Zia Jac è arrivata, amore mio» esulta entrando.
Mi spinge un po' e mi guarda.
«Dov'è Nath?» chiede leggermente preoccupata dal fatto che non è andato ad abbracciarla come fa sempre.
«Sta dormendo» sorrido e lei mi abbraccia.
«Non ti ho abbracciata perché sai com'è Nathan, vuole che abbraccio prima a lui» dice ridendo.
Io scoppio a ridere e annuisco.
«Ci vediamo dopo, deve fare merenda ancora» la avviso ed esco.

Appena arrivo a lavoro, vado nel mio ufficio e comincio a sbrigare alcune pratiche.
«Corinne, le pratiche per il signor Johnson sono state tutte firmate. È venuto il suo avvocato per consegnarmele stamattina» entra Marie, comunicandomi ciò.
«Doveva darle a me» alzo lo sguardo dai molteplici fogli che ho davanti, guardandola male.
Non per lei, ma se il signor Johnson ha fatto il furbo saltando qualche firma, di mezzo ci vado io e il processo davanti al giudice non si può fare.
«S-scusa, stamattina non eri di turno» balbetta, spalancando gli occhi.
«Lo sai che se non ha firmato qualcosa di mezzo ci vado io, vero?» chiedo retoricamente.
Lei annuisce.
«Vado a prendere i fogli» corre nel suo piccolo ufficio, accanto a quello mio.
Me li consegna e io comincio a controllarli.
Come previsto, il signor Johnson, ha saltato ben due firme per quando riguarda la sanzione amministrativa.
Alzo lo sguardo verso Marie che mi guarda terrorizzata.
«Porca puttana, portami il telefono» impreco, portandomi una mano sulla fronte.
Lei corre nel suo ufficio e mi porta il suo telefono fisso, perché il mio è fuori uso.

Digito il numero del signor Johnson e, dopo quattro squilli, risponde.
"Pronto" risponde, un po' troppo energicamente per i miei gusti.
"Salve signor Johnson, sono la signorina Evans. Potrebbe avvicinare un attimo nel mio ufficio, non ha firmato alcune cose per quando riguarda le sanz-" nemmeno finisco la frase che mi stacca in faccia.

«Cazzo» tiro il telefono verso Marie, ma fortunatamente la manco.
«Corinne...scusami tanto» cerca di dire ma non l'ascolto.
Mi alzo e vado verso l'ufficio del giudice.
Gli spiego un po' la situazione e lui mi autorizza a lasciare perdere il caso e che la polizia lo arresterà, senza la possibilità di avere avvocati.

Ritorno nel mio ufficio scusandomi con Marie.
«In questo periodo perdo spesso le staffe, perdonami» le sorrido e lei annuisce, abbracciandomi.
×
×
×
Sono appena tornata a casa. Nathan e Jacquelyn si sono addormentati sul divano, così salgo al piano di sopra e mi faccio un bagno.
Mi asciugo i capelli, facendoli mossi alle punte e indosso un body fucsia con un pantalone semplice nero.
Metto un filo di mascara e lucidalabbra, tanto restiamo a casa, e le converse.

Scendo e sveglio I due belli addormentati.
«Corinne...già sei a casa?» mi chiede Jacquelyn con voce assonnata.
«Sta venendo Brad, evapora» dico scoppiando a ridere.
Si stiracchia e mi fa il dito medio.
«Scherzo, puoi restare quando vuoi» sorrido scuotendo la testa.
«Oh, lo so. Ma scusa...» si blocca, indicando Nathan.
La guardo interrogativa, poi capisco e scuoto la testa.
«Non ci sarà nulla tra noi. Sa che c'è mio figlio» lei annuisce e ci salutiamo.
×
×
×
«Quindi preferisci il sushi alla pizza? Satana, esci da questo corpo» scoppia a ridere Brad, prendendomi in giro per i miei gusti.
«Esatto» dico ridendo.
Stiamo mangiando, ma non mi sento a mio agio.
È strano mangiare con tuo figlio e con un uomo che non è suo padre.
Mi manca terribilmente tanto.
Vorrei che al posto di Brad ci fosse Matt. E lo so che non sono pensieri da fare, perché mi ha abbandonata.
Ma non posso mentire a me stessa.

«Sei bellissima» mi dice, facendomi rimanere senza parole.
«Grazie» non lo guardo nemmeno, so che sembra brutto, ma non ce la faccio.
«Mamma...» mi chiama mio figlio.
«Dimmi tesoro» gli sorrido.
«Lui è papà?» sorride teneramente.
A questa affermazione mi si gela il sangue nelle vene.
«No» sbotto, alzandomi di scatto dalla sedia.
«Mamma, tv» dice indicando la TV.
Brad fa per prenderlo ma lo blocco.
«Faccio io» lo prendo e lo metto davanti la TV, dandogli un bacino.
«Ti voglio bene, mamma» sorride il mio piccolo amore.
«Io ti amo tanto tanto» gli sorrido e lui apre le braccia.
«Cotì? (così?)»
«No amore, di più» gli do un ultimo bacio e raggiungo Brad in soggiorno.

«Ehi piccola, posso sapere cosa gli è successo al padre di Nath?» chiede raggiungendomi sul divano.

«È dovuto partire» spiego brevemente.
«Perché?» chiede, ovviamente insoddisfatto della mia risposta.
«Non poteva restare qui, era a rischio. Abbiamo preferito lasciarci» è ancora una ferita aperta, fa tanto male parlare di lui.
«Tu lo ami ancora, vero?» cambia qualcosa nel suo sguardo, dapprima dolce e affettuoso.
«No...»dico un po' incerta.
Cazzata più grande mai detta. Non smetterò mai di amarlo, nemmeno fra 100 anni.
Nemmeno se in futuro mi sposerò o cose varie.
Annuisce un po' incerto, si avvicina e mi bacia.

Non si merita ciò.
Non si merita una ragazza che ama ancora il suo ex e che non prova altro che bene per lui.





















Un nuovo uomo per Corinne. Riuscirà a conquistare il suo cuore col tempo, secondo voi? 😏

Vi vediamo al prossimo capitolo 💛

Until the end ~ Fino alla fine Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora