Capitolo 14 ✅

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Sono a casa e mi sto preparando per incontrare i genitori di Matt.
Indosso un vestito a tubino nero con dei dettagli bianchi. Le decoltè bianche in vernice e un coprispalle bianco. Mi passo la piastra ai capelli e mi trucco con fondotinta, eyeliner, mascara e rossetto rosa antico.
Mi spruzzo il mio profumo preferito e sono pronta!

Sono le 19:45 e intanto sto con il telefono.
Sento suonare la porta, così vado ad aprire.
«In anticipo» lo guardo male ed entro di nuovo in casa, lasciando la porta aperta.
Vado a prendere la borsetta e ritorno da lui.
«Mia mamma ama quando le persone sono in anticipo quindi andiamo» afferma sorridendo.
Annuisco cercando di uscire ma lui mi blocca.
«Sei bellissima» sorride, facendomi diventare rossa.
«G-grazie» lo attraverso e raggiungo la sua macchina.
«Sii te stessa, non ti preoccupare di piacere a mia mamma tanto, conoscendola e conoscendoti, ti amerà» sorride mentre continua a guidare.
«Non ti vergogni a prendere in giro i tuoi genitori e tua sorella?» chiedo visibilmente arrabbiata.
Frena di scatto e accosta.
«Sentimi bene, mia sorella è malata. Vederla sorridere quando le ho detto che eri la mia ragazza mi ha fatto perdere la ragione e quindi glielo detto. I miei genitori vogliono il meglio per me, non credo vogliano un figlio che fa gare illegali con macchine di lusso. Credono che una ragazza mi potrebbe fare mettere la testa a posto quindi ti presento a loro come la mia ragazza e poi basta, niente cose romantiche e nulla di nulla. Dopo questa sera non saremo niente, se non ti sta bene. Quando i miei cominciano a sospettare inventerò scuse» alza la voce, e riparte a razzo.

Siamo appena arrivati e scendiamo dalla macchina.
Sono abbastanza incazzata con lui.
Suona alla porta e ci viene ad aprire una donna molto bella.

«Oh, ciao cara, tu dovresti essere la ragazza di mio figlio» sorride falsamente, porgendomi la mano.
Dovrebbe essere una di quelle signore snob e con la puzza sotto il naso.
Sorrido, in imbarazzo, annuendo.
Stringo la mia mano alla sua.
«Piacere, Corinne Evans»
«Ah, l'avvocato più famoso di New York ti sei portato a casa» la madre guarda venerate il figlio.
«Già, è il mio avvocato, la mia ragazza, la mia migliore amica, la mia consigliera, e sarà la madre dei miei figli» mi sorride Matt e giuro di stare per svenire.
Mentre Matt va a cercare suo padre nell'altra stanza, io vado con sua madre, di nome Paola, nel salone.

«Pensi di prenderlo per il culo? Parliamoci bello chiaro, non voglio che mio figlio soffra per colpa tua»
La guardo stupita.
«Ma cosa dic-» cerco di dire però mi blocca.
«So come sono le ragazze come te. Ne approfittano. Credi davvero che tu possa essere all'altezza di mio figlio? Te la do io la risposta: NO!» dice sibilando, per non fare sentire nulla nell'altra stanza.
«Mamma! Ma che cazzo stai dicendo?!» spunta Matt da dietro la porta del salone.
Lei sbianca e si alza di scatto.
«M-Matthew non-» cerca di dire.
«Amore, c'è mio padre di là» sorride verso di me, interrompendo sua madre.

ASPETTA.
MI HA CHIAMATA 'AMORE'?!

Basta sclerare.

Raggiungo Christian, il padre di Matt, e lo saluto con un abbraccio.
«Corinne! Che piacere vederti» sorride Christian.
Ricambio il sorriso e mi siedo vicino a lui.
×
×
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Trascorriamo tutta la serata a ridere e a scherzare con Cristian e Sam, mentre la madre di Matt stava per i fatti suoi.
Ora siamo seduti sul divano.
«Da quando state insieme, quindi?» chiede Paola, diffidente.
Guardo Matt, ma lui sembra non essere preoccupato.
«8 mesi» dice accendendo una sigaretta.
«Matthew Alexander Moore, quante volte di ho detto di non fumare in casa?!» esclama la madre, arrabbiata.
Per poco non mi metto a ridere.

Matt guarda la madre male e continua a fumare.
«Amore è ora di andare» si alza e saluta i suoi.
La stessa cosa faccio io e ci dirigiamo a casa mia.
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×
Apre di scatto la porta della mia stanza con me in braccio.
Ci baciamo con passione.
Mi appoggia sul letto e comincia a spogliarmi.
«Menomale che dovevamo chiuderla, eh» sussurro gemendo.
«Shh, piccola» mi bacia il collo con passione mentre continuo a gemere dal piacere.

Una volta spogliato anche lui, entra in me, facendomi sussultare.
«O-oh cazzo» alzo il bacino, approfondendo di più.
«Cristo...» sussurra contro le mie labbra.

Dopo alcune spinte vieniamo e ci addormentiamo, insieme.
×
×
×
La sveglia come tutte le mattine suona.
La mia mano la fa cadere a terra e sento qualcuno ridere.
Apro gli occhi e vedo un Matt piegato in due dalle risate.
«Sveglia del cazzo» mi rigiro e mi copro il viso con il cuscino.
«Piccola, devi andare a lavoro» mi sussurra dolcemente.

Svogliatamente mi alzo e scendiamo per fare colazione.
Noto che un piccolo senso di nausea si fa spazio in me, costringendomi a smettere di mangiare.
«Tutto bene, piccola?» chiede, preoccupato.
Annuisco con disinteresse, guardando altrove.
«Ehm...devo andare in bagno arrivo subito» lui mi guarda preoccupato e annuisce.
Vado in bagno e vomito quel poco che ho mangiato.
Mi preparo e scendo al piano inferiore.
Noto che Matt si sta mettendo la maglietta e io lo sto fissando come una ritardata.
Mi risveglio dai miei pensieri e vado a prendere la mia 24 ore.

Mentre sono intenta a mettere delle pratiche nella mia 24 ore, mi sento afferrata dai fianchi e girata con forza.
Matt mi spinge al muro e comincia a baciarmi con passione.
Ci stacchiamo e noto che il mio rossetto rosso ciliegia è sparso sul suo viso.
Scoppio a ridere e lui mi guarda in modo strano.
Poi mi guarda e scoppia a ridere anche lui.
Lo guardo confusa e insieme ci dirigiamo verso lo specchio.

Entrambi abbiamo il mio rossetto sparso su tutto il contorno della bocca.
Noto solo adesso il succhiotto che ho poco sotto la mandibola, vicino l'orecchio sinistro.
«Cazzo!» esclamo mentre Matt scoppia a ridere.
«Sei mia» sorride, dandomi un bacio a stampo.
Sorrido a vado a sistemare il rossetto.
×
×
×
Io e Loren siamo al supermercato.
«Dai, almeno al letto è bravo» dico ridendo.
Gli ho raccontato tutto e lei sembra molto felice per "noi".
Passiamo accanto agli assorbenti e Loren ne prende alcuni.
«Servono anche a te?» chiede visto che ci viene sempre sincronizzato.
«Loren...in questo momento hai il ciclo?» chiedo, preoccupata.
«Si, da più o meno 5 giorni. Avevo finito gli assorbenti»
A me e a Loren il ciclo dura quasi una settimana.
«Cazzo» sussurro mentre Loren mi guarda confusa.
Piano piano metto insieme tutti i pezzi.
Nausee, ritardo.
«Sono incinta» come una furia corro verso l'uscita del supermercato ed entro nella farmacia che si trova dopo il supermercato.
Loren mi raggiunge e cerca delle spiegazioni.
«Un test di gravidanza, per favore» la farmacista mi sorride, annuendo.
Me lo porge, lo pago ed esco.

Comincio a piangere come una deficiente, sedendomi su una panchina.
Loren si siede vicino a me e mi consola, per quello che può.
«Cazzo, sono un'irrespondabile» continuo a piangere.
«È di Matt?» chiede e io annuisco, asciugando le lacrime.
«Glielo dirai?» scuoto immediatamente la testa.

Non dirò niente a nessuno.
Troncherò i rapporti con Matt e crescerò questo bambino o bambina da sola.












COLPO DI SCENA.
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