«Mamma! Posso uscire a giocare con Jorge?» mi chiede il mio piccolino.
Sorrido verso di lui annuendo.
Jorge è il nostro vicino di casa e ha la sua stessa età.Il tempo è passato per tutti. Sono passati esattamente 3 anni dall'aggressione di Brad e adesso Nathan ha 5 anni.
Sono passati anche 5 anni dalla scomparsa di Matt, ma sto riuscendo a gestire la cosa.
Nathan mi chiede spesso del padre ma cambio argomento ogni volta.
Vede tutti i bambini giocare con i propri papà al parco, oppure li vede quando vengono a prendere i propri figli all'asilo.
Io gli ho spiegato che il suo papà lavora lontano e non può venire qui.
Lui mi ha chiesto spiegazioni ma non gli ho risposto.
Questa cosa va avanti da ben 3 anni, quando ha cominciato a capire e ad andare all'asilo.Jacquelyn e Logan hanno avuto una bambina.
Si chiama Madeline e ha 1 anno.
È una bambolina e somiglia molto a Logan.
Ricordo ancora quando Jacquelyn me lo ha confessato, la gioia è stata immensa.*inizio flashback*
Sono a casa, dopo una lunga giornata a lavoro.
Il processo di Brad è finito finalmente. È stato più lungo del previsto.
Lo hanno licenziato e arrestato per 6 anni. Suo padre pagherà sicuramente la cauzione.
Salgo in camera e preparo la vasca per Nathan. Mentre vado in camera sua per prendere i giochi da bagno, sento squillare il telefono.
Lo prendo e noto che è Jacquelyn."Ei, Lyn" rispondo, felice di sentirla.
"Ciao, tesoro. Ho una notizia da darti. Sei a casa?" esclama felice.
"Si, sono appena tornata" dico, mettendo il telefono tra la spalla e l'orecchio.
Mi dirigo in bagno e sistemo i suoi giochi."Ok, arrivo" mi stacca in faccia e sorrido scuotendo la testa.
Jacquelyn è sempre stata così.Dopo un po' sento suonare il campanello. Intanto Nathan è dentro la vasca.
«Stai fermo, che la mamma arriva subito» gli dico dolcemente.
Lui annuisce, così scendo ad aprire a Jacquelyn.
«Ehi, tesoro! Ho una notizia favolosa» esclama abbracciandomi.
«Dimmi!» dico curiosa.
«Tu mi hai reso zia...ho pensato di ricambiare il favore» mi fa l'occhiolino e io la guardo con sorpresa.
«ODDIO. SEI INCINTA!» urlo felice e Jacquelyn scoppia a ridere.*fine flashback*
«Mamma, possiamo andare al parco? Viene pure Jorge» mi chiede Natah, entrando a casa.
«Va bene amore, vai a mettere le scarpe» lui sale nella sua cameretta, con Jorge alle calcagna.
×
×
×
Siamo arrivati al parco e avviso Nathan di non allontanarsi.
Fanno lo scivolo e molti altri giochi.
Io mi diverto a scattargli foto, mentre si diverte e gioca con il suo amichetto.«Mamma, andiamo a fare la fila per l'altalena?» mi chiede, saltellando.
«Ok, Nath, ma calmati» dico ridendo.
Io, Nath e Jorge ci dirigiamo verso le altalene dove c'è un po' di fila.«Janette, stai ferma, aspetta il tuo turno»
Sento dire ciò da dietro. Non posso credere alle mie orecchie.
Tutto ciò che ho desiderato in questi 5 anni, era dietro di me.
«Stai attenta alla signorina» dice ancora, dopo essere stata spinta leggermente.
Mi giro molto lentamente, fino a quando siamo di nuovo faccia a faccia.
Dopo 5 anni, rivederlo mi fa un certo effetto.
«Corinne...» sussurra con gli occhi lucidi.«Ciao, Matthew» mi giro di nuovo dandogli le spalle.
Tremo come una foglia.
Troppe emozioni che si contrastano, credo di non farcela.
«Mamma, andiamo, si è liberata» Nathan mi tira leggermente la maglietta.
Posso benissimo sentire lo sguardo di Matt bruciarmi addosso.
È in compagnia di una bambina.
Bhe, almeno lui è riuscito ad andare avanti.
Lo prendo in braccio e lo faccio sedere sull'altalena.
Sono costretta a girarmi, quindi a non dargli le spalle.
Non è cambiato di una virgola.
Stesso sguardo cupo, stesso corpo possente e stessa freddezza.
Non riesce a smettere di guardare Nath.
Lo guarda con occhi lucidi e poi passa a guardare me.
Intanto io spingo mio figlio nell'altalena e cerco di evitare il suo sguardo.
Ovviamente non riesco a non guardarlo, mi è mancato così tanto.
Appena sposto lo sguardo verso di lui, mi sorride, ma non ricambio.
Dopotutto ci ha fatto del male.
«Mamma, voglio scendere» esclama mio figlio e lo faccio scendere.È l'ora di ritornare a casa, così mi siedo su una panchina e pulisco le mani a Nath con una salvietta imbevuta.
Con la coda dell'occhio, noto Matt e quella bambina, dirigersi verso di noi.
Si siede accanto a me e sorride a Nathan.
«Corinne...mi disp-» cerca di dire ma lo blocco.
«Non mi interessa. È inutile che ti scusi» alzo gli occhi al cielo e lui scuote la testa.
«Posso spiegare?» dice, guardandomi.
«No» rispondo acidamente.
«Per favore, Corinne» appoggia i gomiti sulle sue gambe, tenendosi la testa.
«Veloce, che devo andare a casa» dico, senza nemmeno guardarlo.
«Tesoro, vai a giocare con Jorge» dico a Nathan e lui annuisce.
Lo guardo allontanarsi, mentre Matt prende parola.«Ho dovuto farlo, Corinne. Ero in mezzo ai casini. Se venivano a scoprire che avevo ucciso un capo così "famoso" mi avrebbero ammazzato. Ho preferito tenervi al sicuro e prendermi la colpa io, visto che nessuno dei suoi uomini ti aveva visto che sei stata tu. Sono passati...4 anni?-» dice tutto ciò con gli occhi lucidi e abbassando lo sguardo di tanto in tanto.
«Cinque. Matt...cioè...Matthew.
Cinque fottuti anni che non ti fai vivo. Nemmeno una cazzo di telefonata, per dire sono vivo, sto bene e voglio vedere mio figlio. Perché qui il problema non sono solo io. Mi hai lasciata sola a crescere un figlio. Mi hai chiesto pure di lasciare MIO figlio neonato qui e venirlo a prendere dopo qualche mese. Mi hai delusa, Matthew» scuoto la testa.
Delle lacrime scorrono sulla mia pelle e mi affrettò ad asciugarle.
«Sei stato il primo a essere stato abbandonato da Sophia. Quindi sai come ci si sente, o no?» concludo il mio discorso, alzandomi e dandogli le spalle.
«Ti chiedo scusa, amore mio, ho sbagliato, non dovevo andarmene. Potevo nascondermi da un mio amico per un po' e poi c'è ne potevamo andare tutti insieme» dice cercando di fermarmi.
Mi prende il polso e io lo ritraggo.
«Non toccarmi» lo guardo male, facendo segno a Nathan di venire.
«Poi vedo che hai una figlia. Dimmi, a cosa ti serve che io ti scusi?» guardo di nuovo la bambina che ora sta parlando con Nath.
«Non è mia figlia, è la figlia di un'amica di mia madre» dice ridendo.
«Non c'è un cazzo da ridere» sbotto infastidita, accennando un sorriso.«Mamma, andiamo» mi tira la maglietta e, con un cenno del capo, saluto Matt.
Potrei fare i salti di gioia, ma no.
Mi sono sentita presa in giro ma dopotutto lo amo ancora e non posso pretendere di dimenticarlo, quando per tutti questo anni non sono riuscita a togliermelo dalla testa.Matt è tornato, finalmente!
Che ne pensate?
Fatemelo sapere, ci tengo, ci ho messo tanto per scriverlo❤️
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Until the end ~ Fino alla fine
ChickLitCorinne Evans è un noto avvocato statunitense, molto famoso a New York. A soli 21 anni è riuscita a risolvere molti casi. È specializzata in gare clandestine ed è di una bellezza disarmante. E se, fra tutti i ragazzi, la sua attenzione cadrà su uno...