L'autunno era ormai iniziato e la temperatura era scesa di parecchi gradi. Sabrina rabbrividiva nei suoi vestitini estivi e da sua madre non era giunta ancora nessuna notizia che facesse presagire un imminente ritorno. Il capitano sembrava immerso in cupi pensieri e la ragazzina non osava domandare quando Marie sarebbe ripartita da Boston o che ne sarebbe stato di lei se non si sbrigava a tornare; in realtà erano poche le cose che aveva il coraggio di chiedergli dal giorno in cui era diventato più duro nei suoi confronti.
Si era ritrovata ancora alle prese con il suo scudiscio e non le era piaciuto per niente, ma il padre pareva soddisfatto, soprattutto quando la incontrava per le lezioni quotidiane e la vedeva più remissiva. Salvo poi accorgersi che non appena sfuggiva al controllo riprendeva nei suoi modi scandalosi, con grande disappunto degli altri soldati e anche dei fratelli, che pure non cercavano di facilitarle le cose, ma anzi la istigavano di continuo.
Quei due sembravano aver superato i loro diverbi ed erano tornati a fare coppia fissa. Dopo giorni carichi di tensione in cui si erano evitati di proposito, rifiutandosi di scambiare una parola anche al momento dei pasti in compagnia del padre, alla fine si erano riappacificati. Peggio: sembravano aver deciso di comune accordo che era lei la fonte dei loro litigi e guai e la dissuadevano dallo stargli intorno, facendola sentire ancora più sola.
Jonathan, in realtà, era quasi soddisfatto dalla piega che avevano preso gli eventi: l'immaturità di quella mocciosa aveva giovato alla loro reputazione. Suo padre aveva cambiato atteggiamento nei loro confronti: non li trattava più da ragazzini e sembrava aver concentrato tutte le sue energie sulla figlia che rappresentava un nuovo grattacapo. I due maschi erano saliti parecchio nella sua considerazione. Si rivolgeva loro come adulti, mentre era impegnato a disapprovare gli atteggiamenti poco consoni della sorella, e questo con immenso piacere di Jonathan che si sentiva finalmente riconosciuto dal genitore.
I tre stavano giusto battibeccando per qualche sciocchezza quando il capitano li aveva interrotti.
«Finitela di litigare. Sabrina, dobbiamo andare a Carson City: è necessario procurarti qualche vestito più pesante. Dovrò anche incontrare il tuo maestro, se devi fermarti ancora a lungo è meglio che scambi quattro chiacchiere con lui.»
I fratelli protestarono e insistettero per poterli accompagnare mentre Sabrina non rispose, raggelata al pensiero che il capitano parlasse con il suo vecchio insegnante di scuola. Cosa gli avrebbe detto? Era sempre stata una studentessa abbastanza diligente, ma per quanto riguardava il comportamento sapeva di non essersi guadagnata la sua stima... Era successo più di una volta che dovesse fermarsi a scuola oltre l'orario per scontare qualche punizione, cui seguivano puntuali le prediche di sua madre, che la obbligava a memorizzare e recitare qualche brano tratto dal Vangelo o dalla Bibbia. Ma ora si trattava del capitano e Sabrina sentì lo stomaco contrarsi. Imparare i testi sacri a memoria era una faccenda noiosa e irritante, ma affrontare l'ira paterna era tutt'altra cosa.
Poco dopo i quattro erano in viaggio con il carro; la ragazzina sperava potessero andare a cavallo, ma non osò chiederlo: probabilmente il capitano non voleva che qualcuno in città la vedesse mentre montava in sella come un ragazzo. Quindi sarebbe arrivata là vestita e pettinata come una bambina seduta a fianco a suo padre... Non ne era molto entusiasta.
L'ultima volta che era stata a Carson City aveva visto una sua coetanea abbigliata da signorina, con il busto, la crinolina e un'acconciatura da adulta, mentre lei ancora metteva abiti corti con i mutandoni che spuntavano da sotto e si raccoglieva i capelli in due trecce. Questo non le importava, anzi, aveva riflettuto sul fatto che con tutta quella roba addosso probabilmente non avrebbe potuto muoversi con agilità come faceva al forte. Però tornare in città conciata ancora come una bambina la metteva a disagio, quindi teneva gli occhi fissi sulle scarpe sperando di non incrociare lo sguardo di nessuno.
STAI LEGGENDO
Polvere alla polvere
Ficción históricaUtah 1854. Due fratelli decidono di lasciare la sicurezza della casa materna per seguire il padre, capitano dell'esercito. Giovani e scanzonati, alle prese con mille difficoltà per adattarsi alla vita militare mentre inseguono i loro sogni e cercano...