La sveglia suonò presto come al solito e Jonathan sospirò sconfortato: la notte agitata che si era appena conclusa l'aveva lasciato più stanco del previsto. Non che si fosse illuso di poter riposare tranquillo dopo l'accaduto, ma aveva sperato di riuscire almeno a rimettere insieme le idee.
Si era cacciato in un guaio.
La vista della sorella sconvolta l'aveva turbato profondamente, ma l'epilogo della serata nell'alloggio del padre gli aveva dato il colpo di grazia.
Sua sorella veniva spedita altrove... Tutti i civili dovevano lasciare il forte: questa era la decisione degli ufficiali più alti in grado, ma Sabrina non aveva dove andare e la soluzione suggerita dal colonnello Johnson era di mandarla a lavorare come infermiera in un ospedale gestito da suore a Pittsburgh, in Pennsylvania. Là si sarebbero presi cura di lei.
Inutile dire che la ragazza aveva iniziato a gridare, anzi ululare in modo straziante, alla notizia. Aveva supplicato il padre di perdonarla per il suo tradimento e lasciarla vivere ancora lì con loro, ma quella era una sentenza senza diritto d'appello e Jonathan aveva dovuto trascinare via di forza la sorella.
E pensare che avrebbe pagato, anni prima, per veder realizzato un tale sogno: liberarsi di quella peste una volta per tutte. Come aveva potuto anche solo immaginarlo? La prospettiva ora gli appariva ingiusta e insopportabile... Chissà come avrebbe reagito Robert.
Adesso doveva tentare di intercedere per lei e vedere se era possibile trovare un'altra soluzione: questo le aveva assicurato pur di fermare il suo pianto isterico. Era stato avventato a farle una tale promessa... non aveva nessuna idea di come intavolare un simile discorso con suo padre, non ora che la decisione sembrava definitiva. Ma l'aveva giurato! Non avrebbe sopportato una lacrima in più e l'aveva fatto. E, come se non bastasse l'essersi preso una tale bega, lei aveva pure stentato a credere che avrebbe tentato di aiutarla davvero: oltre il danno la beffa. Se non fosse riuscito nell'intento, l'avrebbe accusato di non averci nemmeno provato.
Al diavolo! Pensò mesto alzandosi di scatto dalla branda. Non si sarebbe tirato indietro e le avrebbe provato che si sbagliava: anni a farle credere di odiarla, per gelosia, invidia o che altro, e adesso non riusciva a dimostrarle quanto in realtà tenesse a lei. Avrebbe potuto sembrare quasi ironico se non fosse stato che non c'era nulla di cui ridere.
Vestitosi, lanciò uno sguardo al piccolo specchio prima di dirigersi all'ispezione del mattino.
«Ehi, Becker, tutto a posto?»
Jonathan si voltò di scatto verso un ufficiale che divideva la baracca con lui e non rispose.
«Sei tornato tardi ieri...» insistette.
«Niente di importante» tagliò corto, ma le profonde occhiaie e l'espressione determinata tradivano la sua apprensione: non erano ammessi fallimenti.
Eppure l'incontro con il padre fu esattamente quello: un fallimento su tutta la linea.
Il maggiore aveva ribadito che non si trattava di una sua scelta, ma di ordini superiori e pure molto sensati: c'era una guerra! Le donne se ne stavano a casa, non tra le file dell'esercito. Se sua sorella una dimora non ce l'aveva più e sua madre era tanto disgraziata da disinteressarsene, be', allora il suggerimento di Johnson non era poi così male: a Pittsburgh sarebbe stata al sicuro. A Nord, lontana dal conflitto, ma utile comunque alla causa. L'avrebbe accettato e se non avesse voluto ragionare, tanto peggio per lei: era ora di crescere.
Jonathan aveva tentato di convincere suo padre che capiva le ragioni della scelta, ma che la sorella era troppo sconvolta per andarsene così presto: avrebbe creduto che la allontassero solo per punirla, che la stessero cacciando, si sentiva così in colpa... Il maggiore aveva liquidato quell'obiezione con una sola parola: ridicolo. Sabrina non era un soldato e non si era comportata da codarda, lui non la stava punendo, anche se se lo sarebbe meritato. Fine della storia.
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Polvere alla polvere
Historical FictionUtah 1854. Due fratelli decidono di lasciare la sicurezza della casa materna per seguire il padre, capitano dell'esercito. Giovani e scanzonati, alle prese con mille difficoltà per adattarsi alla vita militare mentre inseguono i loro sogni e cercano...