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Metà Stella primaverile 4'500,Aracieli

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Metà Stella primaverile 4'500,
Aracieli.

Correvo, correvo a perdifiato per poter raggiungere il più in fretta possibile la piazza principale della città in cui vivevo, ormai, da sedici anni stellari.

Quello era un giorno importante per tutti noi abitanti della Stella Aracieli: per la prima volta, noi esseri umani avevamo l'opportunità d'essere a pochi passi dagli Dei e di poterli vedere dal vivo. Senza contare che, in questo giorno, avremmo scoperto se la principessa Sol, secondogenita della famiglia reale, fosse, davvero o no, la Prescelta, colei che è nata per riportare in vita, con i suoi poteri divini, la Dea Suprema a lungo sopita.

Tutti quanti, Semidei e Umani, credevamo e supponevamo che fosse proprio lei "il seme della purezza e della vita" in quanto la sua famiglia era la diretta discendente della Dea. Chi più di lei poteva avere un potere che si avvicinasse anche solo lontanamente a quello della Dea Khione? Nessun'altra.

Era scritto nel destino che una giovane Aracieliana, compiuti i diciassette anni stellari, avrebbe avuto un potere tale da fare germogliare il fiore della speranza. Ovviamente, non poteva essere di natura umana dato che noi esseri umani non avevamo alcun tipo di potere sin dal momento in cui venivamo alla luce. Come avrebbe fatto un essere umano ad essere colei che avrebbe salvato il nostro piccolo mondo?

Ormai, questa Stella, in cui eravamo solo degli ospiti indesiderati, stava morendo, sgretolandosi poco a poco, giorno dopo giorno, ora dopo ora, secondo dopo secondo. Avevamo bisogno di Khione per evitare che essa finisse in un cumulo di frammenti stellari che si sarebbero poi sparsi in tutto l'universo, provocando chissà quali danni irreversibili alle altre Stelle.

Erano secoli, ormai, che si attendeva la rinascita della Signora indiscussa della Stella pianeta in cui la nostra popolazione viveva.

La sola idea che lei tornasse tra di noi, ci elettrizzava tutti.

Con lei il nostro mondo sarebbe cambiato in meglio e non avremmo più dovuto temere la fine di Aracieli.

Schivavo con grande agilità e facilità la folla che si era adunata intorno alle stradine che conducevano alla piazza centrale.

Ero sempre stata dotata di una grazia innata e dell'agilità di un felino a differenza di qualsiasi altro essere umano di mia conoscenza. Mia madre mi ripeteva di continuo che sembravo più una Semidea piuttosto che un'umana. Del resto, non potevo darle tutti i torti se la pensava in questa maniera: avevo dei lunghi capelli rosa pallido che mi ricadevano in morbide onde sulla schiena, ricoprendola del tutto, ed incorniciavano il mio volto pallido e quasi perfetto. Inoltre, i miei occhi erano del colore del mare in tempesta che risplendevano come gemme preziose e dal valore incommensurabile.

Mi era sempre piaciuta la particolarità di quelle iridi che erano incastonate sul mio volto. Nella mia famiglia, anzi, nella popolazione umana nessuno aveva degli occhi di quello stesso colore e questo mi faceva sentire speciale, almeno per una volta. Erano rare e mi ricordavano tutti quei colori meravigliosi che potevo ammirare solo ed esclusivamente sull'ovale perfetto delle semidivinità.

HIPNÔSE  "Il sangue della dea"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora