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Chiusi la porta principale della Reggia Reale e appoggiai la mia schiena tremante sul legno duro e addobbato con decorazioni in oro

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Chiusi la porta principale della Reggia Reale e appoggiai la mia schiena tremante sul legno duro e addobbato con decorazioni in oro.

Cosa avevo fatto?

Era davvero quello ciò che io desideravo realmente, ciò che il mio cuore urlava a gran voce? No, ovvio che non lo fosse.

Io volevo stare tra le tue braccia e perdermi in lui, nelle sensazioni che mi faceva provare, nell'emozione di poter toccare le due labbra ed assaporarle fino in fondo, senza privarmi di nulla di ciò che lui potesse offrirmi.

Io volevo lui.
Io volevo tutto di lui.
Per sempre, fino all'ultimo istante della mia vita. Tuttavia, sapevo perfettamente che il giovane Principe Semidio non avrebbe potuto offrirmi nulla più di un mare sconfinato di dolore e sofferenza.

Lui non era fatto per amare, lui non era fatto per provare un'emozione e un sentimento come l'amore.

Come mi fece intendere sua sorella, tempo orsono, il Principe Aedyon aveva nella sua indole il sangue, la morte e la vendetta.

Come avrebbe potuto un ragazzo così riuscire a provare un sentimento così forte e puro come l'amore?

Lui aveva ucciso, ammazzato, trucidato e solo per il semplice piacere del veder soffrire il povero malcapitato e nel vedere la sua vita spezzarsi, istante dopo istante, sotto i suoi occhi eccitati ed entusiasti.

Questo era Aedyon.

Questo era ciò che era sempre stato.

Basta Hipnôse, mi dissi tra m e me, scuotendo il capo. In questo momento non puoi concentrarti su una cosa del genere.

«Ehi piccola...» disse la voce melodiosa ma preoccupata di Vel nel vedermi in quelle condizioni.

Lui di stava avvicinando a me, per questo motivo, mi affrettai ad asciugarmi le lacrime e sentii le mie guance calde e umide, leggermente irritate per quanto fossero state esposte all'acqua senza essere asciugate.

Alzai lo sguardo e vidi il ragazzo, senza il suo solito e insensato copricapo che indicava chiaramente a quale classe sociale apparteneva, a pochi passi da me.

Ero sicura di avere un aspetto senza ombra di dubbio orribile e disastroso, con gli occhi gonfi, rossi e lucidi dovuti al pianto isterico in cui ero piombata poco prima.

I suoi occhi, dalle iridi rosse, erano colmi di paura e di apprensione. Quando fu a pochi centimetri di distanza da me, fatico a non annullare anche quest'ultima distanza in modo da potermi abbracciare e non lasciarmi più andare. Apprezzavo il fatto che tentasse di rispettare la mia volontà e che avesse capito, una volta per tutte, in quale direzione erano diretti i miei sentimenti.

Io non gli avrei mai potuto offrire ciò che lui cercava, non avrei mai potuto ricambiare pienamente i suoi sentimenti, così tanto puri e sinceri.

HIPNÔSE  "Il sangue della dea"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora