.𝟠.

4.1K 217 99
                                    

«Visto che, per nostra sfortuna, non potremmo sbarazzarci di te così tanto presto» iniziò a dire quel vecchio scorbuto di Re Fenrys

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Visto che, per nostra sfortuna, non potremmo sbarazzarci di te così tanto presto» iniziò a dire quel vecchio scorbuto di Re Fenrys. «Dobbiamo addestrarti e prepararti a fare in modo che tu sia in grado di risvegliare la Dea khione.»

Cercai di trattenere un sbadiglio.

Dopo ciò che era successo ieri difronte a tutto il mondo Divino e Semidivino, il Re mi aveva fatta convocare ad un orario improponibile per una comune mortale: erano le cinque del mattino ed era da un pezzo che parlava e parlava. Ero davvero stufa di sentirlo blaterare del più e del meno, anche perché, non stavo seguendo il filo logico di quello di cui stava discutendo.

«Nostra figlia, la principessa Sol, sin dal momento in cui è venuta al mondo, ha iniziato ad addestrarsi per essere degna di essere la Prescelta. Con te, abbiamo troppo poco tempo a disposizione e non possiamo perderlo in cose futili.» continuò il vecchio Semideo che mostrava, si e no, quarantacinque anni d'età. In realtà, avevo sentito parlare della possibilità che lui ne avesse più di centotrent'anni stellari. Il fatto che avesse un decennio spiegava il perché era così burbero e scontroso con chiunque. «Dobbiamo iniziare da subito. I miei figli, il principe Aedyon e la principessa Sol, ti insegneranno la storia di questo mondo nuovo in cui sei stata catapultata e ti addestreranno in modo che tu possa sostenere un combattimento corpo a corpo. Voi umani siete fragili e non ci vuole molto affinché tu possa andare in contro alla morte prematuramente. Hai un grande compito da portare a termine e non possiamo permetterci che tu muoia prima di aver adempiuto al tuo compito.»

In poche parole, lui mi stava dando già spacciata.

Chiunque fosse stato presente, ieri sera, nella sala del trono ha potuto comprendere chiaramente che il Dio Mokosh non nutre grande simpatia nei miei confronti. Vorrebbe vedermi morta e mi sembra una decisione sensata quella di adestrarmi affinché io possa sostenere davvero un combattimento, nel caso ci fosse l'eventualità che questo avvenga ovviamente.

Come si suol dire, prevenire è meglio che curare.

«È tutto chiaro?» chiese Fenrys, scocciato e con il broncio.

Da quel che avevo capito, tenere la testa appoggiata sul braccio, mentre era seduto al trono, era la posizione che assumeva sempre così come l'espressione annoiata sul suo viso.

Arricciai il naso. «Tutto chiaro.»

Da quando mi ero svegliata, quella mattina, sembrava che questi semidei mi stessero trattando come una bambina di tre anni stellari a cui bisognava ripetere le cose più di una volta affinché lei non commettesse errori. Era davvero una seccatura.
Ero abbastanza matura da capire quale fosse la situazione e cosa ci si aspettasse da me, da ora in avanti.

«Allora sparisci dalla mia vista. Mi sono scocciato di vedere la tua faccia per oggi.» disse facendo un brusco cenno della mano in direzione delle porte spalancate alle mie spalle.

Alzai un sopracciglio e sospirai sonoramente, cercando di non saltargli addosso come una panterana impazzita, un animale simile ad un felino che vive sott'acqua in grado di catturare una preda senza fare alcun tipo di rumore o senza increspare l'acqua. Chiunque fosse nelle sue vicinanze, era spacciato.

HIPNÔSE  "Il sangue della dea"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora