.𝟝𝟘.

3.4K 189 129
                                    

Più guardavo il riflesso allo specchio più non potevo credere ai miei occhi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Più guardavo il riflesso allo specchio più non potevo credere ai miei occhi.

I capelli rosa pallido erano stati raccolti in una morbida treccia spessa che mi scendeva sul petto dalla spalla sinistra. Varie ciocche erano fuoriuscite da essa e mi incorniciavano alla perfezione l'ovale, sul quale spiccavano i miei occhi tempestosi, dalle tonalità del blu avio e del bianco, e le mie labbra rosee e carnose.

Sembravo davvero una principessa, peccato solo che io stessi per diventare Regina.

Sorrisi a quel pensiero, mentre le dame di compagnia mi aggiustavano l'abito bianco dalla gonna ampia dai meravigliosi ricami floreali rosa.

Il corpetto era abbastanza semplice ma le gemme rosa, che vi erano incastonate sul bordo di esso a forma di cuore, lo impreziosivano notevolmente.

Aedyon lo aveva scelto pensando a me e a questo giorno così importante per noi.

«Nostra signora» iniziò col dire una ragazza umana mentre si inchinava, senza osare guardarmi negli occhi. «è pronta. Perfetta e radiosa come la voleva il nostro signore, il futuro Re.»

Lanciai loro una rapida occhiata per poi tornare nuovamente ad ammirare il mio riflesso allo specchio.

«Bene.» dissi in tono pacato. «Potete andare, in tal caso.»

Si inchinarono un'altra volta. «La ringraziamo, nostra Signora.» dopodiché sparirono dalla circolazione, uscendo rapidamente fuori dalla camera matrimoniale nel quale mi trovavo.

Da quando mi ero risvegliata un paio di mesi prima in una potente e distruttiva Eterna, tutti avevano paura di me e di quell'immenso potere del quale ero in possesso.

Non importava se appartenessero alla categoria delle divinità, dei semidei o degli umani, tutti, senza fare distinzioni, mi temevano.

Si guardavano bene le spalle da non commettere errori che immaginavano avrebbero pagato con la vita.

Un po' mi faceva sentire strana nel sentirmi così tanto potente da incutere terrore, in fin dei conti, non avevo mai desiderato essere così, ma, dall'altro lato, non potevo fare a meno di compiacermene.

Per anni mi avevano umiliata, in ogni modo possibile, chiamandomi "lurida umana", ora erano tutti costretti e pronti ad inchinarsi al mio cospetto e a non deludere le mie aspettative, che, sicuramente, erano molto alte.

Dopo una vita passata a temere per la propria vita, ora mi trovavo finalmente nella condizione di non dover temere nulla e nessuno.

Ero immortale, anzi, no: ero Eterna.

Nessuno avrebbe più potuto osare torcermi anche un solo capello.

Il mio riflesso sorrise trionfante, come conseguenza di ciò che realmente stavo facendo.

HIPNÔSE  "Il sangue della dea"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora