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«Eccomi qui!» disse la voce entusiasta di Flore mentre entrava, con un vassoio tra le mani, nella nuova stanza che il Re Fenrys, convinto da sua moglie, la Regina Crysalide, mi aveva "gentilmente" concesso

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«Eccomi qui!» disse la voce entusiasta di Flore mentre entrava, con un vassoio tra le mani, nella nuova stanza che il Re Fenrys, convinto da sua moglie, la Regina Crysalide, mi aveva "gentilmente" concesso.

Finalmente mi ero convinta che la cosa migliore da fare forse cambiare camera e cercare di non ritrovarmi nella situazione di essere troppo vicina al principe. Naturalmente, non potevo mantenere fede al giuramento che avevo fatto a me stessa se continuavo a giacere nella stanza comunicante alla sua. Per questo motivo, avevo deciso di cambiare camera.

Essere distanti fisicamente mi avrebbe sicuramente aiutata a togliermi dalla testa l'ossessione inspiegabile che avevo nei suoi confronti.

La mia migliore amica attraversò l'enorme distanza che divideva la porta dal piccolo tavolino in legno bianco che era situato in un angolo di quella stanza, anche se non poteva definirsi proprio così dato che sembrava un vero e proprio appartamento. Era diviso in quattro parti: un'enorme sala d'ingresso lussuosa che affacciava da una parte ad una camera da letto grande e molto illuminata che era quasi identica a quella in cui alloggiavo prima e, dall'altra parte, ad una grande cabina armadio al cui interno vi era anche un bagno ampio e spazioso.

In ogni stanza, avevo fatto inserire dei grandi vasi di fiori freschi con il quale potevo esercitarmi a mio piacimento e, al tempo stesso, godermi un piccolo riposo per via della sospensione degli allenamenti a causa della mia precaria condizione di salute.

Anche se, dovevo ammettere, che la situazione non era affatto migliorata e che continuavo a sentirmi stanca e spossata nonostante il riposo forzato. Anzi, se dovevo essere sincera con me stessa, le cose sembravano solo peggiorare.

Non dissi nulla a nessuno del peggioramento della mia condizione di salute, soprattutto a Vel e al principe Aedyon.

Non era il caso di farli "preoccupare" inutilmente.

Sospirai.

Oltre ad essere pallida e senza forze, non riuscivo nemmeno ad assumere le sostanze nutritive necessarie per rimettermi in salute. L'unica cosa che riuscivo a mandare giù era un thè alle erbe aromatiche che ogni giorno mi portava Flore da un mese a questa parte.

Era un piccolo ringraziamento da parte della mia amica per averla perdonata per aver taciuto riguardo alla questione della morte dei miei genitori.

Dovevo riconoscere che era stato un atteggiamento insensato, da parte mia, reputare lei in parte responsabile per quanto fosse accaduto.

Non aveva avuto alcun ruolo in tutta quella crudele faccenda. Era stata semplicemente una ragazza sfortunata che aveva dovuto assistere ad una tragedia.

Sorrisi. «Sei felice per qualche motivo?» domandai nel sentirla canticchiare.

Flore mi guardò con un sorriso apparentemente raggiante in volto, ma con una strana luce cupa negli occhi che tradiva la sua contentezza. «Diciamo che sono felice che tu possa trascorrere più tempo con me.» iniziò col dire, sedendosi all'altra sedia del tavolo, difronte a me. «Era da molto che non stavamo insieme come ai vecchi tempi. Eravamo inseparabili prima che tu scoprissi di essere la Prescelta!»

HIPNÔSE  "Il sangue della dea"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora