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«Cos'è accaduto ieri?» domandò Vel, deconcentrandomi dai miei pensieri

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«Cos'è accaduto ieri?» domandò Vel, deconcentrandomi dai miei pensieri.

Ero rimasta in silenzio per tutto il tragitto, fin quando non eravamo giunti in giardino, continuando la nostra passeggiata.

Non ero di grande compagnia in quel momento e, tanto meno, avevo voglia di parlare con Vel di ciò che era successo ieri tra me e il Principe.

In tutta onestà, non mi andava nemmeno di ricordare quel momento che, per me e solo ed esclusivamente per me, era risultato magico e decisamente importante al fine di comprendere meglio i miei sentimenti.

«Capisco.» disse, leggendomi nella mente. Avevo quasi dimenticato che i suoi poteri divini erano molto simili a quelli della sorella, la Dea Devana. «Non devi scusarti o sentirti a disagio se non ti va di parlarne.»

Il venticello di fine Stella Primaverile mi faceva svolazzare i lunghi capelli rosa pallido dietro le spalle. «Ti ringrazio per la tua comprensione.»

Vel si tolse il copricapo e mi guardò dritta negli occhi tempestosi. I suoi erano due pozzi di fiamme rosse e ardenti. «Sappi che, di qualunque cosa tu abbia bisogno, io ci sarò sempre per te. Non scordarlo mai. Io vivo per servirti.»

"Io vivo per servirti."

«Cosa vuol dire?» domandai incuriosita e dubbiosa. Che lui sapesse qualcosa su chi fossi davvero io?

Il Dio scrollò le spalle. «Cosa?»

«Ciò che hai detto.»

«Dipende da quale delle tante affermazioni.» rispose, girandoci intorno. Sapeva benissimo a cosa si riferisse ma amava vedermi in difficoltà e impazzire.

Incrociai le braccia al petto, leggermente irritata. «Sulla questione che tu sei al mio servizio. Cosa intendi?»

Lui allargò il suo sorriso sbarazzino e mozzafiato. Era un Dio davvero sexy e affascinante, peccato che non fosse colui che avevo nel cuore, o, almeno, non nel modo in cui intendo io. Gli volevo bene ma non c'era nient'altro. Sarebbe stato tutto più semplice se fossi stata innamorata di Vel. Sicuramente molto più semplice. «Era semplicemente un modo per farti capire che io ci sono per te.» mentì. Mentì spudoratamente.
Me ne resi subito conto dal tipo di sorriso da cattivo ragazzo, che tenta di tirarsi fuori dai guai, che mi rivolse.

«Pensi davvero di prendermi in giro in questa maniera?» domandai a bruciapelo.

Scrollò di nuovo le spalle con nonchalance. «Forse.»

Alzai gli occhi al cielo e, per la prima volta da quando c'eravamo fermati, notai che eravamo in un angolo del giardino che non avevo ancora visitato, fino a quel momento, da quando era arrivata alla Corte Reale, dove alloggiavano gli Dei e i Semidei.

Dopo il sentiero alberato, che avevamo percorso, si apriva una grande distesa di prato verde e incontaminato in cui, al centro, poco prima di un piccolo lago artificiale, vi era una imponente statua dedicata alla Dea Suprema Khione, o, forse dovrei definirla l'Eterna Khione?

HIPNÔSE  "Il sangue della dea"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora