Capitolo 2

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"Celine, sbrigati a scendere, la zia è già qui che aspetta" urla mia mamma da sotto le scale "arrivo mamma, dammi solo un secondo e scendo".
Sbuffo, non ho ancora chiuso la valigia, son due giorni interi che fisso l'armadio, sono indecisa su cosa portare, alla fine ho optato per capi semplici e comodi, anche perché Il contenuto del mio armadio è uguale a zero se paragonato a quello di Marta.
Lei potrebbe aprire uno spaccio per i numerosi abiti e scarpe che possiede. Chiudo la valigia e scendo le scale di corsa, mia mamma e zia Claudia sono in cucina che chiacchierano bevendo del caffè " eccomi sono pronta" esclamo facendo la mia entrata in cucina.
Zia mi rivolge uno dei suoi dolcissimi sorrisi, è bellissima nel suo tubino turchese che le mette in risalto le sue forme perfette.
Ha raccolto i capelli in una coda bassa.
I suoi occhi sono simili ai miei nella forma, ma differenti nel colore, i miei neri come la pece contro i suoi di un verde chiaro, più simile al colore della seta indiana, che allo smeraldo, anche le sue ciglia sono lunghe e folte proprio come le mie.
" Vieni tesoro zio ci aspetta a casa, i nostri bagagli sono già in macchina, manca solo il tuo.
Sai, sono ansiosa di passare del tempo con la mia nipotina preferita" mi lascia un bacio sui capelli "anche l'unica direi" sogghigno evidenziando il fatto che lei non abbia altre nipoti all'infuori di me "dettagli su muoviti" fa spallucce e si avvia verso l'ingresso.
Mia madre mi accarezza le braccia.
Non abbiamo bisogno di tante parole,
i suoi occhi lucidi dicono molto di più, tante raccomandazioni in quel sorriso dolce e triste allo stesso tempo " ti chiamo appena arriviamo mamma te lo prometto" la tranquillizzo.
Mamma non abbraccia con facilità, ma quando lo fa, come in questo momento, è come una promessa come a dire io ti vorrò sempre bene, io ci sarò sempre, va tutto bene piccola.
Ed io mi lascio cullare da quella sensazione di benessere, mi sento al sicuro tra le sue braccia esili.
Quando mi stacco, sento un groppo allo stomaco, mi si stringe il cuore.
Non vorrei lasciarla sola, so quando sta soffrendo anche se fa di tutto per mascherarlo.
Ogni giorno che passa, la vedo sempre più stanca e non solo fisicamente, il suo sguardo... è assente, sembra davvero sul punto di crollare da un momento all'altro.
Mi fa male vederla così, le ho anche espresso la volontà di rinunciare al viaggio e restare a casa ad aiutarla, ma lei si è opposta.
"non esiste piccola... Non puoi rinunciare, io starò bene tranquilla..."
Ha insistito affinché passassi un po' di tempo con la zia.
L'abbraccio un ultima volta ed esco di casa.
Sono seduta sul sedile posteriore, la testa poggiata al sedile, metto le cuffiette e ascolto la mia play list preferita.
Persa nei miei pensieri, mi domando come sarà il villaggio che ha scelto la zia , di solito optano per un posto tranquillo, troppo tranquillo ripeto tra me e me,uno di quelli adatti alle famiglie.
Appena zio Tony parcheggia l'auto nel grande piazzale del villaggio, veniamo accolti da due animatori, che dopo le dovute presentazioni ci accompagnano alla reception per l'assegnazione dell'alloggio e ci salutano augurandoci un buon soggiorno.
Un altro ragazzo biondino dietro il bancone ci  fa indossare il braccialetto identificativo. È carino di colore verde con la scritta "blu village" di colore bianco e una piccola palma. 
Mi rivolge uno sguardo malizioso poi si avvicina al mio orecchio "ci si vede in giro bambolina..." io sgrano gli occhi, bambolina, pff, ma come si permette, con uno scatto tiro indietro il braccio e questo fa si che il braccialetto si stringe più del dovuto sul mio polso, ma che cavolo !!
Non ho intenzione di chiedergli di sostituirlo con un altro più lento, così mi giro senza rispondergli e mi avvio verso l'alloggio.
L' alloggio è situato proprio nei pressi della piscina più grande, che noto essere molto affollata...
Gli zii  subito dopo aver sistemato le valige, sono usciti per un giro di perlustrazione, io ho declinato il loro invito e ora ne approfitto per fare una sana doccia rilassante.                         Indosso il mio pigiama che consiste in una canotta bianca e un pantaloncino con la stampa di tanti piccoli cactus e mi butto sul morbido letto matrimoniale di quella che sarà la mia camera da letto in questi giorni di vacanza.                                                  Gli alloggi sono tutto sommato carini,  tante piccole casette sparse nell'immenso prato verde, a far ombra alle stesse, tanti alberi dall'alto fusto e alcune come la nostra nei pressi della piscina. L'interno non è molto grande ma accogliente, un  ambiente unico all'entrata con un divanetto in pelle, un tavolinetto basso avanti e una tv a schermo piatto a seguire la stanza degli zii, il bagno separa quest'ultima dalla  mia stanza. Sono sprovvisti di cucina dato che gli zii hanno optato per la formula hotel.  Il bagno è fantastico, ha una doccia a mosaico enorme che possono starci tranquillamente due persone.            La portafinestra alle spalle dei divani, da l'accesso ad un piccolo terrazzo, vista mare.                                                 È attrezzato con due sdraio prendisole e uno stendibiancheria in plastica. L'odore delle lenzuola fresche di bucato mi rilassano e nonostante sia solo pomeriggio crollo dalla stanchezza.                                     "Celine posso entrare?"                        La zia bussa alla porta, la lascio entrare, "hai riposato tesoro ? È quasi ora di cena, che ne dici se ti prepari e scendiamo, lo zio è affamato"            La sala è gremita di gente, i pasti sono a buffet.                                                  C'è l'imbarazzo della scelta in tutte le pietanze, dall'antipasto ai primi, i contorni e secondi di carne o pesce. Gli animatori fanno il giro dei tavoli per invitare gli ospiti a partecipare alla presentazione dello staff, che avverrà nell'anfiteatro. 

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La luce accecante del sole mi colpisce gli occhi, ieri sera ho dimenticato di tirare le tende.                                        Mi alzo, gli zii stanno ancora dormendo, quindi apro cercando di  fare meno rumore possibile, la portafinestra, ed esco sul terrazzo.
L'aria del primo mattino è ancora fresca, mi abbraccio per scaldarmi, stringo le mani sulle braccia, mi appoggio al muretto per ammirare il mare di fronte a me.
Tutto intorno c'è silenzio, si sente solo il rumore delle onde, me ne sto lì ad osservare quell' esile piegatura d'acqua vibrare in infinite gocce e poi dissolversi.
" Buongiorno tesoro, già sveglia?" Sussulto " scusa tesoro ti ho spaventata..." mi abbraccia da dietro, ero così assorta nei miei pensieri che non l'ho sentita arrivare.
"Non riuscivo a dormire così sono uscita ad ammirare questo spettacolo, è bellissimo il mare da qui..."
"È vero è molto bello ma ora che ne dici di andare a fare colazione, ho una fame da lupi..."
Dopo alcune ore passate a leggere il mio libro, sdraiata sotto il sole cocente, decido che è giunta  l'ora di entrare in acqua per bagnarmi un po' la testa, sta letteralmente andando a fuoco, e poi è risaputo che i capelli scuri attirano maggiormente i raggi solari e ci fanno sudare di più,quindi, essendo io mora non posso rischiare di prendere un insolazione già dal primo giorno.
E' tardo pomeriggio ma vorrei fosse già sera tarda, mi sono rotta le scatole di stare in spiaggia, è una noia mortale, mi chiedo se non ho sbagliato a venire qui.
Provo a immaginare cosa staranno combinando i miei amici, a quest'ora saranno usciti per l'aperitivo da Mario e Marta starà battibeccando con Sandy come al solito.
È passato solo un giorno senza vederla e già mi manca moltissimo.
Sto per alzarmi con l'intenzione di rientrare a casa e delle risate attirano la mia attenzione.
Mi auguro proprio non siano gli animatori che vengono a prelevare gli ospiti per partecipare a uno di quei stupidi giochi che fanno di solito durante la giornata.
Delle volte sanno essere davvero assillanti. Io ho la mia tattica per evitarli, ovvero fingo di dormire.
Apro piano un occhio, per accertarmi che siano andati via e la vista di tre ragazzi a pochi metri di distanza, mi fa aprire anche l'altro.
Sono diretti verso il bar, indossano vestiti piuttosto che il costume, quindi presumo siano appena arrivati.
Mi ritrovo a sperare come una sfigata che siano ospiti del nostro stesso villaggio.
Sembrano carini, anche se sono di spalle.
Uno di loro mi colpisce in particolar modo, alto, moro ,pelle olivastra, si volta indietro, con la mano tira su gli occhiali da sole, mi rivolge un'occhiata veloce, ops mi ha beccata a fissarlo, abbasso subito lo sguardo imbarazzata.
Resto sdraiata abbandonando l'idea di rientrare in anticipo.
Evito di guardare scrupolosamente nella loro direzione, ma percepisco uno sguardo addosso che mi provoca brividi lungo la schiena.
D'istinto alzo la testa e lo trovo a fissarmi, è seduto sullo sgabello, con la gamba destra sulla sinistra e sorseggia la sua birra direttamente dalla bottiglia, porca miseria può una persona essere sexy anche quando beve?
Ride, il suo sorriso è da togliere il fiato, si passa una mano tra i capelli per tirare su il ciuffo che gli cade sugli occhi e dio mio mi ritrovo con mia sorpresa a boccheggiare e ad avere pensieri impuri sulle sue labbra carnose e umide.
Una delle cose più belle che ti può capitare è guardare qualcuno ed accorgerti che il suo sguardo era già su di te, sicuramente nel mio caso è solo una coincidenza lui è troppo bello per guardare me.
" Celine chiudi la bocca, ti cola via la bava" zia Claudia mi distoglie dai miei pensieri, "hei sei arrossita... di un po' quale dei tre macho hai adocchiato? Non sono niente male sai?"
Ma non stava dormendo? Accipicchia è perspicace "non ho addocchiato proprio nessuno... " mi difendo con un sorriso, "vediamo... lasciami indovinare, potrebbe trattarsi del bel moro che sta guardando proprio da questa parte..." "dici sul serio.." mi alzo di scatto mettendomi seduta, lei scoppia a ridere " no, ma ti ho beccata... ti mettevo alla prova e tu ci sei cascata come un'allocca, dovresti vedere la tua faccia, sei di un rosso pauroso" si fa beffa di me "puoi evitare questi scherzi idioti per favore? " dico mettendo il broncio, per un attimo ci ho creduto davvero. Che scema.

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