Capitolo 19

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Sento che sta nascendo qualcosa tra noi, non so ben dire se quello che provo è solo affetto o qualcosa di più, so solo che sto bene quando sono con lui, mi fa provare emozioni nuove e mi manca quando non lo vedo.
"Ti va di rientrare dentro?" mi chiede piano " sinceramente no Jacopo, non sono in vena, l'unico motivo per cui sono venuta qui stasera è per incontrare te e parlarti.. mi ha preso il telefono per questo non ho potuto rispondere alle tue chiamate e messaggi, mi dispiace se ti ho rovinato la serata, assillandoti con i miei problemi familiari..." dico abbassando il capo " non devi nemmeno pensarlo, io voglio starti vicino.. voglio aiutarti ...è orribile quello che ti è successo" mi sorride, " mi chiedo se non abbia sbagliato a coinvolgerti in questa mia situazione, non voglio che tu ti senta in qualche modo obbligato a starmi vicino solo perché ti faccio pena, non farlo ti prego.. non illudermi con i tuoi gesti, portandomi a pensare che ci sia qualcosa di più di una semplice amicizia, se per te sono un'amica e basta dimmelo lo accetto " dico col cuore a mille," tu mi piaci Celine, lo sai che provo qualcosa per te è inutile girarci intorno, mi sembra di avertelo anche dimostrato in più di un occasione" si avvicina e mi sfiora le labbra con le sue "ti fa male?" si riferisce al mio labbro ferito, nego con la testa e adesso sono io che lo bacio, ho urgenza di questo bacio bellissimo, passionale dolce, " ora devo andare sono stanca" "ti accompagno, non voglio che vai da sola" dice tenendomi ancora stretta tra le sue braccia con la paura che potessi sparire di nuovo " no non puoi ,sarebbe peggio credimi, torna pure dentro io vado da sola.. dillo tu a Marta che sono andata via" dico stampandogli un bacio a fior di labbra" allora ti chiamo domani per sapere come è andata" dice "dimentichi che non ho il telefono, mi farò viva io in qualche modo"sospiro "se non lo fai giuro che ti vengo a cercare a casa " il suo sorriso è contagioso e sorrido anch'io.
Durante il tragitto verso casa ripenso a quante cose sono successe in sole poche ore, Jacopo prova qualcosa per me, è fantastico. Ho rinunciato spesso ai miei sogni, ho accantonato troppe volte le occasioni della mia vita, facendo vincere le mie paure.
Ma queste si presenteranno sempre, puntuali. Ed io voglio affrontarle e non nascondermi dietro un "ho paura", "non ce la faccio", devo trovare la giusta spinta per superarle e correre incontro a ogni nuova occasione che la vita mi offre, come questo sogno che si sta per realizzare.
Jacopo può diventare l'occasione della mia vita.
La luce è accesa in casa, sto tremando e non per il freddo, apro piano la porta cercando di non fare alcun rumore, mio padre è sul divano con la testa poggiata sullo schienale non si muove,non ce la farò a sopportare altre botte, la sua voce roca mi fa sussultare " cosa ci fai qui? Mi sembra di essere stato chiaro con te, tu hai fatto la tua scelta uscendo di casa" il suo tono è serio " non puoi dire sul serio questa è casa mia " dico con voce tremante " ti sbagli è casa mia e ti ordino di sparire immediatamente e di non metterci più piede...va via lontano da qui non voglio più vederti davanti ai miei occhi" trattengo le lacrime non gli darò anche la soddisfazione di vedermi piangere, Jacopo ha ragione è un bastardo, come può farmi questo, " possibile che tu sia così insensibile? Dove diavolo vado a quest'ora della notte eh? Almeno lasciami dormire qui stanotte, domattina farò come dici, andrò via..." dico spaventata " sono problemi tuoi io ti avevo avvisato e tu hai fatto di testa tua ora te ne assumi le conseguenze.." non transinge resta fermo nella sua decisione di mandarmi via " lasciami salutare almeno Gianni " non risponde così corro su per le scale entro in camera di Gianni, lui dorme profondamente gli accarezzo i capelli e lo bacio con dolcezza sulle guance paffute "perdonami" sussurro nel suo orecchio, lui si rigira e apre piano i suoi occhietti " Celine dormi con me stanotte?" " no cucciolotto non posso mi dispiace se ti ho svegliato, volevo salutarti e dirti che ti voglio un bene dell'anima" piango " Celine perché piangi? " piagnucola " devo andare via, papà non vuole che resto qui e sai che è meglio non contraddirlo" dico stringendolo forte a me " ti prego portami via con te, non lasciarmi solo con loro" singhiozza " non fare così ti prego è già difficile così.. io non so dove andare e non posso portarti con me ora, poi la mamma ti vuole bene, morirebbe senza di te" cerco di tranquillizzarlo " ma la mamma vuole bene anche a te e le spezzerai il cuore" parla come un adulto anche se ha solo sei anni " lo so ma sono costretta ad andare non è una mia decisione, non mi dimenticherò di voi anche se andrò lontano, io vi voglio bene e voglio bene anche a papà perché so che lui sta soffrendo e l'alcol non lo fa ragionare, tu aiutalo se puoi a te non farà del male lo so e ti prometto anzi te lo giuro su ciò che ho di più caro al mondo che tornerò a prenderti e staremo sempre insieme" "davvero lo farai?" mi chiede con la voce rotta dal pianto "certo che lo farò.. ora cerca di dormire" gli do un bacio sulla guancia scompigliandogli i capelli " ti voglio bene Celine.. mi mancherai" " mi mancherai anche tu, promettimi di fare il bravo e non farlo arrabbiare mi raccomando" " te lo prometto...e tu torna presto" non rispondo mi allontano veloce e mi fiondo in camera mia apro l'armadio prendo qualche abito a caso, prendo i risparmi dal mio salvadanaio e li infilo nel mio borsone, mi precipito col fiatone per le scale, visualizzo mia madre vicino alla porta, lui non si è mosso è ancora nella stessa posizione di poco fa, non dice niente, speravo che alla fine si pentisse e mi fermasse, ma così non è.
Mia madre mi raggiunge, mi abbraccia "perdonami figlia mia se non ho saputo proteggerti come avrei dovuto, se solo fossi stata più forte se mi fossi ribellata ora non saresti costretta ad andare via e affrontare l'inferno" singhiozza mi fa male vederla così " è qui l'inferno mamma e ovunque andrò starò meglio di qui, dovessi dormire anche sotto un ponte" mi affretto a ribattere ," ah,, pure...non ti ho mai fatto mancare niente ti ho vestita ti ho dato da mangiare, ti ho fatto studiare cos'altro vorresti eh? Stupida ingrada " si intromette mio padre " non ho mai voluto niente da te, ,l'unica cosa che ho sempre e solo desiderato tu me l'hai negata papà, io volevo solo il tuo affetto ,è incredibile si avrei scambiato tutte le cose che mi hai dato solo per una carezza da parte tua, ma tu invece mi stai buttando fuori come fossi un appestato, io mi maledico perché nonostante tutto il male che mi fai io non riesco ad odiarti come vorrei, ci ho provato sai, ci ho provato ad odiarti ma l'amore che mi legava a te era più forte e non importa quante volte mi picchiassi io dentro di me ti perdonavo sempre.
Però tu al contrario di me, ci riesci benissimo ad odiarmi vero?
Dimmelo in faccia se ne hai il coraggio... no non puoi e sai perché?
Perché in fondo odi anche te stesso lo leggo nei tuoi occhi, sei sempre stato un libro aperto per me papà ,dio mio vorrei solo che tu capissi che non è mia la colpa se Daniel è morto, era malato per tutti questi anni mi hai fatto vivere nell'angoscia, mi chiedevo giorno e notte se fosse stata davvero mia la colpa della sua morte, di notte mi svegliavo di soprassalto, avevo gli incubi ma nessuno veniva a rassicurarmi con un abbraccio, ora so che io non ho nessuna colpa, se non quella di essere tua figlia, avevi smesso di amarmi nonostante io ti amassi e così Dio ha voluto punirti portandoti via Daniel, l'unica persona importante nella tua vita..." gli ho detto quello che ho sempre voluto dirgli, lui scatta come una molla " stai insinuando che è colpa mia?" dice furioso " no.. voglio solo dirti che non posso cambiare le cose, anche se lo vorrei tanto non posso cambiare il fatto che sia morto Daniel e non io, Dio ha voluto Daniel con se e adesso andrò via anch'io come vuoi tu e stai tranquillo perché da oggi per te sono morta anch'io, non mi vedrai più, così non avrai perso solo Daniel ma anche me e forse un giorno anche Gianni stufo di te ti abbandonerà e tu resterai solo con la tua solitudine, l'alcol sarà la tua sola compagnia" senza aspettare la sua reazione apro la porta ed esco fuori di corsa sbattendo la porta, mi volto a guardare per un'ultima volta quella che, per diciotto anni, è stata la mia casa, dove sono racchiusi tutti i miei ricordi da bambina belli e brutti.
I miei piedi si sono mossi per inerzia, non mi sono nemmeno accorta di essere venuta qui, sono davanti casa di Jacopo so che si tratta di casa sua, perché, me lo ha detto, la sera della cena, quando ci siamo passati davanti con la macchina.
Sono madida di sudore per la corsa che ho fatto, ho il fiatone quasi non respiro, i miei occhi sono gonfi per le troppe lacrime.
Non credevo che mi sarei ritrovata a chiedergli aiuto così presto.
Mi siedo su una panchina poco distante, devo calmarmi, non ho il telefono e non posso avvisarlo, aspetterò che rientri dalla festa, speriamo solo non faccia troppo tardi.
Vedo una ragazza bassina, mora, molto carina che sì dirige verso il portone di casa, tira fuori le chiavi, presumo sia anche casa sua, sarà sua sorella, a guardarla bene gli somiglia, mi avvicino cauta per non spaventarla visto che siamo in piena notte "ciao le dico.." lei sobbalza alla mia voce, si volta "ciao.. ci conosciamo?" Chiede " no sono un'amica di Jacopo.." dico amica perché in realtà anche se so di piacergli non mi ha detto espressamente che sono la sua ragazza, non abbiamo dato un etichetta ai nostri incontri " sai se è rientrato dalla festa ?" Lei mi rivolge uno sguardo accigliato, indagatore direi quasi sprezzante, raggrinza il naso come fossi un insetto puzzolente da scacciare via, ma che diamine!! Tentenna prima di rispondere, come stesse pensando a cosa dire " credo sia con Beatrice ..." esclama soddisfatta, io sgrano gli occhi "chi?" Chiedo sconvolta dalla sua risposta, lei se ne accorge e continua " la sua ragazza ...oh.. non te lo ha detto ? beh lo fa sempre quando vuole provarci con qualcuna.. Beatrice è appena rientrata dalle vacanze ,abbiamo cenato insieme, voleva fargli una sorpresa così lo ha chiamato poco fa e lui è passato a prenderla...ah non credo rientri a casa prima di domattina , di solito resta a dormire da lei" perché ho l'impressione che ci goda nel dirmi questo, le sue parole sono come una lama fredda conficcata nel petto, mi manca l'aria, sono troppo sconvolta non, riesco a credere che mi abbia fatto una cosa del genere, non mi capacito del perché mi abbia mentito.
Io gli ho solo chiesto di essere sincero con me e non l'ha fatto a quanto pare, "ops, sei pallida..non te la prendere, non sei la prima a cascarci, mio fratello sa essere un vero stronzo.." no.. non ci credo lui non è così, è stato così dolce poco fa, ha detto di provare qualcosa per me, non è possibile che fossero solo bugie per riuscire nel suo scopo, ma allo stesso tempo mi chiedo che interesse ha sua sorella a raccontarmi una bugia, "se mi dici chi sei gli dico che sei passata" mi riscuote dai miei pensieri " no.. grazie.. non importa" e con lo sguardo basso mi allontano da casa sua, corro come non ho mai corso in vita mia, la pioggia mi inonda il viso, ormai non so distinguere la pioggia dalle lacrime, sono fradicia dalla testa ai piedi, sento freddo, mi fermo, non so dove andare, mi ritrovo in piena campagna, scorgo un piccolo capanno, mi avvicino, non c'è nessuno, è una rimessa per attrezzi agricoli, apro la porta in legno, chiusa da un semplice gancio di ferro, butto il borsone a terra, mi siedo a terra, mi abbraccio per scaldarmi, dio Jacopo cosa mi hai fatto? sono stata un' ingenua a credere alle tue parole ,che stupida mi dico mentalmente, chiudo gli occhi sperando che sia solo uno stupido sogno, la realtà è che non sono più una bambina, il principe azzurro non esiste ed io sono solo un'illusa.

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