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Moonlight è pronta la cena! Mi chiama mia madre attraverso il pensiero.

Proprio così. I licantropi possono parlarsi col pensiero. Dote molto comoda quando non hai voglia di muoverti per andare a parlare con qualcuno, o come in questo caso, per chiamare i propri figli quando è pronto in tavola.

Arrivo

La mia casa è sostanzialmente un cottage a due piani, interamente in legno. Il piano terra ha una terrazza, che affaccia ed è parzialmente sospesa su una scarpata, e che poi gira su entrambi i lati attorno all'edificio, arrivando più o meno a metà della parete. La terrazza è sostenuta da pilastri rotondi di legno ed ha un parapetto. La porta d'ingresso della baita, preceduta da un piccolo vialetto in tavole di legno, si trova proprio accanto ad uno degli ingressi della terrazza, che è raggiungibile anche attraverso una larga portafinestra nel salone del piano terra. Di conseguenza, si può scegliere se entrare dalla porta o se girare l'angolo lungo la terrazza ed entrare dalla portafinestra.

Scendo le scale, o meglio, ruzzolo dalle scale e arrivo in sala da pranzo, dove trovo già seduti ad aspettarmi la mia famiglia che mi guarda, chi preoccupato, chi divertito dalla mia entrata in scena.
"Ahi" mi rialzo strofinandomi il sedere.

La prima che vedo è mia madre, Charlotte. Alta, capelli rossi, che le arrivano alle spalle, e occhi verdi. Mia sorella Rose ha preso da lei quasi tutto. Indossa una camicia verde e un paio di pantaloni neri infilati dentro a degli stivaletti col tacco. E' bellissima e, anche lei, dimostra solo venticinque anni nonostante ne abbia quattrocentododici. Sta finendo di portare in tavola la cena e mentre mi passa accanto mi sorride dolcemente per poi andare da mio padre e dargli un bacio sulle labbra.

 Sta finendo di portare in tavola la cena e mentre mi passa accanto mi sorride dolcemente per poi andare da mio padre e dargli un bacio sulle labbra

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Mio padre, Alan, ha i capelli castano chiaro, occhi azzurri e un filo di barba a coprirgli il mento. Indossa una camicia blu con le maniche arrotolate fino ai gomiti e i suoi immancabili blue jeans con leggeri strappi al ginocchio. Ha cento anni più di mia madre ma, nel nostro mondo, l'età è solo un numero, essendo immortali

 Ha cento anni più di mia madre ma, nel nostro mondo, l'età è solo un numero, essendo immortali

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- Ehi piccoletta - saluta mio fratello guardandomi con un sorriso divertito.

Io adoro mio fratello. Porta sempre i capelli castani spettinati, come se qualcuna ci avesse tuffato le mani per ridurli a quel modo. Ha un viso squadrato ma molto dolce. Peccato sappia essere anche molto, ma molto dispettoso quando vuole. A parte me è il più giovane della famiglia, ha solo ottantaquattro anni dopotutto.

Josh indossa una felpa nera e un paio di pantaloni da ginnastica grigi.

Mi siedo accanto a quest'ultimo che mi tira un pizzicotto sul fianco

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Mi siedo accanto a quest'ultimo che mi tira un pizzicotto sul fianco. Io mi giro verso di lui e gli lancio un ringhio d'avvertimento.
Adoro davvero mio fratello, ma quando sono nervosa lo trovo particolarmente fastidioso.

- Moonlight - mi richiama mio padre.

- Ha cominciato lui - sbuffo.

Ridacchiano tutti, abituati alle nostre scaramucce.
Io sbuffo ed inizio a mangiare la mia bistecca al sangue. Decido di ignorarli per il resto della cena.

Va tutto bene cucciola? La voce di mio padre entra nella mia testa.

Dobbiamo proprio andarcene? Chiedo alzando lo sguardo verso di lui, in modo che veda tutta la mia tristezza.

- Rose! - la sgrida mio padre.

Lei alza lo sguardo su di lui, guardandolo confusa - Che ho fatto? -.

- Non riesci mai a tenere la bocca chiusa eh? - la guarda male, per poi indicare me.

Rose alza le spalle - Tanto glielo avreste detto voi comunque, non vedo dove stia il problema - dice continuando a mangiare la sua carne.

- Alcune cose vanno affrontate con calma Rose - interviene mia madre - e avevamo intenzione di parlarne stasera a cena -.

Mia madre si siede alla destra di mio padre, vicino a Rose.

- Allora Moonlight, visto che Rose ti ha già detto tutto - anche mia madre le lancia un occhiataccia - hai qualche domanda da farci? - mi chiede con un sorriso dolce.

Io faccio un sospiro e poso la forchetta sul piatto, ormai vuoto.
- Perché dobbiamo andarcene? -.

- Tesoro, l'Alpha ci rivuole in paese e, come sai, non possiamo disubbidire ad un suo ordine diretto - risponde mio padre.

- E cosa più importante è che ci sono stati degli attacchi al nostro branco - interviene Josh - quindi ci vuole tutti a casa, per tenerci d'occhio -

- Attacchi? - chiedo guardandolo.

Lui mastica l'ultimo boccone facendomi segno di sì con la testa.

- Niente di cui tu debba preoccuparti Light - mi rassicura mia sorella guardando male il fratello minore.

- E io non posso rimanere qui? - chiedo.

Quattro paia d'occhi mi fissano.

- Assolutamente no - dice mio padre, facendo capire che il discorso è chiuso.

- Tesoro, non saresti al sicuro qui da sola - dice mia madre.

Sbuffo - Sono perfettamente in grado... -

- Ho detto di no - ripete mio padre interrompendomi.

- Ma non è giusto - dico cercando con lo sguardo un appoggio da parte del resto della mia famiglia - questa è casa mia, sono cresciuta qui! Non voglio andarmene chissà dove -.

Mio padre si alza ringhiando.

- Se vuoi farci delle domande serie va bene, se vuoi solo dire idiozie allora puoi andare in camera tua e cominciare a fare i bagagli - dice.

Non ho mai visto mio padre arrabbiato, lo guardo con occhi sgranati dallo stupore. Poi mi alzo e corro in camera mia, piangendo.

I'M a WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora