Capitolo 7

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"Salve signorina Faith, cosa ci fa lei qui?" Mi chiede la signora che sta alla reception.
"Ho dimenticato dei moduli, sono tornata a prenderli" spero che non si accorga di nulla: non sono mai stata molto brava a fingere.
"Sa quanto tempo ci vorrà per cercarli?"

"Non lo so..."
"Perché forse non sarò qui al suo ritorno, il mio turno finisce tra poco"
"Non si preoccupi"
Cammino velocemente verso l'ascensore per evitare che mi dica qualcos'altro.
L'ho scampata: ma ora arriva il peggio.

Dopo vari minuti arrivo all'ultimo piano.
Mentre percorro il corridoio inizio a calmarmi: non succederà nulla, è semplicemente il tuo capo, mi ripeto.
Busso alla porta.
"Entri pure"
Quando apro la porta ad attendermi c'è Kevin che da dietro la sua scrivania mi squadra.
Mi siedo davanti a lui.

"L'ho chiamata perché secondo ciò che mi è stato detto lei è brava con i numeri, e ho bisogno di un assistente. Ma non un assistente qui nel mio ufficio, qui ne ho già molte, ma mi aiuterà in altri affari"
"E quali sarebbero?"

"Qui sta il punto, non dovrà saperli. So che può essere una richiesta strana, ma come le ho detto il suo stipendio potrà aumentare di molto"
Che diavolo? Che cosa significa?
"Perché non dovrei saperli?"
"La domanda è perché dovrebbe saperli"

"Sono affari illegali?"
"Non la metta su questo piano, Faith"
E se fossero affari illegali? Potrebbe dare la colpa a me se venisse scoperto!
Mi copro la bocca con una mano, perché la mia mente ha subito pensato ad un'altra cosa.
"Non vorrà ricattarmi!"
"Cosa?"
"Con la storia di ciò che è successo sull'aereo!"
Sono sbalordita e furiosa.

"Cosa? Certo che no! Se non accetterà cercherò qualcun altro, ma ho visto un potenziale in lei e poi ci conosciamo già" mi sorride maliziosamente.
"No, non ci conosciamo!"
"Come vuole. Quindi? La sua risposta è?"
Dio non so cosa fare. Da un lato vorrei accettare, mi farebbero sempre comodo soldi in più e poi potrei passare più tempo con lui, anche se è il mio capo; ma dall'altro ho paura.

"Cosa dovrei fare esattamente?"
"Controllare tutti i documenti delle mie altre attività"
"Quali attività?"
"Quindi accetti?" Dice mentre si alza.
"Potrei fare un periodo di prova?"
"Va bene"

Prende una bottiglia di Champagne e la apre.
Lo versa in due bicchieri e me ne porge uno.
Alza il bicchiere a mo' di brindisi e si avvicina alla grande vetrata che si affaccia su Chicago.
Io mi alzo dalla sedia e mi avvicino a lui.

"Sa signore"
"Dammi del tu" mi ordina.
"Sai Kevin, sono molto curiosa di vedere ciò che dovrò fare in questo mio nuovo impiego"
Mentre entrambi siamo davanti alla vetrata lui si gira e mi fissa.
Bevo il mio Champagne e poi mi giro per sorridergli.

È dannatamente bello, e adoro quando mi fissa così intensamente: posso immaginare che anche lui mi desidera come io desidero lui.
Torna a guardare la città.
"Avevo intuito che sei una persona molto curiosa" mi prende in giro, ripensando all'aereo.

Torna a versare più Champagne e lo versa anche per me.
"Non credi che non sia il caso di bere troppo?"
"Per quale motivo" mi fissa negli occhi.
Io distolgo lo sguardo, perché potrei baciarlo.
Qualche bicchiere dopo sono un po' ubriaca: ammetto che non reggo bene l'alcool.

Siamo seduti sulla scrivania e lui mi fissa ardentemente.
"Quindi quando inizierò il nuovo lavoro?"
"Domani stesso, qui"
Avvampo. Okay il mio capo mi piace più del dovuto, e non è una cosa buona.

"Tu ci ripensi mai?" Oddio! L'ho detto o l'ho pensato?! Cazzo!
"A cosa?"
"A nulla"
"A ciò che è successo sull'aereo?" Sorride.
"Non volevo dirlo"
"Sì, quando ti vedo ci penso sempre"
Cosa?

Sono così ubriaca da immaginarmi le cose?
"Specialmente ora"
La conversazione sta prendendo una piega sbagliata, così mi alzo e torno a guardare la città: guardare tutte quelle luci mi rilassa.

Sento dei passi dietro di me e poi delle mani sui miei fianchi. Inspiro.
"Ti piace questa città?" Mi sussurra all'orecchio.
Io annuisco, incapace di parlare per l'eccitazione.
"Bene" mi bacia il collo e le sue mani iniziano a muoversi lungo i miei fianchi.

"Se vuoi che mi fermo devi dirmelo"
Cosa devo fare? Non capisco più nulla per l'alcool e le troppe emozioni!
Ma in questo momento lo voglio troppo per capire che è sbagliato.
Mi giro verso di lui e per la nostra vicinanza deve abbassare il capo per guardarmi negli occhi.

"Continua"
Senza dire altro la sua bocca si fionda sulla mia, e la sua lingua non esita ad entrare.
Mi spinge verso la finestra con il suo corpo e le mie mani vanno subito sul suo inguine.
Lo sento sorridere.

Mi toglie il cappotto e lo lancia sulla sedia, poi mi prende per le gambe e mi porta a sedere sulla scrivania.
Mentre mi bacia penso che siamo sulla scrivania dove lavora tutti i giorni ed è alquanto imbarazzante!

Non so perché ma mi torna in mente che un giorno avevo sentito parlare delle ragazze su Kevin e quanto fosse bello, e la gelosia si invade di me.
Lui si accorge che c'è qualcosa che mi turba e si stacca, ma non smette di palparmi il culo.

"Cos'hai ragazzina" i suoi occhi grigi mi scrutano attentamente il viso.
"Perché mi chiami ragazzina?"
"Perché voglio così" Mi lascia un morso sul collo.
"Decidi sempre tu con quelle con cui vai a letto?" Dio sono patetica!

"Si, e nessuna mi contraddice"
"Beh io si!"
"Esatto"
Mi bacia di nuovo ma poco dopo lo stacco. Probabilmente, sia per il suo aspetto che per la sua fama, deve essere andato a letto con molte donne, e questa cosa non mi piace affatto ma non posso farci niente.

"Che cazzo hai?" Mi dice arrabbiato.
"Con quante hai scopato qui?" Le parole escono dalla mia bocca involontariamente.
"Se volevi sapere questo bastava dirlo all'inizio, piccola. Comunque sei la prima, non porto mica tutte a scopare sulla mia scrivania!"
Anche se dovrebbe farmi piacere ciò che ha detto mi sembra come se sono solo una delle sue tante scopate. E probabilmente era così.

"Cazzo..." rotea gli occhi e mi slaccia i jeans. "Smetti di pensare, ragazzina!"
Con una mano mi stringe la nuca e torna a baciarmi.
Dopo avermi tolto i jeans mi toglie anche la maglia e mi fissa incantato.
In un secondo si sfila i jeans per metà e inizia a strisciare la sua intimità sulla mia.
Io inizio a gemere e lui si morde le labbra.
Si avvicina al mio orecchio.

"Non riesco a resisterti"
Senza avvisare lo infila dentro di me e lancio un urlo.
"Qui puoi urlare quanto vuoi, non c'è nessuno" mi mordicchia un orecchio mentre mi toglie il reggiseno, che poi lancia per terra.
Le sue spinte non sono dolci ma veloci.

Inizio a sbottonargli la camicia, e quando la tolgo scopro la sua pelle bianca madida di sudore e gli lecco il petto, poi il collo, la mascella e infine le labbra.
Lui mi bacia subito e inizia a palparmi i seni.
Gioca con i miei capezzoli e scende poi a succhiarli.

Quando succhia più forte lancio degli urletti e allora lui li morde.
Le sue spinte accelerano sempre più e siamo entrambi vicino al culmine.
Lo bacio dietro l'orecchio mentre gli tocco i capelli ricci, e sembra piacergli perché fa dei versi rauchi.

Vengo prima io e poi lui, e entriamo ci perdiamo nei respiri dell'altro.
Mentre ci riprendiamo, uno abbracciato all'altro, non smettiamo di fissarci negli occhi.

Il segreto del mio capoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora