Capitolo 6

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Torna in macchina con una cartella piena di documenti e la posa dietro.
Entra senza dire una parola e mi sembra alquanto frustrato, ma non so per quale motivo.

Capisco che è successo qualcosa, ma non voglio essere invadente.
I suoi pugni stringono forte il volante e aumenta la velocità.
Ho un po' paura...

Accende la radio e oltre alla musica orrenda che ascolta alza anche il volume al massimo.
Involontariamente abbasso il volume e lui si gira di scatto verso di me.
"Che cazzo fai?"
"Stavo per diventare sorda!"
"Non osare toccare più la mia radio!"
"Puoi almeno cambiare canzone?"

Se il suo sguardo potesse uccidere non sarei più qui ora.
Ad un tratto mi viene in mente una cosa orribile: e se mi ricattasse usando la scusa che lo abbiamo fatto sull'aereo? O peggio, se lo dicesse a tutti nel lavoro? Passerei per una puttana!

"Manterrai il segreto?"non resisto, devo sapere.
"Cosa?"
"Di ciò che è successo sull'aereo"
"Perché me lo chiedi?"
"Rispondimi"
"Perché ti interessa?"
Quanto è irritante!

"Mi interessa perché... perché..."
Lo sento sghignazzare. Delle fossette compaiono sul suo volto.
"Cavolo perché mi hai portato a fare un giro della città?" Sbotto: non potevo più tenermelo dentro. Sono troppo curiosa.
Il suo sorriso svanisce, il suo volto è serio.

Non risponde.
Non mi ero accorta che siamo quasi arrivati a casa mia. Gli dico la via e lui non mi degna nemmeno di uno sguardo.

Ferma la macchina davanti al mio palazzo.
"Grazie di avermi fatto fare il giro della città"
"Di niente"
Se ne va senza dire altro e io resto lì a fissare la macchina che si allontana.

"Faith!!!" La mia amica risponde al primo squillo.
"Ciao Ju"
"Come vanno le cose lì a Chicago"
"Tutto bene"
"Riconosco quando dici una bugia anche se non ti posso vedere"
A malincuore le racconto ciò che è successo sull'aereo.
"Si..."
"Beh è il mio capo! E ieri l'ho incontrato in strada e mi ha portata a fare un giro della città nella sua macchina. Poi mi ha portata a casa sua, ma sono rimasta fuori perché doveva solo prendere dei documenti ma quando è tornato sembrava molto irritato e mi ha lasciato sotto casa senza dire nulla" dico a raffica.

"Cavolo!" Ride.
"Non c'è nulla da ridere!"
"Okay hai ragione. E comunque... è il tuo capo? Non potevi essere più sfortunata! Ma secondo me c'è un motivo per cui ti ha fatta salire, perché non credo che accompagni tutte le sue dipendenti a fare un giro in macchina, o no?"

"No... non è il tipo"
"Cerca di scoprire qualcosa. Ti piace?"
"Un po'"
"Voglio che mi aggiorni su tutto!"
"Certo. Ci sentiamo, devo assolutamente farmi una doccia!"
"Ciao Faith!!!"

Mi mancano moltissimo le mie amiche, specialmente Juliette, con lei sono amica dalle elementari e mi conosce meglio di chiunque altro.

Faccio poi una videochiamata con i miei genitori ed è molto confortante rivedere i loro volti.
Da come dicono sembra che a Londra non sia cambiato niente e che le giornate scorrano sempre allo stesso modo: quando vorrei poter tornare anche un solo giorno.

Anche se è sabato sera preferisco non uscire di casa da sola, ho ancora un po' paura a girare per le strade di questa città, specialmente di notte.
Opto quindi di guardare un film prima di cenare, e apro Netflix.

Un'ora dopo sento vibrare il telefono sotto il mio viso. Apro gli occhi e capisco di essermi addormentata.
Sono le 19:30, devo aver dormito per più di un'ora.
Questo divano non è molto comodo...
Lo schermo del telefono è acceso.

C'è un messaggio da un numero sconosciuto.
«Sono stato informato che sei brava nei calcoli, mi servirebbe un'assistente. Ti va, ragazzina?»

Da quel nomignolo capisco subito il mittente: mi aveva chiamato così anche nel bagno dell'aereo.
Come può servirgli un'assistente se ne avrà più di 5 in ufficio? E che significa che è stato informato?
Devo sapere cosa intende?

«Che tipo di assistente?»
La sua risposta arriva subito.
«se ti interessa puoi venire nel mio ufficio alle 21:00, ovviamente questa opportunità varrà un aumento del tuo stipendio»

Nel suo ufficio questa sera? Sarebbe un po' imbarazzante...
«non possiamo parlarne domani mattina?»
«meglio di no»

Cosa vorrà dire?
Nella mia mente si accende un campanello di allarme: questa sera io e lui da soli nel suo ufficio, dopo quello che è successo.
Ma il mio cuore freme dalla curiosità e dalla voglia di vederlo.

Anche se continuo a chiedermi se andare o no, so già la risposta.
Apro l'armadio e decido di indossare un semplice jeans nero, con una maglia bianca e un cappotto color cammello.
Non credo importi cosa indosso, dato che oggi mi ha visto con i vestiti che ho quando resto a casa.

Alle 20:45 esco di casa. La strada è illuminata da pochi lampioni, e mi sembra di essere costantemente seguita da qualcuno. Non so perché ho così paura, ma credo sia perché guardò troppi film.
Il mio cellulare vibra nuovamente.

«alla reception di che ti sei dimenticata dei moduli»

Significa che nessuno sa che ci stiamo per incontrare? E che lui non vuole che qualcuno lo sappia?

Il segreto del mio capoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora