Capitolo 31

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"Abbiamo passeggiato per Central Park come una coppietta felice e quando siamo saliti sull'Empire State Building mentre c'era il tramonto è stato qualcosa di magico! Non lo dimenticherò mai"
"Wow! Ti sto invidiando veramente tanto! Ma ancora non mi hai mandato il video dove canti"
"E non lo riceverai mai! Oh... devo andare, è appena tornato"
"Divertiti" chiudo la chiamata con Melany.

"Dove sei stato?"
"A prendere una bottiglia di vino, tra poco arriverà Juliette, ti aiuterà a scegliere i vestiti e altre cose da donne"
"Vino rosso?" Dico avvicinandomi a lui in modo sensuale.
"Ovviamente" mi da un bacio sul collo e va in bagno.

Bussano alla porta e quando la apro vedo una bella ragazza dai capelli ramati e degli occhiali colorati.
"Ciao, devi essere Faith. Piacere Juliette. Fateli entrare" dice mentre dietro di lei si fanno strada due uomini che trascinano degli appendiabiti pieni di vestiti e scatole.
Devo essere in paradiso, penso.
Juliette inizia subito a squadrarmi e poi mi chiede di rimanere con addosso solamente l'intimo per studiare il mio corpo e trovare il vestito adatto a me.

"Credo che con i tuoi capelli ci starebbe molto bene il rosso, oppure il blu navy. Quale preferisci?"
Mi mostra 4 abiti, alternativamente corti e lunghi.
"Preferirei un abito lungo" ammetto timidamente.
"Perfetto, allora rimangono questi due"

Davanti a me ho un vestito con una monospalla, una piccola cintura ricoperta di brillantini e del tulle che scendeva insieme alla gonna, tutto blu. L'altro invece è rosso con uno scollo a cuore che scendeva stretto, dove in fondo ha dei grandi ricami in pizzo di una tonalità di rosso più scuro.

Continuo a fissare questi due abiti indecisa, credo di aver perso la cognizione del tempo, ma nessuno dei due sembra convincermi pienamente.
"Hai deciso?" Continua a chiedermi Juliette.
"Non ancora"
"Perché non li provi? Magari cambi idea"
Inizio dal vestito rosso: stavo cercando di infilarlo quando i miei occhi si posano su un abito nascosto tra gli altri appesi.

Era divino: corto davanti e lungo dietro, non era stretto come gli altri rimaneva morbido anche sul corpetto, essendo di raso.
Il colore mi piaceva da impazzire: un rosa candido che con le balze della gonna sembrava ancora più bello.
"Metterò questo!"
"È sicura? Con il tono della sua pelle..."
"Ne sono sicura"
***

"Sei splendida" dice Kevin guardandomi dalla porta mentre controllo i miei capelli.
"Grazie"
Quando mi giro verso di lui rimango a bocca aperta: non indossa il solito abito nero, ma uno blu scuro che lo fascia perfettamente.
Lui ride per il modo in cui lo squadro e lo seguo in terrazza: la notte è ormai calata e le luci di New York sono bellissime.
Stappa la bottiglia di vino che aveva comprato e mi porge un bicchiere.

"A cosa brindiamo?" Chiedo.
"Non lo so... a quanto sei bella questa sera? Oppure a quando ti toglierò questo vestito?"
"Sei sempre il solito"
"Brindiamo a noi" dice poi più seriamente, guardandomi dritto negli occhi.
"A noi"
Mi godo il vino buonissimo e la vista di Kevin che si appoggia al terrazzo: diamine è davvero sexy, non resisterò ancora per molto.

Scendiamo e una limousine ci aspetta all'entrata dell'hotel.
"Non guidi tu questa sera?" Dico scherzando.
"So che ti eccita vedermi guidare, ma cerca di controllarti" mi prende in giro.
Rido solamente, perché non ha tutti i torti.

Non mi aspettavo di vedere così tanti fotografi fuori dal teatro, sono nervosa. Kevin non percepisce la mia insicurezza e mi accarezza una coscia.
"Stai tranquilla"
"Non mi hai detto che spettacolo stiamo per vedere"
"Una tragedia, credo" sorride, e io rimango a fissarlo.
Quando la macchina accosta sento l'ansia crescere, e un leggero mal di pancia farsi strada nel mio corpo; devo solamente entrare in un teatro!

Scendo dalla macchina subito dietro Kevin, che mi accompagna con una mano sulla schiena, il suo tocco caldo è un toccasana per me.
"Signor Anderson, Cole risponderà all'attacco dell'impresa Condor?"
"Da quanto tempo è fidanzato signor Anderson?"
"È lei l'impiegata che l'ha conquistato?"
"Ora non potrà più partecipare al concorso degli scapoli più ambiti degli Stati Uniti"
Tutte queste voci mi disorientano, e vorrei rispondere a tono a tutti questi giornalisti impertinenti, ma Kevin cammina senza fermarsi.

"È il loro lavoro, non devi far altro che ignorarli" mi dice quando entriamo.
Un uomo ci guida su alcune rampe di scale, poi apre una delle porte rosse che fiancheggiavano la parete destra, augurandoci una buona visione.
"Non mi avevi detto del palchetto" Dico a bassa voce.
"Lo so" dice ammiccando.

Il teatro è sbalorditivo: tutto è colorato di rosso o di oro, ci sono 2 platee e ai lati alcuni palchetti a semicerchio, tra cui il nostro.
"È diverso dai teatri che ho visto a Londra e in Italia, ma mi piace moltissimo"
"Sei stata in Italia?"
"Sì, ho dei parenti lì"
"Non me lo avevi mai detto" dice avvicinando la mia sedia alla sua con un braccio.
Osservo tutto ciò che c'è intorno a me e noto Kevin fissarmi intensamente, fino a quando non mi ruba un bacio.

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