Capitolo 11

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"No" riesco a dire mentre mi bacia.
Lui si stacca e mi guarda serio, probabilmente non abituato a ricevere un rifiuto.
"No?" Mi dice poi incredulo, ma con un tono maligno nella sua voce.
"E perché vorresti sapere chi sono?" Mi sussurra all'orecchio mentre mi palpa il culo.

"Volevo dirtelo, ma ci ho ripensato" mi fa alzare e poi se ne va, lasciandomi a bocca aperta e nuda.
***

Mi alzo dal letto triste che sia domenica perché domani dovrò tornare al lavoro.
Sarei andata a fare un giro per la città ma piove ininterrottamente da ieri sera.
Faccio una videochiamata con i miei genitori mentre faccio colazione e loro mi raccontano le novità: mio cugino Dave si sposerà tra qualche mese, mia nonna ha comprato un altro gatto e Jane, l'amica di mia madre, è andata all'ospedale per essersi rotta un braccio mentre giocava a golf.

Chiamo poi Melany, ma non risponde, così chiamo Juliette.
"Ehi Americana! Non ci sentiamo da una settimana, come stai?"
"Bene"
"Sicura?"
"Si Juliette, è passata una settimana da quel ballo, l'ho superato!"

"Se lo dici tu... comunque sono ancora dell'idea che saresti dovuta andare da quel pezzo di merda e tagliargli i gioielli di famiglia"
"Già, avrei dovuto farlo"
"Lo hai più rivisto al lavoro?"
"Una volta sola, ma ho fatto finta di non vederlo"

"So che ti piace, quindi perché non provi a parlargli?"
"Perché è il mio capo, perché non mi vuole, perché mi ha umiliata svariate volte, perché mi nasconde qualcosa,... devo continuare?"
"In amore vince chi lotta ricordatelo! Ora devo andare. Ciao Faith!"

So di provare qualcosa per il mio capo, ma non so bene cosa. Non credo sia solo attrazione fisica.
Ma so per certo che lui mi vuole, mi desidera: me lo ha detto lui stesso quella sera.
Quindi devo giocare al meglio le mie carte perché non mi farò intimorire dai suoi segreti.
Ma prima devo scoprire di cosa si tratta.

Il giorno dopo vado al lavoro e appena entro nel palazzo trovo nella hall Kevin che mi segue nell'ascensore: preme il tasto del suo piano e non dice una parola.
"Dovevo scendere prima" lo guardo storto.
Lui non mi degna nemmeno di uno sguardo.
"Mi sembra che non sei abituato ai rifiuti" lo prendo in giro .

"E tu a non rompermi le palle per qualche giorno"
"Non mi sembra che ti davo fastidio" mi giro verso di lui, che fissa la porta dell'ascensore, e gli accarezzo un braccio.
Questa camicia che porta lo fascia sulle possenti spalle, e da vicino riesco a vedere i tatuaggi che traspaiono.

La porta dell'ascensore si apre, essendo arrivati all'ultimo piano.
"Arrivederci, Faith"
Lo fisso andarsene via con il suo solito sorrisetto.
Sa che non gli resisto, ma so che per lui è lo stesso.

Questa mattinata sembrava non finire mai e all'ora di pranzo incontro Melany.
Dopo aver intervistato quel tipo alla festa, sembrerebbe che lui l'abbia chiamata e che si stiano frequentando.
Sono molto contenta per lei, si vede che è cotta per quel ragazzo.

Nel pomeriggio invece ho finito i miei lavori in anticipo e quindi sono rimasta in ufficio per cercare su internet qualche informazione su Kevin: ma oltre a sottolineare il fatto che è stato l'erede dell'azienda fondata da suo padre, e che è uno degli scapoli più ricchi d'America, non ho trovato niente che mi aiuti a capire cosa nasconde.

Poco soddisfatta delle mie ricerche torno a casa e mi prometto di uscire questa sera.
Chiamo Melany ma purtroppo mi dice che è malata: non ho nessuno con cui uscire.
A cena faccio una videochiamata con le mie amiche di Londra e ovviamente scoppio a piangere come una bambina.

Mentre mi raccontano del motivo per cui hanno litigato con Abbey mi rendo conto che proprio dietro l'angolo c'è un piccolo pub: potrei andare lì e bere qualcosa.
Salito le mie amiche e mi vesto; non succederà niente di male, andrò solamente a bere qualcosa e poi tornerò a casa.

Il segreto del mio capoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora