La Resa Dei Conti Parte 2 🩵

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Diego decide così di accompagnarmi e risolvere insieme tutte le questioni.

Per prima ho scelto di incontrare mia madre.

Arrivo nella piccola casa che ha preso in affitto per loro, il mio Diego.

Suono il campanello e attendo che mi vengano ad aprire.

<Siria! Che bello vederti bambina mia> così mi accoglie mia madre.

Faccio l'occhiolino a Diego ed entro in casa.

<Vuoi un tè? > mi chiede subito

<Non voglio niente. Voglio solo la pace, mamma. Chiedo troppo? >

<Come posso cambiare le cose secondo te? >

<Un modo c'è! Lascia quell'uomo e vieni con me a Londra>

<Tuo padre è in casa. Sta facendo la doccia> mi dice a bassa voce

<Non osare definirlo mio padre>

<Inveve lo è. Comunque ci ha accolte nella sua vita e ti ha cresciuta come una figlia>

<Come osi difenderlo dopo l'inferno che ci ha fatto passare? In fondo come posso pretendere che lo lasci! Guarda! Sei ancora qui a difenderlo! > gesticolo nervosamente

<Lo amo, Siria! Lo amo come tu ami Diego>

<Vuoi paragonare il mio amore con quello vostro? Il vostro è un amore malato>

<Siria cerca di capire! Non mi far scegliere fra te e lui>

<Invece devo > le punto il dito

<Non farlo> i suoi occhi si inumidiscono

<Rispondi mamma! >

<Scelgo lui>

Questa affermazione mi spezza il cuore.

Ad un tratto si sentono dei passi.

Si materializza lo stronzo che ha rovinato la mia vita e quella di mia madre.

<Che sta succedendo qui? > chiede con tono duro

<Stavo appunto andando via.> affermo prontamente

<Siria ti prego> mi ferma così mia madre

Non la guardo.

Cammino verso la porta dell'ingresso con il cuore affranto.

Mando un messaggio a Diego per farmi venire a prendere e aspetto con ansia che arrivi.

È andato a fare un giro nel frattempo.

Ed eccolo che arriva

<Com'è andata? >mi chiede , non appena salita in macchina

<Domanda di riserva?>

Non voglio raccontargli tutto l'accaduto.

Fa troppo male.

Quello che faccio è lasciare scendere le mie lacrime.

<Ok ora basta! Non posso più sopportare le tue lacrime. Ti porto via di qui> afferma nervosamente

<Non servirà a nulla!> me le asciugo

<Voglio cambiare la nostra vita. Hai bisogno di sorridere e io vedertelo fare. Non amo vederti triste e angosciata. Se stai male tu sto male anch'io! Perciò lasceremo Roma e torneremo a Londra immediatamente!>

<Tu sei matto> gli dico e per un millesimo di secondo sorrido.

Nonostante tutto, riesce a rubarmi un sorriso.

Il mio cuore ti appartiene • 𝒪𝓏𝒸𝒶𝓃 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora