La Cena 🩵

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Suonano alla porta.

Giuseppe è arrivato.

Giada lo fa accomodare e successivamente mi viene a chiamare per la cena.

Mi sono chiusa a chiave.

Non voglio vedere nessuno.

Non voglio sentire nessuno.

Voglio bruciare insieme alla mia anima disperata.

Sono stanca di soffrire.

Mi sdraio sul letto e provo a chiudere gli occhi ma sento bussare.

Giada pronuncia il mio nome diverse volte.

Non rispondo, ma lei insiste.

<Siria apri!>

<Giada grazie , ma non ho fame >

<Siria, non chiuderti di nuovo in te stessa >

<Tranquilla! Voglio solo riposare>

Giada's pov

Non voglio che Siria cada in depressione un'altra volta.

Ha combattuto molto per riprendersi ed ora eccola qui, punto e a capo.

Vado in cucina, trovando Giuseppe con faccia turbata.
Mi fissa, tipo volesse delle risposte e non passa molto tempo, prima di tartassare la mia mente.

<Giada ti prego. Farò finta che non ci siamo parlati. Ma dimmi che sta succedendo>

<Perché ti preoccupi?>

<Quella ragazza è la mia vita>

Questa affermazione mi spiazza.

Sono parole forti le sue.

<La tua vita dici? Allora perché le hai procurato tanto dolore insieme ad altri che non hanno sprecato minuto di più, per pugnalarla alle spalle? >

<Sì, ha sofferto anche a causa mia, ma ho pagato un prezzo molto alto, credimi>

<Qual è questo caro prezzo? Illuminami>

<Pensi che sia stato facile per me vederla accanto a mio fratello? Si sono amati e si amano ancora sotto i miei occhi... Dio solo sa, quante fottute lacrime ho versato quando mi ritrovavo solo con me stesso >

<Perché hai permesso tu questo! Hai scelto la madre di tua figlia al posto di Siria! Potevi amare Siria e crescere Amalia nello stesso tempo>interrompo immediatamente il suo discorso

<Non ho una figlia> mi dice, passando una mano nei capelli con estremo nervoso

<Che significa che non hai una figlia? > gli dico, mentre chiudo la porta

<Cos'è che non hai capito? Sono stato ingannato. Ho chiamato figlia la bambina di un totale sconosciuto. Frutto delle strategie di mia madre. Sai cos'ho provato? > i suoi occhi diventano lucidi

Rimango stupita dal gesto estremo di sua madre.

<Ho lasciato casa e di conseguenza ho lasciato Rosa>

<Non lo sapevo, mi dispiace>

<È solo colpa mia >

<Mi togli una curiosità? Pensi che Siria cadrà di nuovo tue braccia? > corrugo la fronte

<Non ho questa intenzione. E poi sta insieme a mio fratello! Come puoi pensarlo?>

<Dov'è tuo fratello ora? Dopo che la sua ragazza ha abortito? Perché non è qui? >

Siria's pov

Sento l'ultima frase di Giada.

Avrei voluto ascoltare molto di più ma quello che ho sentito mi altera abbastanza, quindi non esito un secondo di più ad entrare e sbattere la porta contro il muro.

<Brava Giada! Dillo a gran voce!> , dico a voce alta

Guardo Giuseppe ora.

<Rispondi, Giuseppe! Dov'è tuo fratello?> , sbraito

<Siria...> prova a rispondermi

<Hai una risposta per me? O non ti disturbare a parlarmi> incrocio le braccia

<Non so dove si trovi. Ma sono sicuro che presto verrà>

<Temo invece che non lo vedrò più! Ho questa cazzo di sensazione! > dico piangendo

<Vi prego! Ora mangiamo> ci dice Giada,  interrompendo così il fuoco che si è appena acceso

<Hai ragione! Mangiamo> risponde Giuseppe

<Non ho fame! Non ho fame! Come devo farvelo capire? > urlo con tutte le mie forze

Correo nella mia stanza.

Quando sto per chiudere la porta, Giuseppe, pensa di mettere il piede e quindi non mi permette di farlo.

<Vattene!> dico

<Siria non spingere. Mi farai male al piede>

<Tu mi hai fatto male al cuore! Ti sei mai preoccupato? > urlo

<Lasciami entrare> insiste

<Ho detto no!> ma con forza entra e mi stringe in un abbraccio.

Mi tolgo immediatamente dalle sue braccia e vado a sedermi sul letto

<Perché sei qui? > gli chiedo ancora una volta

<Avrei voluto esserti vicino sempre, ma sono stato uno stupido> mi dice, facendo piccoli passi verso di me

<Ti prego, non avvicinarti! Amalia e Rosa ti aspettano >

<Non mi aspetta nessuno! Non ho nessuno! Dentro il mio cuore ci sei tu! Da lì non sei mai andata via >

<Che significa?>

<La storia te la racconterà Giada. Ora non ho voglia di parlare di questo. Sono venuto per te>

Quello che so è che non potrei sopportare un altro abbandono.

Non in questo stato.

Il mio cuore ti appartiene • 𝒪𝓏𝒸𝒶𝓃 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora