Sei parte di me 🩵

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Sono appena arrivato in ospedale.

Con l'aiuto di Diego, risalgo alla stanza dove hanno portato Siria.

Entro con un nodo in gola.

La guardo ma non parlo.

Come potrei riuscirci?

Mi siedo accanto a Siria dopo aver preso la sedia e porto la sua mano nella mia.

<So quanto sia difficile trovare la consolazione quando siamo chiamati ad una prova del genere> è Giada a parlarmi

Non ha mai lasciato la sua amica da sola.

<Ma dobbiamo essere forti per lei> continuo a tenere la sua mano nella mia.

Le lascio un bacio su.

All'improvviso sento muovere la sua mano e il mio cuore accelera.

<Si è svegliata > dico, felice

Finalmente apre gli occhi.

È pallida e stordita.

A stento riesce a parlare ma sono sicuro che la mia mano stia trasmettendo tutto l'amore che ho per lei.

Soprattutto la voglia di non volerla lasciare mai andare.

In realtà non posso scegliere a chi donare il mio cuore, lo fa qualcun altro per me.

Io vivo la mia vita a fatto compiuto, ma i nostri cuori lo sanno.

Ci apparteniamo e questo nessuno lo potrà cambiare.

<Giuseppe. Che ci fai qui? Dove sono?> mi dice Siria, quasi silenziosamente, lasciandomi la mano

Giada lascia la stanza.

<Sei in ospedale e per quanto mi riguarda sono dove dovrei essere... Vicino a te > riprendo la sua mano ma lei si rifiuta di darmela

<Tu non dovresti essere qui! Vai da Rosa!>

È sconvolta mentre parla.

Non alza lo sguardo.

Questo per colpa mia.

<Tu sei importante per me... tanto! Ora riposati non voglio stancarti> mi alzo

I suoi occhi sono chiusi, sta riposando.

Quando la vedo mi chiedo perchè è in ospedale?

Com'è successo l'incidente?

Quasi mi sento io in colpa.

Vedo Giada rientrare e dopo averla guardata un'ultima volta, cammino verso la porta per uscire, ma una suoneria mi distrae.

Si tratta del telefono di Siria.

Lo prendo e Giada cenna con la testa per dirmi di rispondere.

È sua madre a chiamare.

Esco dalla stanza, caricandomi di questa responsabilità e non appena aperto la chiamata, la donna  non perde un minuto di più per parlare

<Siria tesoro..  Riguardo i soldi, ecco, li hai trovati? Dimmi di sì, ti prego! La situazione si complica>

Cerco di rispondere ma rimango del tutto scioccato da queste parole.

Cosa vuole da Siria questa donna?

<Salve signora. Sono Giuseppe... Un amico di Siria. Devo informarla che sua figlia ha avuto un incidente! Si trova in ospedale in questo momento, ma le garantisco che sta bene, non si preoccupi per questo> le dico.

La sua voce cala.

<Mia figlia un incidente? Dannazione! Tutta colpa mia> mi dice e la sento tanto agitata

<Non dica così signora. Non è colpa di nessuno. Non sappiamo le dinamiche dell'incidente ma credono sia dovuto alla stanchezza> provo a farla tranquillizzare

<Ti dico che è colpa mia inceve. L'ho pressata con i soldi. Mi sento in colpa per questo > chiude la chiamata

Sono in pensiero per questa situazione.

Devo scoprire cos'è successo.

Devo fare qualcosa per lei.

Il mio cuore ti appartiene • 𝒪𝓏𝒸𝒶𝓃 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora