Afflizione 🩵

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Giuseppe's pov

Sono ancora qui fuori che aspetto Siria.

Ha rimesso un paio di volte e rifiuta costantemente il mio aiuto.

È testarda.

Come al solito.

<Scusa potresti uscire dal bagno delle donne? > mi dice una ragazza barcollando sui tacchi altissimi

Ride.

<Sto aspettando un'amica> affermo

<Aspettala fuori no?>

Esco dal bagno per evitare di bisticciare e aspetto che Siria mi raggiunga.

Nel frattempo Rosa mi chiede con un messaggio se posso interrompere la mia serata perché Amalia piange sempre ed è esausta.

Minuti dopo.

Siria finalmente esce dal bagno.

Nel frattempo Rosa mi tempesta di chiamate.

<Come ti senti? > le chiedo subito

<Puoi portarmi a casa?>

Evita di rispondere.

<Va bene >

Prendiamo a camminare.

Rosa continua a chiamare.

<Ti squilla il telefono> dice

<È Rosa>

<Se devi andare da lei , andrò con il taxi. Vai dalla tua famiglia>

Usciamo dal locale.

<Sicuro di accompagnarmi?> continua a chiedere
<Sì!>

Entriamo in macchina.

<Siria mi dispiace> dico non appena mi avvio

<Mi dispiace, mi dispiace, bla,  bla e bla.  Sai quante volte ho sentito questa frase? Chiedi a Diego ad esempio se si dispiace per essere scomparso senza una cavola di spiegazione!  Chiedi a mia madre se le dispiace di avermi abbandonata e allontanata da mio padre biologico! Chiedi a te stesso se ti dispiace per quello che mi hai fatto> sbotto, gestiscolando

<Diego avrà  le sue ragioni per non essere più venuto> risponde a quello che gli fa più comodo

<Sono stanca!>

Giuseppe's pov

Cosa avrei dovuto risponderle?

Che nonostante tutto la amo ancora?

Sì.

Sono ancora innamorato di lei perché quando mi sveglio la immagino accanto a me.

Sono innamorato perché quando sento la sua voce sto meglio.

Sono innamorato perché quando ascolto una canzone penso a lei.

Sono innamorato perché quando cammino spero di incontrarla e quando la vedo esplode qualcosa dentro di me.

Siria's pov

Arriviamo a casa.

Ci salutiamo con un semplice "ciao" e corro in camera mia.

Mi spoglio e mi metto subito a letto.

L'alcol mi ha stordita parecchio, ma è Diego che mi ha uccisa profondamente.

Non l'ho più sentito e visto da questo pomeriggio.

E cosa peggiore, mi ha lasciata senza spiegazioni.

Piango a dirotto sul cuscino.

Provo a richiamarlo ma risulta sempre la segreteria.

Sono esausta.

Mattino seguente .

Mi alzo dopo una bruttissima notte passata in bagno a rimettere.

Sento un forte dolore allo stomaco.

Rimango a letto , persa nei pensieri.

Guardo il lato vuoto accanto a me.

Immagino Diego.

Immagino il suo sorriso

Piango e sento la sua mano calda accarezzarmi il viso.

La mia unica domanda è: dove sei?

Ricevo un messaggio.

Il mio cuore accelera.

È un messaggio di Giuseppe .

Mi ha scritto di prepararmi e scendere.

Lancio il telefono sul letto e mi guardo allo specchio di fronte.

Non vedo Siria, ma un fantasma ed è per la prima volta che quando mi vedo vedo il nulla.

Ritorno a letto.

Piango e penso.

Penso e piango.

Bussano alla porta.

<Siria posso entrare? > è Giada

Tolgo gli scatti ed entra con un bicchiere di tè caldo fra le mani.

Siede accanto a me.

<Ho del lavoro da sbrigare e sono ancora qui. Devo tornare a Londra> dico strofinandomi gli occhi ormai arrossati dal pianto

<Che stai dicendo? Non puoi andare via in questa situazione >

<Devo consegnare un vestito da sposa. Non ho scelta!>

<Ma poi ritorni?>

<Certo... Sei la mia casa, Giada>

Ci abbracciamo.

Per fortuna ho lei nella mia vita.

Il mio cuore ti appartiene • 𝒪𝓏𝒸𝒶𝓃 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora