"Arrivo"

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È incredibile come a vent'anni ci sono notti in cui potresti conquistare il mondo e mattine in cui ti senti piccolo, fragile e senza punti di riferimento. Questa mattina è così. Almeno non all'inizio. Solo ora, che sono in questo corridoio d'ospedale a pregare non so quale Dio, a sperare in non so quale miracolo. È da ore che sono qui ed è già da un'ora che i miei occhi sono gonfi, lucidi e continuo a singhiozzare pensando ai momenti passati. Questi sono gli effetti collaterali che mi provoca un ospedale nonostante stia tentando di essere forte. Me l'ha detto lei. Mi ha detto che mi ama. Mi ha detto di essere forte. Le ho detto che la amo. Le ho detto che non deve avere paura. Le ho detto che insieme a lei ci sarò io. Le ho detto che è forte. Ma io non lo sono.

Portare tutto questo peso da solo è troppo difficile per me.

Che cazzo faccio adesso. è da troppo tempo che è lì dentro e sto per impazzire. Devo chiamare qualcuno. Ma lei mi ha chiesto di non farlo.

Ma ormai è troppo tardi. Il telefono ha già composto il numero dell'unica persona in grado di potermi tranquillizzare in questo momento. E non è Sofia, non è Alessandro, nemmeno Adriano. No, è l'ultima persona che dovrebbe venire. La meno meritevole ma quella che mi ha insegnato molte cose.

"Fabri" dico piangendo

"Nic. Che succede???" mi chiede preoccupato

"vieni in ospedale"

"cosa ti è successo???"

"a me niente. è Vittoria..."

"Vittoria ???"

Il suo tono di voce è totalmente cambiato. Se prima sembrava calmo, ha alzato leggermente il tono di voce e il suo controllo è scomparso.

Non riesco a parlare.

"Niccolò, Vittoria cosa???" continua a chiedere urlando

"vieni ospedale!!!" dico scoppiando

"arrivo..." 

Noi Ultimi 2- (Ultimo- Niccolò Moriconi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora