Ventun'anni

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"Io lo so, che a volte piangere è un problema, come so che quando ridi sei suprema, ma in fondo hai solo 21 anni e tu già lo sai che non ti scorderai mai di questa storia e ti domandi gli altri come fanno mai. come fanno. Come fanno mai. E intanto passa il tempo e tu tralasci ogni momento assaggi la tua vita ma non sai che sapore ha. Perché tu non vuoi più crescere. Io lo so che quando parli tu non pesi parole come so che quando pensi vorresti essere altrove ma poche volte sai ti rendi conto mentre vivi un momento che poi sarà speciale e intanto passa il tempo e tu tralasci l'argomento assaggi la tua vita ma non sai che sapore ha. Perché tu non vuoi crescere, crescere. Ma in fondo hai solo 21 anni e tu già lo sai che non ti scorderai mai di questa storia e ti domanderai gli altri come fanno mai. Come fanno. Come fanno mai."

È una canzone bellissima ma sapere la storia del testo fa un altro effetto. Ventuno anni accomuna me, lui e Vittoria. Forse è proprio lei in questo caso la destinataria principale.

Appena finisce di cantare mi sono pure emozionato e ho gli occhi lucidi.

"mannaggia mi hai emozionato Fab" rispondo sorridendo

"è da un po' che stavo pensando a questa canzone e quando è arrivata Vittoria a Roma ho cominciato a pensare a un po' di cose"

Gli do una pacca sulla spalla anche se so che non basta

"ha già vent'uno anni e mi sono perso tutti i momenti più belli a causa del mio egoismo. Così ho pensato di farle questo piccolo regalo"

Lo abbraccio mentre appoggia la chitarra ancora emozionato.

Vittoria

Sono appena entrata a casa e devo dire che mi era mancata. Sono molto legata a questo appartamento perché qui dentro sono cresciuta. Ho pianto, molto, e ora rientro sorridendo. Vado a farmi una doccia ma prima non posso che aprire il messaggio di Niccolò. È da un po' che sono tentata a visualizzarlo ma stando lavorando prima mi sono contenuta. Appena vedo la foto mi si ferma il sangue.

C'è la foto un mio reggiseno sul letto. Mi sarà caduto quando stavo chiudendo la valigia.

L'ha trovato Fabrizio sul pavimento... che gli dico?

Spero non sia il Fabrizio a cui sto pensando. Se fosse così sono imbarazzata di già.

Lo chiamo immediatamente e appena mi risponde è tranquillo.

"Nico, ho visto il tuo messaggio, cosa gli hai detto?" chiedo velocemente mentre vado avanti e indietro per l'appartamento

"la verità Vì. Lui è un mio amico e non ho peli sulla lingua a parlare con lui di certe cose"

Vorrei sprofondare sotto dieci metri.

"ma sei deficiente?! Niccolò ma con tutti gli amici con cui puoi parlare di cosa facciamo a letto con mio padre lo devi fare?!"

"scusa ma cosa abbiamo fatto a letto noi?" sto per morire quando ad un certo punto sento la sua risata fragorosa

"vaffanculo Niccolò" urlo accorgendomi di essere stata presa per il culo

"so benissimo ciò che abbiamo fatto e Fabrizio non ha visto niente grazie al sottoscritto" mi dice rincuorandomi

"fanculo Nico" ripeto più dolcemente tranquillizzandomi mentre continua a ridere

"dai ci sentiamo dopo che vado a farmi una doccia"

"ok a dopo bimba" mi saluta e non posso che adorare quel soprannome

Noi Ultimi 2- (Ultimo- Niccolò Moriconi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora